I bambini e le donne sulla Mare Jonio sono stati fatti sbarcare, in condizioni disumane e di grande pericolo.
Unimamme, prosegue il dramma dei naufraghi soccorsi dalla Mare Jonio, nave della ong Mediterranea, che due giorni fa ha soccorso un centinaio di migranti, tra cui 22 bambini.
Alla nave che batte bandiera italiana non è stato concesso un porto sicuro e ora attende al largo delle coste di Lampedusa che si sblocchi la situazione.
Nel frattempo sono stati fatti sbarcare i bambini, le donne i malati.
L’ordine del trasbordo è arrivato nelle ore più buie e con onde di oltre un metro che hanno reso difficile e pericolosa l’intera operazione.
Le immagini mostrano i migranti che passano da una nave all’altra senza giubbotto di salvataggio, mentre i bambini e i neonati vengono passati di mano in mano, senza protezioni e col timore che potessero cadere in acqua. Le donne in gravidanza, tra cui alcune vicinissime al parto, hanno dovuto saltare dal portellone della Mare Jonio al tubolare della motovedetta.
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Tutto si è risolto per il meglio, ma solo grazie all’esperienza e ai nervi saldi del personale della Guardia Costiera e e della Mare Jonio.
A bordo sono rimasti altri 34 disperati, mentre sulla nave è stata lanciata l’emergenza igienico sanitaria.
“La criticità igienico sanitaria a bordo della nave Mare Jonio, particolarmente evidente da quando abbiamo effettuato il soccorso in acque internazionali di un rubber boat in distress con 98 naufraghi, ovvero 48 ore fa. Abbiamo rifiuti di otto giorni di navigazione, incrementati in maniera significativa da 48 ore, per la presenza degli indumenti tolti ai naufraghi impregnati di benzina e di deiezioni e successivamente di materiale gastrico per vomito da “mal di mare” si legge nel comunicato della ong “A ciò si aggiunge l’assenza di acqua lavanda da circa due giorni per guasto tecnico alla pompa dell’impianto idrico, problema non risolvibile con l’invio di bottiglie d’acqua. Ritieniamo pertanto che per la tutela della salute dell’equipaggio, del personale di bordo e dei naufraghi, data, in queste condizioni, la possibile diffusione di malattie comunitarie come ad esempio la scabbia (due casi conclamati a bordo) sia necessario ed urgente l’approdo in porto”.
Unimamme, voi cosa ne pensate delle immagini girate dal fotoreporter Francesco Bellina per Avvenire?
Bambini piccoli, donne in gravidanza e malati in fuga da guerre, privazioni, torture e morte sono davvero una minaccia e se non lo sono “meritano” un simile trattamento?
Pensate a quanta paura avranno avuto questi bambini, già precedentemente traumatizzati.
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