Gemelle siamesi Marieme e Ndeye: la drammatica e impossibile scelta di un padre.
Se fossero separate una di loro morirebbe sicuramente, è la drammatica storia di Marieme e Ndeye due gemelle siamesi di tre anni originarie del Senegal.
Le bimbe sono in cura al Great Ormond Street Hospital di Londra, l’ospedale pediatrico specializzato nelle malattie e condizioni gravi dei più piccoli. Posto di fronte ad una scelta atroce, il padre delle bambine, Ibrahima Ndiaye, ha deciso di non separarle chirurgicamente, sebbene le bambine non vivranno a lungo.
Per il papà scegliere di farne vivere una e morire l’altra è impossibile. Il comitato etico del Great Ormond Street Hospital rispetta questa sua decisione.
Le gemelline Marieme e Ndeye hanno cuore e cervello separati, ma hanno in comune l’apparato digerente, fegato, intestino e anche tre reni. Se se decidesse di separarle chirurgicamente, Marieme, la più debole, non sopravviverebbe all’intervento.
Il padre delle piccole, Ibrahima Ndiaye, che era manager in Senegal, il loro Paese di origine, ha fatto di tutto per far curare le figlie nei migliori ospedali del mondo e per questo ha perso il lavoro. L’uomo ha portato le bambine negli Stati Uniti, in Zimbabwe, Norvegia, Svezia, Belgio, Germania e anche Italia, dove le piccole sono state seguite dal professor Paolo De Coppi. È stato proprio Coppi, che lavora presso l’ospedale inglese, a spiegare a Ibrahima che non era possibile separare le gemelline senza perdere Marieme. La bimba più vivace ma anche la più fragile.
“Noi esistiamo per salvare la vita non per uccidere” ha dichiarato questo medico che spiega come il rischio di separare le due bambine ricada su entrambe.
Senza l’intervento chirurgico di separazione le gemelline sono destinate a morire prima dell’età adulta, ma il papà non se l’è sentita di scegliere chi far vivere e chi far morire, per lui sono entrambe uguali, per lui era una scelta impossibile. Per Ibrahima sarebbe stata una decisione straziante. “In questi casi non segui il cervello ma il cuore, ogni decisione è straziante, troppe conseguenze…“, ha spiegato. E il suo cuore gli suggeriva che non poteva far sopravvivere una delle figlie causando la morte dell’altra. “Sono insieme e sono uguali“, ha sottolineato il papà.
La piccola Marieme morirà prima della sorellina e quando questo accadrà non si farà più in tempo a salvare Ndeye. Moriranno tutte e due ma non si quando. “So che un giorno dovranno andare. Ma entrambe combatteranno – ha spiegato il papà -. Sono la mia ragione di vita, e non le lascerò mai sole“.
La decisione del padre è stata accolta dal comitato etico del Great Ormond Street Hospital di Londra, l’ospedale pediatrico dove le bambine sono in cura, rispettando la scelta di non intervenire chirurgicamente sulle gemelle, sebbene di parere contrario, senza bisogno di ricorrere ad una decisione della magistratura.
Il Great Ormond Street è uno dei più importanti ospedali pediatrici al mondo, per la ricerca e le cure di eccellenza dei bambini. Qui è stato ricoverato il piccolo Alessandro Maria Montresor prima dell’intervento al Bambino Gesù, ma soprattutto l’ospedale è diventato conosciuto in tutto il mondo per il difficile caso di Charlie Gard, in quella circostanza i medici ricorsero alla magistratura per staccare la spina al bambino che era da tempo in stato vegetativo, ritenendolo ormai morto.
L’ospedale londinese è anche uno dei più importanti centri al mondo per la separazione di gemelli siamesi. Il dottor Joe Brierley, uno dei pediatri dell’ospedale e anche presidente del comitato etico ha dichiarato: “Possiamo fare cose incredibili rispetto a 20 o 30 anni fa. Ma solo perché possiamo, non significa sempre che dovremmo “.
La testimonianza di papà Ibrahima è stata raccolta dalla BBC “The Conjoined Twins: An Impossible Decision“, “Le gemelle unite, la decisione impossibile”, che sarà trasmesso dal canale BBC 2 la sera di lunedì 5 agosto. Nel filmato verrà presentato e spiegato il difficile caso clinico delle gemelline.
“Sono la mia ispirazione“, ha detto papà Ibrahima delle figlie. “Do tutto a loro. Non le lascerò mai da sole”.
Questa storia è stata raccontata dal Mirror e in Italia dal Corriere della Sera.
Che dire di questa storia unimamme? Possiamo solo stringerci a questo papà coraggioso e sperare che le bambine possano vivere il più a lungo possibile, nonostante le previsioni dei medici.
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