Il 9 agosto è morta Paola Bonzi, una donna che dedicato la sua vita a salvare la vita dei bambini indesiderati.
Paola Bonzi, madre di 2 figli e nonna di 4 nipoti, è stata la fondatrice e la direttrice del Centro di Aiuto alla Vita della Clinica Mangiagalli di Milano, il primo CAV costituito in un ospedale creato nel 1984.
La Bonzi aveva 76 anni e si trovava in vacanza con il marito Luigi: è deceduta all’ospedale di Brindisi.
Paola Bonzi: è morta la donna che ha contribuito a far nascere più di 22 mila bambini
Paola Bonzi è stata una donna molto amata e il cui impegno è stato riconosciuto anche da chi non la pensava come lei. Per anni ha infatti lavorato in Mangiagalli, “vicina di casa” di un grande medico, il professore Giorgio Pardi, direttore all’Istituto “L. Mangiagalli”, e scienziato di fama internazionale, morto nel 2007. Pardi, conosciuto anche come il primo medico ad eseguire un’interruzione di gravidanza legale in Italia, ha sempre stimato molto la Bonzi e la stima era ricambiata.
La Mangiagalli, va spiegato, è una clinica sorta agli inizi del 1900 per permettere alle milanesi con poche possibilità economiche di partorire senza rischi e che negli anni ’70 è diventata famosa perché i medici, contrari alle pratiche clandestine e pericolose della mammane, furono i primi a battersi a favore della regolamentazione dell’aborto.
Nel 1978 è stata infatti approvata la famosa legge 194, chiamata “Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza“, la quale oltre a prevedere la possibilità per le donne di interrompere la gravidanza, stabilisce l’obbligo di fornire supporto alle donne per superare quelle difficoltà che possono indurle all’interruzione volontaria della gravidanza. Cosa che purtroppo non accade quasi mai. Proprio per questo motivo è nato il CAV di Paola Bonzi.
Dal 1984 ad oggi, in 35 anni di attività, sono nati più di 22 mila bambini grazie ai volontari del CAV della Mangiagalli.
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Tante le critiche e le battaglie affrontate, ma fino all’ultimo Paola Bonzi si è battuta ribadendo ultimamente in un’intervista a Tempi.it quanto le attività del CAV siano sostenute dai soldi pubblici solo in minima parte:
“Il mio colloquio professionale viene pagato 19 euro e 11 cent. Il nostro bilancio annuale ammonta a 1 milione 600 mila euro. I rimborsi dell’Ats ne coprono un terzo. Ma noi abbiamo oggi abbiamo in carico più di 2.500 donne e forniamo loro: colloquio mensile fino all’anno del bambino, partecipazione a gruppi di donne allo stesso periodo di gravidanza, se serve accoglienza gratuita in un alloggio per il periodo della gravidanza e dopo la nascita, corso di preparazione al parto, quando il bimbo nasce incontro con ostetrica, massaggio del neonato, gruppi bebè, colloqui mensili che negli ultimi 6 mesi diventano scuola di genitori, e a ciascuna mamma diamo magari un bel sussidio mensile che il pubblico non dà, una “borsa della spesa” e poi tutto ciò che serve al bambino, corredino, attrezzature, passeggino, marsupio, fornitura di pannolini fino all’anno di età, guardaroba fino ai 18 mesi. Un terzo i rimborsi: eccoli i soldi intascati per far funzionare la 194. Non sto qui a perdere tempo ad “istruire sulle colpe morali”: 21.330 bambini nati, e nessuno mi ha mai maledetto per averli aiutati“.
Tanto l’impegno di questa donna che nel 2013 è insignita dalla città di Milano con la sua massima onorificenza, l’Ambrogino d’oro.
Colpisce l’ultimo messaggio pubblicato il 29 luglio sulla sua pagina Facebook:
“C’era una volta il CAV.
Da quando è nato, nell’autunno dell’84, sono passati 22.702 bambini nati da madri coraggiose che sono state messe in grado, con il nostro sostegno, di darli alla luce.
Nella nostra sede, all’interno della Clinica Mangiagalli, abbiamo accolto e ascoltato, soprattutto col cuore, racconti spesso “da brivido”, il cui ricordo non permetteva a quelle donne di accettare di diventare madre.
Noi però, perché i bambini nascano, siamo pronti a tutto e così abbiamo distribuito sussidi economici, tutto l’indispensabile per la madre e il bambino e gli alimenti di prima necessità, oltre a un percorso consultoriale di tipo psico-pedagogico.
Ora è come se fossimo arrivati al dunque.
Ci troviamo infatti nella critica situazione di dover inventare cose nuove (come per esempio corsi di musica in fasce, di musicoterapia, di “disegno in attesa”, di produzione di oggetti originali…) e di altro ancora rivolto a genitori che desiderano offrire ai propri bimbi situazioni speciali che aiutino la buona crescita.
Naturalmente tutto ciò, proposto da docenti di alta qualità, avrà un modesto costo, destinato ad aiutare genitori con minori possibilità economiche.
E’ allo studio, sempre per raggiungere un buon risultato economico, una serata di gala che cada in prossimità di questo 35° compleanno.
Incontrando le nostre utenti abbiamo provato emozioni di tutti i tipi, che hanno plasmato anche la nostra vita personale.
Infatti è impossibile condividere storie di lacrime e poi chiudere la porta e andarsene a casa.
Magari non ricordiamo tutti i volti di chi abbiamo conosciuto, ma nel nostro intimo abbiamo impastato insieme alle nostre tutte le emozioni provate.
Non siamo solo invecchiati in questi anni, siamo diventati anche persone diverse che non possono più vivere solo per sé stesse e per la propria famiglia, ma che hanno acquisito la sensibilità di chi avvicina il dolore degli altri.
L’avventura è stata meravigliosa e non può finire.
L’estate ci sta portando lontano, ma solo fisicamente.
Sono sicura che, come capita a me, anche per ciascuno di voi, ci sarà un angolo di cuore occupato dal desiderio di inventare modalità che possano continuare a far nascere.
La Vita è Amore.
Restiamo insieme, continuando a pensare alla nostra missione, costruendo così il Futuro.
Certa che il periodo estivo porti a tutti voi tante giornate belle, invio tutto il mio affetto.
Paola Bonzi”
Cosa aggiungere unimamme se non che una donna, che ha fatto tanto per le donne e per le mamme, morendo ci ha lasciato una bella eredità: più di 22 mila bambini nati!