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Bambini

Quanto costa avere un figlio: le spese ed i consigli per risparmiare

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Valentina Crea
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Ecco quanto costa fare un figlio ed i consigli per risparmiare. Le spese iniziano già durante la gravidanza è un motivo del calo demografico italiano.

Secondo i dati Istat relativi all’anno 2018 sono stati iscritti all’anagrafe per nascita 439mila bambini, quasi 140mila in meno rispetto al 2008. Un calo preoccupante che non si vedeva da tantissimi anni.

Gli studiosi hanno riscontrato varie cause, come l’effetto migratorio, poche donne in età fertile e la non volontà dei giovani ad andare via di casa per formare una propria famiglia. Inoltre, bisogna considerare anche l’aspetto economico. Infatti, crescere un bambino ha i suoi costi, le spese iniziano al momento del concepimento, ancora prima che il piccolo sia nato.

Ecco quanto costa avere un figlio: i consigli per risparmiare del denaro

Il Corriere della Sera, nel suo approfondimento legato all’economia, ha individuato quali sono le spese più rilevanti per i neo genitori ed alcuni consigli per risparmiare quando è possibile.

  • Spese durante la gravidanza. Bisogna mettere in conto anche le spese legate a tutto il periodo della gravidanza. Secondo Federconsumatori, si devono considerare almeno 2.000 euro che sono divisi tra visite ginecologiche, ecografie ed esami del sangue. Inoltre c’è anche la spesa legata agli integratori, come ad esempio l’acido folico e gli eventuali esami extra. Per risparmiare ci si può informare e verificare, presso la propria Asl, quali prestazioni e servizi sono offerti gratuitamente dal sistema sanitario nazionale.
  • Il guardaroba premaman. Quando una donna rimane in attesa il suo corpo subisce dei cambiamenti, questo comporta, molto spesso, che gli abiti che si hanno nel proprio guardaroba non vadano più bene. Per Federconsumatori, una futura mamma spende in media 755 euro per acquistare dei nuovi capi premaman. Il consiglio è quello di valutare bene quali vestiti si possono usare anche i gravidanza, come abiti larghi o pantaloni con l’elastico in vita. Inoltre molti marchi di abbigliamento low cost, tra cui Zara e H&M, da molto tempo, hanno dedicato una linea per le donne in dolce attesa con prezzi modici.

Leggi anche > DATI ISTAT NEGATIVI: “UN CALO DEMOGRAFICO CHE NON SI VEDEVA DA UN SECOLO”

  • Dopo il parto: pappe e pannolini. Dopo il parto il budget da considerare aumenta notevolmente. E’ stato stimato che nel primo anno di vita il costo oscilla tra i 7.123 ed i 15.348 euro. I conti sono stai fatti prendendo in considerazioni diverse voci: costi per l’attrezzatura (carrozzina/passeggino, seggiolino auto, culla/lettino e vari) pari a 1.500 euro, per l’abbigliamento altri 1.000 euro e per i pannolini si stimano 700 euro. Inoltre la spesa legata al cibo come pappe, latte in polvere, omogenizzati vari e biscotti, è pari a 2.000, mentre per i giocattoli si spenderebbero quasi 400 euro. Inoltre si devono considerare i costi legati alle visite mediche che comprendono visite pediatriche e farmaci, circa 1.200. Il consiglio per risparmiare è quello di ricercare su internet i prodotti con dei prezzi migliori oppure puntare all’usato. Nel primo caso si il risparmio medio si attesta intorno al 25%. Nel secondo caso il prezzo si abbatte in media del 50%. In concreto, però, molto dipende dalle condizioni dell’oggetto/capo. Oppure si può pensare alla condivisione: ad esempio se il seggiolone non serve più lo si può passare ad un’amica che ha un figlio piccolo e ne ha quindi bisogno, stesso discorso per lettini, carrozzine e box. Se poi dovesse arrivare un fratellino o una sorellina lo si richiede “indietro”. Altrimenti, sempre se le condizioni dell’attrezzatura sia ancora ottimali, può essere passato ancora di mano in mano. Questo è un modo per risparmiare denaro, ma anche spazio. L’attrezzatura per i piccoli è molto ingombrante e molto spesso non si ha modo di conservare in casa questi oggetti.
  • Spese legate all’asilo nido. Quando finisce il periodo del congedo di maternità, la donna deve ritornare a lavoro. In molte famiglie lavorano entrambi i genitori ed i nonni o abitano lontano o ancora non sono in pensione, a questo punto sorge la necessità di affidare il piccolo ad una struttura, pubblica o privata, che possa badare al piccolo. Gli asili nidi comunali hanno un costo che varia da regione a regione, ma oscilla intorno ai 300 euro mensili. In molti asili nidi i posti sono limitati, a livello nazionale la copertura sull’utenza potenziale è pari al 21,7%. Per questo motivo, molte famiglie sono costrette a rivolgersi ad un asilo privato ed in questo caso i costi aumentano.

Voi unimamme avete mai fatto il calcolo per l’arrivo di un nascituro? Vi sarnno utili questi consigli?

 

Valentina Crea

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