La sorella di Kim Rossi Stuart sta cercando di aiutare il figlio che è in carcere anche se dovrebbe essere in Rems a seguito di una diagnosi di bipolarismo.
Giacomo Seydou Sy, il figlio di Loretta Rossi Stuart, la sorella dell’attore italiano Kim Rossi Stuart, è rinchiuso nel carcere di Rebibbia. La mamma del ragazzo ha rilasciato alcune dichiarazioni nella quali afferma che il figlio dovrebbe essere in cura presso una struttura specialistica e non in carcere.
L’attore Kim Rossi Stuart, molto conosciuto per il film “Romanzo Criminale”, ha una sorella, Loretta. La donna, in un’intervista ad Adnkronos ha rilasciato delle dichiarazioni che riguardano la condizione del figlio.
Giacomo Seydou Sy è il nipote di Kim che è in carcere romano di Rebibbia, ha venticinque anni ed aveva il sogno di diventare un pugile, sogno rovinato dall’uso delle droghe. Il ragazzo è stato arrestato due volte, nel giro di poco tempo, una volta per resistenza a pubblico ufficiale, l’altra volta per un furto di 60 euro, compiuto in uno stato psicotico. Da maggio ha finito di scontare la pena per il furto ma su di lui pende ancora un anno di Rems, una struttura di cura che ha sostituito i vecchi ospedali psichiatrici giudiziari chiusi per legge, per infermità mentale.
Fino a quando non si sarà liberato un posto dovrà rimanere in carcere. La mamma è preoccupata ha paura che “diventi pazzo”: “E’ arrivato al culmine. L’ho visto ieri, è una bomba pronta ad esplodere. Se ora commette una stupidaggine si rovina la vita per sempre. ‘É un internato, da tre mesi è obbligato a stare in carcere, senza le cure adeguate, perché non c’è posto nella struttura alternativa dove dovrebbe andare. La lista d’attesa è pazzesca’‘.
L’Adnkronos ha girato anche un documentario dal titolo “Io combatto”, in cui racconta la sua lotta ”d’amore, coraggio e umiltà” per far sì che un paese civile non sprofondi nell’oscurantismo.
Loretta Rossi Stuart sta lottando per il figlio: “Dopo la sacrosanta chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari e la svolta, indispensabile per un paese civile, verso la trasformazione in strutture più piccole dove i pazienti sono curati e non semplicemente rinchiusi (le Rems), il problema è che queste strutture sono ancora pochissime! Nel Lazio sono 3-4, 80 in tutta Italia a fronte di un fabbisogno di 120“.
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Sono poche le strutture denuncia la donna: “Non si può trattenere in carcere chi è stato destinato ad una struttura di cura, le Rems vanno potenziate, questo è il problema! Ma non fa audience, non attira like, non interessa nessuno, nonostante gli svariati episodi di suicidio avvenuti recentemente in carcere, erano giovani in attesa di ingresso in una struttura psichiatrica”. Il problema è serio: “Mio figlio è stato un mese in isolamento, da solo in una cella spoglia. Anche una persona sana va fuori di testa, figuriamoci chi ha problemi psichiatrici”.
Voi unimamme sapevate di questa vicenda che coinvolge il nipote dell’attore italiano Kim Rossi Stuart?
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