Luca Barbareschi ha deciso di non lasciare l’eredità ai figli.
Unimamme, di recente l’attore Luca Barbareschi ha rilasciato dichiarazioni controverse alla trasmissione “Io e te” riguardanti l’eredità da lasciare ai figli e ciò che ne pensa.
“Ho dato a tutti l’opportunità di un lavoro. Io sono nato in Uruguay, ho il passaporto uruguagio, ho il passaporto italiano e lavorando negli States, ho avuto anche il passaporto americano honoris causa. Avendo tre passaporti, ho avuto il privilegio di poterlo passare anche ai miei figli. Cosa vuol dire questo? Che i miei figli hanno tre passaporti e possono lavorare in tutto il Mercosur, così come negli States e in Italia. Hanno studiato nelle migliori scuole, nelle migliori università: costano un milione di euro per l’educazione di quattro anni. Quando tu dai qualcosa ai figli che nessuno al mondo ha, allora ha già dato tutto“.
Una dei suoi 6 figli, Eleonora Barbareschi ha però deciso di rispondergli sul Corriere della Sera, indirizzandogli parole piuttosto dure.
“Condivido con le mie sorelle l’eredità, quella sì, di un genitore con un carattere difficile, che ci ha allevato come tre maschi e quindi con il desiderio di essere libere, di venire riconosciute per i propri sforzi, in maniera meritocratica.
Ecco che cosa ha aggiunto: “Papà non mi lascerà eredità? Il problema, semmai è un altro. Mi è mancata la sua presenza . Non lo faceva per cattiveria, ma perché è troppo preso da sé stesso. Un’assenza scivolata poi nella sua rigidità. La sua fissazione di costringerci a camminare con le nostre gambe. Se, a suo tempo, mi avesse comprato casa non mi sarei mica offesa. Il problema è confondere la linea sottile che intercorre tra il rendere un figlio libero di emanciparsi e l’abbandono”.
Eleonora ha anche pensato di cambiare cognome per non essere accusata di ricevere favoritismi per via del suo cognome.
“Quando glielo comunicai, mi rispose: va bene, fallo pure. Il mio non era un gesto contro di lui, ma una necessità per la mia sopravvivenza”.
Ora Eleonora possiede uno studio di design. “Ho iniziato a lavorare a 23 anni, anche se papà ci faceva lavorare da ragazzine nel suo ufficio. Poi ho scelto un percorso distante, per dimostrare che non ero una demente. È stata sempre molto forte in me la spinta ad affrancarmi. Tra noi una sana competizione: ce l’ho fatta anche senza il suo aiuto“.
Unimamme, voi cosa ne pensate di quanto detto da Barbareschi e della risposta di sua figlia riportata da Il Fatto Quotidiano?
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