La foresta Amazzonica sta bruciando, i dati rilevano che gli incendi nel 2019 sono aumentati rispetto all’anno precendente. Le cause sono diverse.
La foresta Amazzonica sta bruciando, l’area boschiva dell’Amazzonia copre circa 5,5 milioni di chilometri quadrati. La foresta è situata per circa il 65% del territorio in Brasile, ma si estende anche in Colombia, Perù, Venezuela, Ecuador, Bolivia, Guyana, Suriname e Guyana francese, come riportato da TgCom24.
L’Istituto nazionale di ricerche spaziali del Brasile (Inpe) ha affermato che solo nella settimana che va dal 19 al 25 agosto sono scoppiati tremila nuovi incendi, tantissimi. Quello che, per il momento, risulta essere il più vasto ed intenso si trova nella zona di confine tra Brasile, Bolivia e Paraguay. Una striscia di fuoco che si estende per più di 100 Km.
Chi o cosa c’è dietro questi incendi è ancora da scoprire, ma sono state fatte tante ipotesi, dall’uomo ai cambiamenti climatici.
La foresta Amazzonica sta buciando: ecco alcune delle possibili cause
Nel 2019, nella foresta pluviale amazzonica, sono stati registrati circa 75 mila incendi. Il doppio rispetto all’anno scorso, l’Inpe ha rilevato che nel mese di luglio sono stati bruciati 225mila ettari di foresta pluviale amazzonica, il triplo rispetto a quelli del luglio 2018.
L’Istituto superiore per la protezione ambientale, Ispra, ha trovato nell’uomo una possibile causa di questi terribili incendi. Come riportato da Andkronos, gli agricoltori e le grandi imprese zootecniche e agro-industriali usano il metodo “taglia e brucia”. Questo metodo prevede che alberi vengano tagliati tra luglio e agosto, lasciati in campo per perdere umidità e poi bruciati. Si tolgono gli alberi per destinare la terra al pascolo degli animali.
Con l’arrivo della stagione delle piogge, l’umidità che è restata nel terreno favorisce lo sviluppo della vegetazione per il pascolo del bestiame. L’allevamento intensivo è responsabile dell’80% della deforestazione della foresta amazzonica. Una parte dell’offerta della carne bovina, soprattutto quella in scatola che arriva in Europa, proviene da terreni che un tempo erano la foresta pluviale amazzonica.
Un’altra causa sono i cambiamenti climatici. Gli incendi si sviluppano anche per le condizioni climatiche estreme; si passa da ondate di calore prolungate ed intense a periodi di forte siccità. I cambiamenti climatici rendono le piante più vulnerabili: “i rami secchi, le piante morte e il terreno arido fanno aumentare il materiale comburente e dunque il rischio degli incendi”.
Gli scienziati sono preoccupati perché se il disboscamento dovesse raggiungere il 25%, non ci saranno abbastanza alberi per mantenere l’equilibrio del ciclo dell’acqua. In questo caso, la regione attraverserà un punto critico ed eventualmente evolverà verso la savana. E’ un problema che interessa tutto il pianeta, perché la foresta pluviale amazzonica è importante: produce grandi quantità di ossigeno, trattiene miliardi di tonnellate di carbonio nella sua vegetazione, nella lettiera e nel suolo, che invece potrebbero ossidarsi e liberarsi in atmosfera, aumentando l’effetto serra.
La degradazione delle foreste è la principale causa del declino della biodiversità e dell’accumulo di gas serra in atmosfera, è quello che affermano i ricercati dell’Ipcc. La distruzione delle foreste, il loro incendio, il drenaggio delle torbiere (zone con grandi quantità di acque che si muovono lentamente) e delle aree umide, la distruzione di pascoli e prati sono alcune delle cause delle emissioni di grandi quantità di anidride carbonica.
Non bisogna dimenticare che l’Amazzonia è il posto, sulla Terra, più ricco di biodiversità e ci sono centinaia di migliaia di indigeni in oltre 400 tribù che fanno affidamento sulla foresta pluviale per sostenere le loro vite e preservare le loro culture.
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Pietro Graziani, l’attuale responsabile del programma “Amazzonia senza fuoco”, l’iniziativa promossa dall’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, ha affermato che bisogna intervenire per educare i contadini locali “le pratiche alternative e il controllo dei fuochi appiccati”, come riportato da Il Fatto Quotidiano: “Insegnare ai contadini a controllare i fuochi appiccati nei campi, evitandoli se tira il vento, realizzando dei corridoi antifuoco intorno al terreno per evitare il contatto accidentale con gli alberi della foresta o preferendo i momenti più umidi della giornata. Oltre a sviluppare pratiche alternative“.
Voi unimamme eravate a conoscenza di questi problemi che riguardano la foresta Amazzonica?