Infermiere incinte insieme: è baby boom all’ospedale di Kansas City. Tutte insieme per le foto.
Le infermiere dell’Unità di terapia intensiva neonatale del Children’s Mercy Hospital di Kansas City, nello stato Usa del Missouri, sono rimaste incinte praticamente tutte insieme. Una circostanza non insolita già accaduta anche in altri casi.
Le donne, chi con i bambini in braccio e chi ancora incinta, si sono fatte fotografare tutte insieme, sorridenti. Sono ben 36 e tutte orgogliose di mostrare i loro piccoli o la loro pancia tonda. Ecco la storia delle infermiere del Children’s Mercy Hospital.
Infermiere incinte insieme: baby boom all’ospedale di Kansas City
Tante donne incinte quasi tutte nello stesso periodo. C’è chi ha già partorito e chi lo farà tra poco. Sono 36 donne e oltre alla maternità le accomuna il posto di lavoro: sono tutte infermiere dell’Unità di terapia intensiva neonatale del Children’s Mercy Hospital di Kansas City, l’unico reparto di livello IV del Midwest ovvero il più specializzato nel trattare i casi di neonati in condizioni critiche. Si tratta dunque di infermiere altamente specializzate.
Di queste 36 infermiere, 21 hanno già partorito e altre 15 sono ancora incinte, qualcuna vicina alla scadenza del termine. Tutte insieme si sono fatte immortalare in una foto di gruppo, in cui appaiono sorridenti e orgogliose, le neonamme tengono in braccio i loro bambini e le altre accarezzano la pancia, in attesa del loro turno.
Non è una novità il fatto che donne che lavorano in uno stesso luogo rimangano incinte tutte insieme. Vi abbiamo già raccontato un altro episodio, accaduto sempre negli Stati Uniti, questa volta nel Maine, e che riguarda sempre un gruppo di infermiere, anche se di numero decisamente inferiore.
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La prima delle 36 infermiere a restare incinta è stata Allison Ronco, 32 anni, infermiera e coordinatrice di educazione in terapia intensiva. La donna ha partorito lo scorso 7 gennaio un bambino di nome Henry. Ronco ha raccontato al programma Good Morning America che baby boom come questo non sono rari nel loro reparto, anzi accadono spesso e ci sono abituate. I pazienti scherzano su questo fatto facendo finta di non voler bere acqua nell’ospedale a meno che non vogliano restare incinte.
Certo, per l’ospedale è un grosso impegno avere tutte queste infermiere incinte in contemporanea, con tutto il lavoro impegnativo e delicato che c’è da fare in una Unità di terapia intensiva neonatale. Le infermiere, però, vivono questa esperienza con gioia e condivisione, aiutandosi l’una con l’altra.
C’è grande sostegno, fisico e psicologico, e infermiere si incoraggiano a vicenda, tra gli alti e bassi della gravidanza e dei primi mesi di maternità, si scambiano consigli e suggerimenti e se una di loro sta male le altre si prestano subito ad aiutarla e rincuorarla. Quello che è il loro lavoro verso le pazienti e i loro piccoli che arrivano in ospedale diventa anche normale attività di aiuto e sostegno verso le colleghe, anche per un supporto morale.
L’altro aspetto curioso di queste maternità simultanee è che dei 21 bambini nati finora ben 19 sono maschietti, con una esigua minoranza di solo due femminucce. Si tratta di una vera e propria tribù di mamme e bambini in cui c’è un grandissimo coinvolgimento, come una famiglia allargata. Insieme si scherza, ci si diverte, si cresce, si impara e si ha sempre la sensazione che c’è qualcuno in un angolo pronto ad aiutare una mamma e il suo bambino. Come ha spiegato Allison Ronco a Good Morning America. Insomma come una vera tribù.
Essere incinte tutte allo stesso tempo significa che le donne si stringono l’una con l’altra, condividendo i momenti belli ma anche quelli brutti.
L’infermiera Sarah Carboneau, che lavora nell’Unità di terapia intensiva neonatale dell’ospedale, ha avuto bisogno lei stessa del reparto e della cura delle sue colleghe per suo figlio Ben, nato lo scorso 9 febbraio. Il bambino aveva un difetto al cuore e ha avuto bisogno di cure specifiche. Anche sua madre spaventata e preoccupata ha avuto bisogno di tutte le attenzioni, l’incoraggiamento e l’affetto delle colleghe. Perché un conto è lavorare con i bambini in terapia intensiva un altro è avere il proprio figlio ricoverato i condizioni critiche. Per quanto si possa essere preparati ed esperti non lo si è mai a livello emotivo quando tocca ai propri figli.
Sarah era ancora più preoccupata perché era perfettamente consapevole di quello che l’aspettava e aveva visto tanti bambini ricoverati con lo stesso problema del figlio. È stato grazie al prezioso aiuto e a tutto il sostegno che le hanno dato le sue colleghe che ha potuto affrontare e superare i momenti più difficili. Ben è stato poi operato al cuore, l’intervento è andato bene e ora sta bene, ma per Sarah è stato il periodo più duro della sua vita. Grazie alle sue colleghe è riuscita ad andare avanti e anche a riprendere il suo lavoro di infermiera.
Nonostante la gravidanza possa essere un’esperienza dura, queste infermiere hanno trovato un sostegno incredibile nel viverla tutte insieme. “Possiamo parlarne, sfogarci ed essere entusiaste l’una dell’altra“, ha detto a USA Today l’infermiera Michelle Janes, il cui termine scade il 29 novembre prossimo. Sono di grande aiuto soprattutto le donne che hanno già anche altri figli. Le infermiere si scambiano opinioni su tutto e hanno anche un gruppo Facebook dedicato in cui parlando di pannolini, bambini che vogliono sgattaiolare via dalla culla e tutte le tematiche su gravidanza, parto e prima infanzia.
Le mamme non si scambiano soltanto consigli o incoraggiamenti, non perdono occasione, quando possono, di festeggiare insieme, la gravidanza o i loro bambini. Così, si invitano reciprocamente ai loro “baby shower”, i party che si organizzano in America solitamente tra amiche verso la scadenza della gravidanza per festeggiare l’arrivo del bebè. Baby shower che, a causa dei turni di lavoro delle infermiere, spesso si tengono agli orari più strani, anche in piena mattina di un giorno feriale.
C’è grande sostegno e grande spirito di complicità tra queste donne. Quando si incontrano con loro ci sono sempre un sacco di marmocchi intorno, che si riconoscono l’uno con l’altro. È tutto molto divertente e alla fine sono tutte veramente buone amiche.
Che ne pensate di questa storia unimamme? Non è bellissima?
Potete leggerla sul sito web CafèMom e scoprire ulteriori dettagli.