L’app che localizza chi si è perso, boom di richieste dopo la morte dell’escursionista francese.
Si chiama Where Are U ed è un’applicazione per smartphone che serve a localizzare chi sta chiamando dallo stesso smartphone. È molto utile in caso di richiesta di soccorsi, perché individua subito e in modo esatto la posizione di chi sta facendo la richiesta, ma è fondamentale per chi si è perso e non ritrova la strada.
Come è accaduto purtroppo al giovane escursionista francese Simon Gautier che ai primi di agosto si è perso in una zona impervia del Parco del Cilento, in Campania, e purtroppo è morto dopo una brutta caduta in un burrone. Simon aveva chiamato i soccorsi mentre era ancora ferito, ma è stato difficile individuarlo e purtroppo non c’era più nulla da fare quando i soccorritori lo hanno ritrovato. Forse il giovane si sarebbe potuto salvare se fosse stato trovato prima, invece sono trascorse molte ore dalla sua richiesta di aiuto al suo ritrovamento. Una vicenda che ha scosso profondamente l’opinione pubblica e che sembra incredibile nell’epoca dei segnali GPS e in cui tutti siamo sempre connessi 24 ore su 24.
A seguito di questo triste caso di cronaca è stato un boom di download dell’applicazione Where Are U.
La app per smartphone “Where Are U” (dall’inglese “dove sei tu”) è stata creata in Lombardia da Areu, azienda regionale di emergenza urgenza in Lombardia, e serve ad individuare con precisione il luogo dal quale provengono le chiamate di soccorso effettuate dal telefono su cui è installata. È una app molto utile per chi fa una richiesta di soccorso e non conosce il luogo in cui si trova e anche per chi si è perso in una zona impervia. Questa app funziona con la chiamata al 112 ed è attiva solo in quei luoghi dove esiste già il numero unico d’emergenza 112: in Lombardia, a Roma e dintorni, nella Sicilia orientale e meridionale, in Liguria, in Friuli Venezia Giulia, a Trento e Bolzano.
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Una volta scaricata sul proprio smartphone, sullo schermo compare un’icona con il logo del 112, il numero di emergenza in Italia (un tempo era il numero dei carabinieri, oggi per effetto delle regole europee sul numero unico di emergenza funziona anche per chiamare ambulanza e vigili del fuoco, ma non è ancora attivo in tutta Italia). Quando si appoggia il dito sull’icona, come qualunque altra app, al secondo tocco parte la chiamata al 112. In quel momento alla centrale operativa arrivano tutte le informazioni su chi sta effettuando la chiamata: luogo con posizione esatta, numero di telefono e nome e cognome della persona che sta chiamando (i cui dati sono stati forniti al momento della registrazione).
Se il luogo dal quale la persona sta chiamando non funziona la rete dati internet, alla centrale operativa arriva un sms. Si tratta di una funzionalità pensata per chi va in montagna. Come ha spiegato al Corriere della Sera Andrea Pagliosa, del team sistemi informativi di Areu Lombardia.
L’applicazione “Where Are U” è dunque utilissima per chi ha bisogno di soccorsi ma non sa dove si trova o si è perso, come nel caso dello sfortunato escursionista francese. Ma è utile anche nei momenti di emergenza, quando la persona che sta chiamando non conosce bene il luogo in cui si trova e non è in grado di fornire precise indicazioni ai soccorritori o quando la persona è in stato di choc. Pensiamo ad un incidente stradale, soprattutto in autostrada, quando è difficile dare informazioni precise all’operatore che riceve la chiamata di soccorso. In questi il casi il tempo, anche in secondi, può essere determinante.
Quando l’utente scarica al app “Where Are U” sul proprio telefono può registrarsi, indicando i propri dati personali, con nome e cognome. In questo caso, quando chiamerà i soccorsi, l’operatore oltre alla sua posizione e al suo numero di telefono conoscerà anche il suo none e cognome. Quando ci si registra sulla app si può inserire anche una lingua madre diversa dall’italiano. Così, in caso di chiamata si attiva il collegamento con un’interprete. In Lombardia Areu ha a disposizione interpreti per diverse lingue.
L’applicazione copre già tutte le funzioni dell’Aml, Advanced mobile location, richiesto dalle regole europee per i numeri di emergenza e già sviluppato in altri Paesi. Cliccando su un’altra icona è anche possibile fare una chiamata muta, tenendo di fatto il microfono aperto. In questo caso l’operatore sa chi sta chiamando e può ascoltare suoni, voci e rumori trasmessi attraverso il microfono e rendersi conto che chi sta chiamando ha dei problemi ma non può parlare. Tra gli aggiornamenti previsti c’è l’attivazione della richiesta di aiuto tramite chat, dedicata soprattutto alle persone con problemi di udito, che non possono sentire le domande dell’operatore.
A seguito della tragica vicenda dell’escursionista francese, c’è stato un vero e proprio boom di scaricamenti della app “Where Are You” sui telefoni di migliaia di italiani. Negli ultimi giorni si sono superati i 18mila download al giorno. Segno che la vicenda del povero turista francese ha colpito l’opinione pubblica.
L’applicazione è disponibile per sistemi operativi iOs e Android e scaricabile dall’App Store e da Google Play.
Per ulteriori informazioni segnaliamo il sito web della app: where.areu.lombardia.it
E voi unimamme, la scaricherete sui vostri telefoni? Ritenete questa app utile?
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