Una battaglia legale per decidere il cognome di una bambina.
Unimamme, oggi vi parliamo di una battaglia legale inerente la lotta per il cognome di una bambina.
Bambina: due cognomi
Una coppia di fatto ha concepito una bambina, il padre e la madre della piccola, durante la gravidanza, si sono lasciati e così la madre della bimba le ha dato il proprio cognome: Rossa (nome di fantasia).
Successivamente però il padre ha chiesto il riconoscimento della bambina. Ha dunque presentato richiesta al Tribunale di Tivoli per darle il suo cognome: Giallo, mantenendo anche quello materno.
Il Tribunale ha accolto la sua richiesta.
La mamma ha fatto ricorso, ma la Corte d’Appello di Roma ha confermato la sentenza sul cognome, affidando la piccola a entrambi i genitori.
Anche la Cassazione accoglie la richiesta del padre e quindi la bambina , da quel momento, si chiamerà di cognome Giallo – Rossa.
Secondo la Suprema Corte non ha alcun valore il fatto che la bimba sia stata riconosciuta prima dalla mamma e poi dal papà.
L’unico criterio a cui il Giudice deve ispirarsi per decidere quale cognome dare alla piccola è quello che consente al minore di essere percepito, non solo da se stesso, ma anche dall’esterno, come figlio di entrambi i genitori.
La spiegazione per questa decisione è la seguente.
Dal momento che la piccola è nata fuori dal matrimonio i criteri da seguire sono quelli dell’art 262.
Ecco che cosa si dice: “Il figlio può assumere il cognome del padre aggiungendolo, anteponendolo o sostituendolo a quello della madre”.
Per questo motivo il Giudice ha il potere/dovere di aggiungere o anteporre o sostituire il cognome del padre a quello della madre.
La Cassazione ha stabilito che il Giudice dovrà sempre far prevalere il valore della bigenitorialità e l’interesse del minore.
In questo caso i Giudici hanno stabilito che l’interesse supremo del minore fosse quello di vedere anteposto il cognome del padre.
Unimamme, voi cosa ne pensate di questa sentenza di cui si parla su Agi?
Leggi anche > Bimba nata dal seme congelato del padre ha diritto al cognome paterno