Neve con plastica sulle Alpi e sull’Artico, la sconvolgente scoperta degli scienziati.
In quelli che dovrebbero essere ambienti remoti e incontaminati, come l’Artico, sono stati trovati frammenti di plastica. La sconvolgente scoperta viene da uno studio tedesco e svizzero. Una conferma della gravità dell’inquinamento da plastica, con conseguenze ancora non conosciute sulla salute umana.
Se pensavate che alcune zone del mondo fossero al riparo dall’inquinamento vi sbagliavate e non stiamo parlando di aria, ormai praticamente ovunque contaminata dalle emissioni di gas serra, ma di inquinamento da plastica. Infatti minuscoli frammenti di plastica sono stati trovati anche nella neve dell’Artico e su montagne impervie, raramente frequentate dall’uomo. Ciò significa che la plastica è arrivata in questi luoghi con le precipitazioni, che la plastica ormai è anche nell’aria.
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La plastica in piccoli frammenti o microplastiche (così sono chiamati i piccoli frammenti inferiori ai 5 millimetri) scende con la neve sulle Alpi ma anche sulle zone più remote dell’Artico, lontane dalle regioni e dai centri urbani più inquinati.
È quello che hanno scoperto i ricercatori tedeschi e svizzeri, rispettivamente dell’Alfred Wegener Institute, Helmholtz Centre for Polar and Marine Research (AWI) e del WSL Institute for Snow and Avalanche Research SLF, coordinati dai professori Melanie Bergmann e Gunnar Gerdts.
I ricercatori hanno trovato minuscoli frammenti di plastica nella neve caduta nel Mar Glaciale Artico, nello stretto di Fram, tra le isole Svalbard e la Groenlandia. Le particelle di plastica sono state trovate sopra i tratti di mare ghiacciati, il che significa che sono arrivate qui con la neve, portati dalle correnti e precipitazioni atmosferiche.
Nella neve dell’Artico sono state trovate fino a 14.400 particelle di plastica per litro. In questi frammenti sono state individuate tracce di pneumatici, di vernice, forse anche di fibre sintetiche.
Molte di più, ma non è una sorpresa, sono le particelle di plastica trovate nella neve sulle Alpi svizzere (monte Tschuggen e Davos) e in Baviera: fino a 154mila particelle per litro. Qui sono stati trovati soprattutto frammenti di gomma, in particolare di pneumatici.
Quello che è impressionante è che le microplastiche siano arrivate in luoghi tanto remoti come l’Artico, scarsamente antropizzati e comunque molto lontani dalle arre più popolate e più inquinate del pianeta. Secondo gli scienziati, le particelle di plastica sono arrivate fino all’Artico con la neve portata dai venti e dalle precipitazioni atmosferiche, anche se ancora non è chiaro da dove provengano come siano arrivate sull’Artico. Secondo i ricercatori dell’Alfred Wegener Institut i frammenti trovati nella neve potrebbero provenire dalle navi rompighiaccio.
Melanie Bergmann e i suoi colleghi studiano la presenza delle particelle di plastica nell’Artico dal 2002 e purtroppo in questi anni di stui ne hanno trovate sempre di più.
I campioni di neve presi in esame sono stati raccolti tra il 2015 e il 2017 e poi analizzati nei laboratori dell’Istituto Alfred Wegener di Bremerhaven. Lo studio dei ricercatori tedeschi è svizzeri è stato pubblicato sulla rivista Science Advances.
La presenza di microplastiche nell’ambiente può nuocere alla salute umana, anche se ancora non se ne conoscono gli effetti. Certo è che la plastica ha già contaminato la catena alimentare, soprattutto marina. I pesci più piccoli ingeriscono le microplastiche mentre gli animali marini in testa alla catena alimentare oltre ad ingerire la plastica che trovano negli oceani e nei mari, mangiano animali che a loro volta hanno mangiato plastica. Per questo motivo i ricercatori autori dello studio sull’inquinamento da plastica nell’Artico hanno sollecitato urgenti “ricerche sugli effetti sulla salute umana e animale concentrandosi sulle microplastiche trasportate dall’aria”.
Lo studio è stato citato da Il Post.
Che ne pensate unimamme? Vi sareste mai aspettate che la plastica avrebbe inquinato anche il Polo Nord?
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