La favola di Biancaneve ed i sette nani è forse una delle storie più conosciute. La favola fu scritta dai fratelli Grimm e nel corso degli anni ha subito diverse ed importanti modifiche. Nel 1937 la Disney ha proiettato il suo primo lungometraggio dove veniva proprio ripresa la storia di Biancaneve ed i sette nani.
Come per altre fiabe, come ad esempio la favola di Raperonzolo assomiglia a Santa Barbara, rinchiusa nella torre, la storia di Biancaneve potrebbe essere ispirata a dei fatti realmente accaduti. Negli anni, diversi storici soprattutto tedeschi si sono messi in cerca della “vera” Biancaneve.
Adesso il direttore di un museo bavarese ha affermato di aver ritrovato la lapide della baronessa a cui s’ispira il personaggio del cartone animato.
Come riportato anche da il Fatto quotidiano, già nel 1986, il ricercatore Karl-Heinz Barthels ha reso pubblico la sua tesi secondo la quale Biancaneve sarebbe stata in realtà la baronessa Maria Sophia von Erthal.
Sembrerebbe che la storia della Baronessa abbia molte similitudini con quella di Biancaneve. Il direttore del museo della diocesi di Bamberga, in Baviera, Holger Kempkens, ha annunciato di aver ritrovato la lapide della Baronessa. Intervistato dalla BBC, ha dichiarato: “Non possiamo provarlo con certezza, ma ci sono molti indizi che Sophia sia stata il modello di Biancaneve. C’è una base storica, con aggiunta di elementi di fantasia”.
La baronessa tedesca Maria Sophia von Erthal, è nata in un castello a Lohr am MAin ed era figlia di un nobile locale che possedeva una fabbrica di specchi, proprio come quello al quale si rivolge la matrigna cattiva.
Inoltre, come Biancaneve, la Baronessa non aveva più la madre e viveva con il padre e la sua seconda moglie Claudia Elisabeth von Reichenstein, nobildonna che aveva sempre preferito i suoi figli di primo letto, costringendo Maria Sophia ad allontanarsi dal castello e sembrerebbe che abbia vissuto nei boschi li attorno, come riportato da Wikipedia.
Inoltre nella zona dove abitava la Baronessa erano presenti molte miniere. Miniere che presentavano dei cunicoli molto piccoli, nei quali lavoravano persone di statura molto bassa o addirittura bambini: da qui forse l’idea dei sette nani.
Il finale della favola di Biancaneve è molto romantico, il principe azzurro la salva con un bacio d’amore. Così non è stato per la Baronessa che non fu salvata da un principe azzurro, ma diventò cieca da giovane e morì in convento, ormai ultrasettantenne.
La sua storia, nell’ottocento, era molto conosciuto dagli abitanti del luogo. Secondo lo storico, i fratelli Grimm vissero per molto tempo ad Hanau, soli 50 km dal castello di Lohr am Main. Per questo potrebbero aver preso spunto dalla storia della povera Baronessa per costruire quella di Biancaneve.
Per anni la lapide della Baronessa era stata conservata in una chiesa di Bamberga e poi trasferita in un ospedale costruito dal fratello. Solo negli anni settanta era stata conservata da una famiglia che l’ha poi donata al museo.
Per il direttore del museo era strano ed insolito che una donna, vissuta in quegli anni, avesse una propria pietra tombale con un’incisione. Quella della baronessa von Erthal recita: “Nobile eroina cristiana, qui giace dopo la vittoria del destino, pronta per essere trasfigurata nella resurrezione”.
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