Il figlio di una donna morta per femminicidio rischia di essere strappato alle cure della famiglia.
Unimamme, la storia di Laura Pirri, una mamma trentaduenne è davvero tragica. Il 7 marzo del 2017 la donna venne ricoverata d’urgenza all’ospedale civico di Palermo con gravissime ustioni.
Le ustioni ricoprivano il 40% del corpo e, secondo il marito, la moglie era rimasta ustionata durante un incendio provocato da un fornellino a gas.
Fu il figlio della coppia a incastrare il padre raccontando alla nonna materna che a dar fuoco alla mamma era stato il papà.
G. è stato poi affidato alla zia materna che, a causa di un grosso problema famigliare ora non può più occuparsene.
La donna infatti ha la sclerosi tuberosa e non poteva più prendersi cura del nipote. La nonna, Giovanna Pace, si è fatta avanti: “Lo prendo io”.
A lei, nel maggio scorso, è stato affidato il nipotino che ora ha 11 anni e a cui ora i servizi sociali vogliono portarlo via.
“Il bimbo non può più stare con voi, lo porteremo in casa famiglia”: ha detto alla nonna un’assistente sociale.
Secondo il Tribunale il bambino dovrebbe stare in una casa famiglia per poi, forse, essere adottato.
Per aiutare nonna Giovanna e impedire che il suo nipotino le venisse sottratto si sono mobilitate moltissime persone: amici, conoscenti e concittadini.
Si è quindi formato un sit dopo il quale è stato stabilito che il piccolo rimarrà con la nonna fino alla prossima sentenza del Tribunale, il prossimo 3 ottobre.
La nonna commenta: “Giuseppe è un bambino molto dolce e tranquillo noi lo amiamo e lui ci ama, non capisco perché non possa stare con noi. È vero siamo anziani ma oggi i figli arrivano sempre più tardi, perché non possiamo accudire il nostro nipotino? Perché deve essere sradicato e andare in un posto dove non conosce nessuno? È lui stesso che lo rifiuta, mi ha scritto una lettera che non riesco a rileggere, mi spezza il cuore. Vi prego non permettere che tutto questo accada”.
Nonna Giovanna non si dà pace: “noi lotteremo, so solo che la mia Laura la stanno uccidendo un’altra volta: “G. è felice, ci ama, è un bimbo dolcissimo e allegro, perché toglierlo da una casa dove ha riacquistato il sorriso e la serenità, per darlo ad estranei?”.
Ad aiutare questa nonna disperata è intervenuta l’insegnante Rosa Calvo, la donna ha riferito a Fanpage: “me ne sono interessata da mamma. Non conoscevo la vicenda, ho letto questo straziante post della signora Giovanna e ho aperto un gruppo Fb dedicato alla storia. In poche ore è diventato virale e mi sono trovata a moderare commenti di migliaia di persone ed eccoci qui, oggi, a gioire per questo risultato”.
Unimamme, cosa ne pensate di questa vicenda?
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