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Educazione stradale a scuola: è tutto da rifare

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valeria bellagamba
Scuola (iStock)

Educazione stradale a scuola: rimandata all’anno prossimo con l’educazione civica.

Salta l’educazione civica per il l’anno scolastico che sta per iniziare e insieme ad essa anche l’educazione stradale. Tutto per colpa di un vizio di forma. Un’occasione persa per insegnamenti fondamentali per bambini e ragazzi.

Educazione stradale a scuola rimandata di un anno

Il ritorno dell’educazione civica a scuola, con una parte importante dedicata anche all’educazione stradale, punto di vanto del governo (appena caduto) e del ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, non avverrà quest’anno. Nonostante l’approvazione della relativa legge lo scorso 1° agosto, infatti, per un errore di procedura l’educazione civica e quella stradale non potranno essere introdotte con l’anno scolastico in partenza il prossimo settembre.

La legge, infatti, avrebbe dovuto essere pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 16 agosto scorso, entro 15 giorni dall’approvazione, secondo le regole, ma questo non è avvenuto così è tutto rimandato all’anno scolastico 2020/2021. Non rispettando la data di scadenza per la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, infatti, l’educazione civica e quella stradale non potranno essere inserite nei programmi scolastici di quest’anno. Mancano i tempi tecnici. Niente di fatto e tutto da rifare. La denuncia, con le critiche, arriva dall’Asaps, associazione amici polizia stradale,

Si tratta di una sconfitta per la scuola e soprattutto per i bambini e ragazzi che hanno bisogno di ricevere l’educazione stradale a scuola, per la loro sicurezza e per una corretta condotta su strada.

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La legge prevedeva il ritorno a scuola dell’educazione civica con l’educazione stradale, introdotte in un programma di insegnamento di 33 ore all’anno, compreso anche il voto in pagella. Comprendeva 12 articoli e prevedeva che nel primo e nel secondo ciclo di istruzione fosse istituito l’insegnamento trasversale dell’educazione civica e che le iniziative di sensibilizzazione alla cittadinanza responsabile fossero avviate già dalla scuola dell’infanzia. Ora è tutto rimandato al 2021.

Secondo il Codice della Strada tuttora vigente, approvato nel 1992, con successive modifiche, l’educazione stradale avrebbe dovuto essere introdotta come materia scolastica già all’epoca, come previsto dall’art. 230 dello stesso Codice. Un ritardo che ha raggiunto e ormai sta superando i 27 anni.

“Dovevano essere predisposti appositi programmi da parte del Ministero dell’Istruzione, di concerto con il Ministero de Trasporti, dell’Interno, dell’Ambiente”, ha spiegato Luigi Altamura, capo della polizia municipale di Verona e rappresentante delle polizie municipali all’Anci. “Quel codice del 1992 era talmente avanti rispetto alle criticità e alle cause di sinistro stradale che ricordava come fosse fondamentale far conoscere le regole di comportamento degli utenti – ha aggiunto Altamura -, con particolare riferimento all’informazione sui rischi conseguenti all’assunzione di sostanze psicotrope, stupefacenti e di bevande alcoliche“.

Insomma, il Codice della Strada del 1992 era molto avanti e precorreva quelle esigenze che si sarebbero manifestate con forza negli anni seguenti, ma nessuno ha mai voluto o saputo metterlo in pratica.

In tutti questi anni, i programmi scolastici non hanno mai adottato ufficialmente l’educazione stradale come materia di studio, con spiegazioni, compiti in classe, interrogazioni e voti. Nonostante ciò, le scuole hanno fatto educazione stradale ai ragazzi, invitando gli agenti della polizia municipale a giornate e lezioni dedicate, anche con incontri fuori dal normale orario scolastico, per illustrare ai bambini e ragazzi le regole fondamentali dell’educazione stradale, i comportamenti da tenere, quelli da evitare e i pericoli. Tutto è stato lasciato però alla buona volontà di presidi e insegnanti, senza la strutturazione generale di un preciso percorso scolastico a livello nazionale.

Altamura ha sottolineato che, nel frattempo, “in molte città sono sorte anche delle vere e proprie piste di educazione stradale, in centinaia di Comandi esistono anche Nuclei di agenti e ufficiali dedicati e formati che, anche fuori del proprio orario di lavoro, svolgono con entusiasmo lezioni e analisi sui rischi e sui comportamenti corretti da adottare sulle strade con bambini e ragazzi, anche con riferimento ai diversi utenti della strada”.

Le scuole si sono organizzate da sole e i vigili urbani insegnano l’educazione stradale ai ragazzi anche fuori del proprio orario di lavoro, come attività di volontariato. Mentre dallo Stato è tutto bloccato.

La notizia del rinvio dell’educazione stradale al 2021 è stata da Repubblica.

Che ne pensate unimamme di questa situazione?

valeria bellagamba

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