Maria De Biase, dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo Statale Santa Marina – Policastro ha trovato un modo originale di combattere l’inquinamento.
Maria De Biase, dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo Statale Santa Marina – Policastro ha portato una piccola, ma grande rivoluzione, tra le mura della sua scuola.
Una nuova scuola: merito di una preside
Per merenda i bambini mangiano pane e olio, perché le merendine tradizionali sono state bandite, come la plastica. Gli studenti portano le borracce da casa da usare per bere durante il pranzo.
Questa preside proviene dalla Terra dei Fuochi, tristemente famosa per il disastro ambientale che si è compiuto lì.
Ecco le sue motivazioni per il trasferimento e per il suo rinnovato impegno e sensibilità verso l’ambiente che ha trasmesso agli alunni del suo istituto.
“Se le scuole avessero ben lavorato, ben vigilato in maniera più consapevole, quel disastro poteva non avvenire. Sono andata via, non ne potevo più di lavorare sempre contro tutto e tutti. Ho pensato che questo Cilento, questo lembo di terra che appartiene alla Campania è rimasto salvo, si può lavorare sulla prevenzione“.
Purtroppo il degrado, la camorra, ecc… le hanno impedito di portare avanti il suo progetto nella sua terra.
Invece nel Cilento ha visto come tutto questo avrebbe potuto essere realizzabile.
“La gente pensa di poter fare tutto e subito. Sono processi di tipo culturale, bisogna entrare nella testa delle persone. Il mondo della scuola è quello più restio al cambiamento...”
Ecco come, piano piano, la De Biase ha cambiato alcuni aspetti della realtà. “Cominciare con la prevenzione, l’attenzione ai rifiuti, la costruzione delle compostiere e poi piano piano ho eliminato le stoviglie usa e getta dalle cucine, dalle mense“.
Far accettare a genitori e bimbi un tipo di merenda diversa può sembrare molto difficile. La Preside spiega che le merendine sono il simbolo di un ceto sociale medio che può permettersi determinati consumi.
“La proposta del pane e olio è un po’ come tornare indietro, come voler portare a un’età bucolica i loro figli, come se uno volesse rimarcare una povertà. È da troppo poco tempo che ci siamo affrancati dalla fetta di pane e olio perché prima si mangiava per necessità, non per scelta. Il passaggio fondamentale è proprio questo: riposizionare l’eco-merenda nella contemporaneità, mai dire “tonare indietro”, questo è il futuro. È la merendina che è vecchia. Se si riesce a far passare questo concetto qui è più semplice farlo accettare prima al mondo adulto e poi ai bambini“.
I bambini, invece , sono più disponibili dei genitori.