Una mamma ha raccontato cosa è accaduto alle sue figlie che le sono state portate via.
Unimamme, oggi vi raccontiamo un’altra storia che parla del sistema degli affidi.
Sara è una mamma che, per anni, ha sopportato le violenze del compagno. Quando ha deciso di denunciarlo le assistenti sociali le hanno tolto le figlie di 8 e 13 anni.
Le piccole sono state portate a Cesena in una comunità. Secondo il Tribunale di Reggio Emilia i servizi sociali avrebbero dovuto svolgere un controllo per verificare la situazione famigliare delle bambine.
“Vennero a casa, a controllare che fosse tutto a posto. Non dissero niente. La casa era pulita e in ordine. Infatti non mi fecero nessuna contestazione” ha dichiarato la mamma delle bimbe. Di quelle visite di osservazione, però, non c’è traccia.
Qualche giorno dopo gli assistenti sociali di Reggio Emilia sono andati a scuola delle bambine con i carabinieri in divisa per prelevarle davanti a tutti i loro compagni.
Alla mamma non è stata data nessuna giustificazione per la sottrazione delle figlie.
Le figlie, però, continuavano a incontrare la mamma di tanto in tanto, in contatto con la coppia che le aveva accolte e sotto la supervisione degli psicologi.
Un giorno, però gli assistenti sociali decisero che le bambine dovevano essere poste in una casa famiglia di Cesena. Alle proteste della mamma è stato risposto così: “Le fa per caso fatica andare a trovare le bambine a Cesena? Quella è la struttura migliore per loro”.
Alle figlie di Sara, però, la struttura non è piaciuta. “Mi hanno chiamata un giorno che dovevano essere al mare con la coppia affidataria mi hanno chiesto di venirle a prendere, piangevano e dicevano che in quel carcere non ci volevano più tornare”.
La maggiore ha spiegato alla mamma il perché della fuga.
“Mia figlia mi diceva che lì dentro i bambini vengono maltrattati addirittura mi ha raccontato di un bimbo di 8 mesi che viene legato al seggiolone per ore con la faccia rivolta verso il frigorifero mentre piange, piange in continuazione. Mia figlia mi ha raccontato anche che ad un bambino di appena sei anni gli davano delle pasticche per farlo addormentare ogni volta che piange o che non vuole mangiare. A mia figlia è rimasto impresso nella mente quel bambino perché poi dormiva per ore e ore. Giada dice che ha gli occhi persi. Sono psicofarmaci. Li imbottiscono di psicofarmaci”.
In quell’istituto quindi c’erano sbarre alle finestre ed era consentita un’ora d’aria, secondo quanto dichiarato dalle bambine.
A quanto pare anche la supervisione dei minori sarebbe scarsa. “Una volta sono andata a trovare le mie figlie e ho visto che la grande aveva dei lividi sulla pancia, mi disse che gliel’aveva fatti un ragazzino mentre giocavano. Ma nessuno aveva visto niente, erano soli.”
La madre inoltre racconta che non poteva scattare foto alle figlie, abbracciarle troppo, perché secondo gli psicologi ciò avrebbe influenzato negativamente le bambine.
Oggi le bambine, dopo essere scappate dalla comunità, sono a casa con la mamma ma hanno vissuto, se tutto verrà confermato, mesi da incubo.
Unimamme, cosa ne pensate di questa denuncia di cui parla su Il Giornale?
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