Rapporto Invalsi 2019, risultati shock: uno studente su tre in terza media non comprende un testo in italiano.
Sono impressionanti i risultati dei test Invalsi 2019. Secondo il rapporto, che il 10 luglio è stato presentato alla Camera dei Deputati, un numero elevato di studenti italiani hanno problemi di comprensione di un testo in italiano, hanno difficoltà in matematica, non sono in grado di capire l’inglese dall’ascolto e fanno fatica a leggerlo. Un quadro preoccupante che riflette tutte le difficoltà della scuola italiana, rilevando enormi differenze tra Nord e Sud, a svantaggio degli studenti del Mezzogiorno. Una situazione che richiede un intervento immediato.
Dai risultati presentati con il rapporto Invalsi 2019 emerge chiaramente che l’emergenza del momento è la scuola italiana e i suoi problemi nel formare i ragazzi, una parte importante dei quali si trova sfornita di strumenti di base per affrontare il futuro, la vita lavorativa e l’esercizio dei propri diritti. Senza gli strumenti di base che dovrebbe fornire la scuola dell’obbligo e che i ragazzi dovrebbero apprendere sarà dura per questi giovani costruirsi una vita non di successo ma normale.
Il rapporto mostra che il 35% degli studenti italiani di terza media ha difficoltà con la comprensione di un testo in italiano. Un dato che peggiora se si scende al Sud Italia. Sempre tra gli studenti di terza media, hanno problemi di comprensione dell’italiano il oltre 50% degli studenti calabresi e oltre il 40% di quelli campani, siciliani e sardi. Mentre la media nazionale è al 34%.
Complessivamente, gli studenti di terza media che hanno problemi con l’apprendimento della lingua italiana e non raggiungono livelli adeguati di comprensione sono il 30% al Nord Ovest, il 28% nel Nord Est, il 32% al Centro, il 40% al Sud e il 46% al Sud e nelle Isole.
Invece nella scuole superiori non raggiungono un livello adeguato di italiano: il 21% degli studenti del Nord Ovest, il 20% di quelli del Nord Est, il 29% degli studenti del Centro, il 40% di allievi del Sud e il 44% degli studenti del Sud e Isole. A livello nazionale, gli allievi dell’ultimo anno della scuola superiori che raggiungono risultati molto bassi in Italiano sono circa il 13% del totale, ma questa quota supera il 20% in Campania, Basilicata e Sicilia, per arrivare al 25% in Calabria.
Se questi dati sono preoccupanti, quelli di matematica sono pure peggio e il divario tra Nord e Sud si amplia. Nel complesso, la percentuale di studenti di terza media che non raggiunge un livello adeguato in matematica è del 32% al Nord Ovest, del 28% al Nord Est, del 35% al Centro, del 48% al Sud e del 56% al Sud e Isole. Addirittura in Calabria, Campania e Sicilia il 60% dei ragazzi non ha raggiunto le competenze minime richieste dai programmi. Mentre vanno meglio le regioni del Nord, come Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia, dove una media di tre studenti su quattro ha raggiunto gli obiettivi.
Gli studenti italiani hanno molti problemi con la matematica, fin dalle elementari e soprattutto in alcune aree del Paese. Una maggiore difficoltà dei bambini si riscontra, infatti, in alcune regioni del Sud, come Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna. A livello nazionale quasi il 40% degli studenti non raggiunge i livelli previsti dai programmi di matematica, un dato che supera ampiamente il 50% in Campania, Sicilia e Sardegna, sino a sfiorare il 60% in Calabria. Si tratta poi di differenze che diventano rilevanti alla fine dei primi cinque anni di scuola obbligatoria. Quindi la situazione peggiora dopo le elementari.
In generale in alcune regioni del Sud, come Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna, fino al 55-50% degli studenti di terza media presenta livelli molto bassi soprattutto in matematica e inglese, ben al di sotto dei traguardi stabiliti dalle Indicazioni nazionali.
Riguardo all’inglese, nella prova di lettura (reading), il 51,8% degli studenti dell’ultimo anno delle scuole superiori raggiunge il livello B2. Invece, il 10,6% non raggiunge il B1, posizionandosi a un livello di competenza molto basso dopo 13 anni di scuola. Gli studenti con problemi in inglese sono quasi tutti concentrati al Sud Italia. Infatti, i ragazzi che raggiungono il livello il B2 nella lettura scendono al 31% in Calabria, 34,8% in Sicilia e al 34,1% in Sardegna. Ancora più forte è il divario rispetto al dato nazionale nella percentuale di allievi con risultati molto bassi. Gli allievi che non raggiungono il B1 sono: il 21,7% in Calabria, il 18,2% in Sicilia 18,2% e il 20% in Sardegna.
Nella prova di ascolto (listening) dell’inglese, solo il 35% degli studenti dell’ultimo anno delle scuole superiori raggiunge il B2, traguardo previsto alla fine della scuola secondaria di secondo grado. Mentre il 25,2%, uno studente ogni quattro, non raggiunge il B1, posizionandosi a un livello di competenza basso dopo 13 anni di scuola. Come sempre, i dati più negativi si verificano al Sud, con la percentuale di studenti che raggiungono il B2 che è al 19,9% in Campania, al 14,6% in Calabria, al 14,8% in Sicilia e al 20,7% in Sardegna, rispetto al 49,3% dl Veneto. Ancora più marcata la differenza con il dato nazionale per gli allievi con risultati bassi. Infatti, non raggiungono il livello B1 il 41,7% degli studenti della Campania, il 47,7% di quelli della Calabria, il 46,7% della Sicilia e il 40,8% della Sardegna. Mentre solo il 10,9% degli studenti del Veneto non raggiunge il B1.
Per l’inglese vanno molto meglio i dati della scuola primaria, con una crescita rispetto allo scorso anno. Infatti, l’88,3% degli allievi della quinta elementare raggiunge il livello A1 del Qcer nella prova di lettura (reading) e l’84% di allievi il livello A1 del Qcer nella prova di ascolto (listening). Al Nord e al Centro gli allievi che raggiungono il livello A1 di lettura (reading) sono circa il 90%, mentre al Sud circa l’85%. Per l’ascolto (listening), invece, gli allievi che si collocano al livello A1 sono circa l’87% al Nord e al Centro, mentre circa il 78% al Sud.
Ulteriori informazioni sul file del Rapporto Invalsi 2019.
Che ne pensate unimamme? Quali interventi secondo voi sono necessari per invertire la tendenza e migliorare la scuola e l’apprendimento, soprattutto al Sud Italia?
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