Evelyn Beatríz Hernández Cruz è stata stuprata ed è rimasta incinta, ha partorito in una fossa settica il figlio ed era stata condannata a 30 anni per aborto.
Evelyn Beatríz Hernández Cruz è una ventunenne salvadoregna che ha rischiato una condanna molto dura, di 30 anni, per aver avuto un aborto.
Evelyn aveva già trascorso dietro le sbarre 33 mesi quando finalmente, un giudice, ha ritenuto le prove contro di lei insufficienti per una condanna.
La giovane era stata stuprata e, a seguito della violenza era rimasta incinta, ma lei ha sempre sostenuto di non essersi accorta della gravidanza.
Evelyn aveva solo 17 anni ed era una studentessa del college quando era stata violentata, nel 2015.
Alla 32° settimana, nel 2016 aveva sentito forti dolori addominali e aveva espulso il feto, morto, in una fosse settica. Lì l’ha trovata sua mamma, svenuta.
Il coroner aveva stabilito che il feto fosse morto morto per polmonite da aspirazione, avendo trovato meconio nei polmoni del piccolo. Nonostante questo Evelyn era stata condannata a 30 anni.
El Salvador è infatti uno dei tre Stati sudamericani dove vige il divieto assoluto di aborto. Le donne che hanno avuto un aborto spontaneo sono, a volte, accusate di omicidio aggravato, con pene severe dai 30 ai 40 anni.
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Anche i medici sono costretti a denunciare alle autorità se scoprono che una donna ha cercato di interrompere una gravidanza, altrimenti rischiano anche loro la detenzione.
Nel febbraio del 2019 Evelyn era stata liberata, ma l’accusa ha voluto insistere portandola di nuovo in tribunale e accusandola di aver deliberatamente ucciso il bambino.
Ora è finalmente libera da tutte le accuse.
Bisogna evidenziare che in El Salvador la maggior parte delle donne condannate per omicidio dopo un aborto sono contadine che finiscono in prigione con prove lievi, anche se hanno avuto aborti spontanei o parti prematuri.
“Quella di Evelyn è una clamorosa vittoria per i diritti delle donne in El Salvador. Conferma che nessuna donna dovrebbe essere ingiustamente accusata di omicidio per il semplice fatto di avere subito un’emergenza ostetrica» ha commentato Erika Guevara-Rosas, direttrice di Amnesty International America.
Da parte sua Evelyn, vittima due volte, ha commentato: “è stata dura essere rinchiusa, in modo particolare quando sapevo di essere innocente. Ci sono ancora altre donne rinchiuse e spero siano liberate presto”.
Unimamme, cosa ne pensate di questa vicenda che per fortuna si è risolta con un’assoluzione che è stata raccontata dal The Guardian?
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