Una mamma di Ivrea protesta davanti alla scuola delle figlie che non le ammette perché non vaccinate.
La mamma di due gemelline non vaccinate, Chiara Tinuzzo, sta facendo uno sciopero della fame davanti alla scuola che non ammette le sue bambine di 3 anni.
La scuola in questione è la materna ed elementare Villa Girelli di Ivrea contro la quale sia è scagliata, da un paio di giorni, questa mamma.
“Porterò avanti il mio sciopero della fame fino a quando le mie bambine non avranno il loro armadietto a scuola” ha detto in un video postato su Facebook.
Proseguirò ad oltranza per portare avanti i miei diritti” ha aggiunto la donna.
La furia di Chiara scaturisce dal fatto che lunedì 10 settembre questa scuola privata e paritaria ha impedito l’ingresso alle sue piccole di 3 anni e ad altri due bambini di 4 e 5.
Le sue figlie non hanno fatto tutte le vaccinazioni previste e richieste come condizione per accedere all’istituto. La mamma però ci tiene a precisare:
“Non sono una no vax, le mie figlie sono regolarmente vaccinate mancano solo alcune profilassi facoltative per le quali ho già avviato un percorso all’asl: per questo ritengo di essere assolutamente in regola ed è un nostro diritto frequentare regolarmente la scuola. Lo porterò avanti fino a quando non ci sarà una soluzione”.
Alle gemelline mancano alcune profilassi, come quella contro il morbillo.
Come accennavamo la mamma si è accampata fuori dalla scuola, sostenuta anche da un’amica.
Da parte sua la direttrice dell’istituto ribatte: “Applichiamo la normativa dell’ex ministro Lorenzin”.
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La vicenda, scoppiata in questi giorni, ha avuto però origine il 26 giugno scorso quando la scuola aveva fatto sapere alla donna che le sue figlie non sarebbero potute entrare in quanto non regolarmente vaccinate.
Chiara si è fatta assistere dall’avvocato Claudio Zanetti inviando una diffida perché inserita in un percorso con l’Asl.
L’avvocato della scuola Federica Ranieri ha ribattuto: “Abbiamo sempre cercato il dialogo e non lo scontro. Questa è una storia che va avanti da un anno e noi applichiamo la legge 119 del 2017, la cosiddetta legge Lorenzin. Le discussioni si affrontano in aula e non all’asilo davanti ai bambini. Per confrontarsi ci sono le sedi opportune, senza andare allo scontro nel cortile di una scuola”.
Per Chiara è stata organizzata anche una fiaccolata di sostegno.
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