Una giovane donna esprime un parere sulle mamme pancine denigrate dal Signor Distruggere.
Unimamme, probabilmente vi sarete imbattute anche voi nelle cosiddette mamme pancine, portate in “auge” dal Signor Distruggere.
Non è però del blog di Distruggere di cui vogliamo parlarvi oggi, blog che ha svelato, con l’intento di prendere in giro, questo fenomeno.
Ora una ragazza toscana, Benedetta Sabene, di 24 anni, ha voluto commentare il fatto di essersi stancata dell’ironia sulle mamme pancine, spiegando perché.
A ogni modo, per chi non lo sapesse, le “pancine” sono quelle donne: mogli, madri il cui unico scopo è quello di avere figli ed essere mogli perfette, hanno idee retrograde e superstiziose su sesso, concepimento e maternità, non si fidano della scienza e della medicina, a loro volta scherniscono chi le critica accusando di “essere una maestrina laureata al classico”, ecc… e che si riuniscono su Pagine e comunità online.
Vediamo cosa ha scritto Benedetta su Facebook:
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PERCHÉ L’IRONIA SULLE MAMME PANCINE HA STANCATO (e perché è profondamente sessista e classista)
A tutti sarà capitato di leggere qualche screen pubblicato dal cosidetto Il Signor Distruggere, il blog di un uomo che ha avuto successo grazie al pubblico lubidrio verso i gruppi chiusi e le pagine dove le madri si consultano sui temi più disparati.
Ovviamente si tratta di donne con scarsissimo livello culturale, probabilmente emarginate a livello sociale che vedono nel ruolo di madre e moglie la loro unica occasione di realizzazione personale. Mogli e madri che spesso non hanno neanche le basi minime di educazione sessuale, a volte convinte di abortire a ogni ciclo mestruale, con una visione del mondo intrisa di bigottismo e retaggi oscurantisti e medioevali spesso di derivazione cattolica.
Le reazioni di scherno che ottiene questo tipo di comunicazione sui social, in modo sicuramente voluto, in realtà celano al loro interno l’attacco del mondo “aperto”, progressista, acculturato contro la maggioranza arretrata e ignorante. La realtà tuttavia è molto diversa e meno superficiale di così.
Dietro queste donne si nascondono storie di oppressione, sociale e culturale. Mogli sottomesse ad un marito-padrone, che spesso e volentieri le tradisce, le obbliga ad avere rapporti sessuali ogni volta che lo chiede, le ricompensa con elettrodomestici o articoli per la casa. Madri totalmente sole nella crescita dei figli, che vedono come unica ragione di vita, che allattano il più a lungo possibile per non doversene separare, che educano in modo opprimente. Donne che non lavorano e passano le loro intere giornate dentro casa, con pochissimi contatti esterni.
L’attacco a queste donne non solo è assolutamente lontano da qualsiasi valore “femminista” (che spesso e volentieri viene sbandierato su tematiche molto più superficiali), ma è anche profondamente classista. La realtà è che chi non ha avuto la fortuna di poter studiare e di nascere in un contesto socio-economico favorevole è visto come un rifiuto della società. Questa retorica è la stessa di chi parla di analfabetismo funzionale e patentino di voto, che più semplicemente non è altro che un attacco verso chi appartiene alle classi subalterne e svolge professioni umili.
Ma c’è anche altro: ancora una volta sono le donne ad essere colpevolizzate. Tuttavia, paradossalmente, mentre il processo di emancipazione femminile trova nella società il supporto e l’approvazione (escluse sacche reazionarie ancora esistenti), le donne vittime della stessa cultura patriarcale, prive però dei mezzi per comprenderla e combatterla, vengono collettivamente messe alla gogna.
Per questo l’ironia dietro le “mamme pancine” non solo ha stancato, ma è profondamente intrisa di maschilismo, oltre ad essere parte di un attacco più generale alle classi più emarginate.
Nulla di diverso, poi, dalla classica “colpevolizzazione della vittima”: inaccettabile verso alcune donne, comunemente condivisa con altre.
Al momento questo commento ha ricevuto 862 Like e 351 condivisioni. Non tutti gli utenti sono però solidali con quanto scritto da Benedetta.
Ecco qualche esempio di critica.
E ancora altri utenti:
Tempo fa due antropologhe, su Repubblica, avevano commentato il fenomeno pancine. L’antropologa ed educatrice alla sessualità Nicoletta Landi aveva trovato verosimili i post delle pancine, sottolineandone la profonda ignoranza su corpo e sessualità. Oltre a questo secondo lei ne emergeva anche la solitudine. Infine aggiungeva che a volte la linea di “demarcazione” tra pancine e non è sottile, perché alcune cose assurde lette sulla pagine di Distruggere le ha sentite anche con donne con cui aveva parlato.
L’antropologa culturale e formatrice Chiara Carletti invece vede il fenomeno come esempio del fallimento della scuola dal punto di vista educativo. Secondo lei un modo per interrompere la catena di condizionamenti inconsci potrebbe essere, appunto, la scuola, con un’adeguata formazione dei docenti e l’attenzione a diffondere politiche di genere e pari opportunità.
Unimamme, cosa e pensate di queste riflessioni condivise su Facebook?
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