Caso Bibbiano, archiviate le accuse di abusi a una coppia a cui era stato tolto il figlio
Una coppia a cui era stato sottratto il figlio piccolo perché accusata di abusi, nell’ambito dello scandalo sui presunti affidi illeciti noti come caso Bibbiano, si è vista archiviare tutte le accuse dal Gip di Reggio Emilia Luca Ramponi. Moglie e marito potranno riabbracciare il figlio che oggi ha 9 anni e che era stato affidato a un’altra famiglia.
Caso Bibbiano, archiviate le accuse di abusi nei confronti di una coppia
Un’altra coppia di genitori della Val d’Enza, in provincia di Reggio Emilia, potrà ricongiungersi al figlio di 9 anni che era stato loro sottratto dai servizi sociali e affidato a un’altra famiglia per l’accusa nei loro confronti di corruzione di minorenni (reato commesso da chi compie atti sessuali in presenza di minore di 14 anni, per farlo assistere). Le accuse sono cadute e il caso è stato archiviato dalla magistratura. Nel frattempo, però, il bambino è stato lontano dalla famiglia per più di 5 anni. Un tempo che nessuno potrà più restituire.
È solo uno dei tanti casi che fanno parte di quello che è stato chiamato il caso Bibbiano, ovvero lo scandalo scoppiato nei comuni della Val d’Enza, e a Bibbiano in particolare, a seguito dell’inchiesta “Angeli e Demoni”, con cui gli inquirenti avrebbero scoperto un presunto giro di affari su affidi illeciti di minori, tolti alle loro famiglie con un pretesto. Un caso che ha suscitato comprensibile sconcerto e indignazione, oltre ad un vespaio di polemiche e accuse generiche. La magistratura, però, sta facendo il suo corso e dopo i primi casi di bambini restituiti alle loro famiglie di origine, si spera che tutta la vicenda sia chiarita al più presto, accertando le eventuali responsabilità.
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A seguito dell’archiviazione delle accuse nei confronti della coppia, l’iter giudiziale non è ancora finito. Il tribunale dei minorenni ha disposto una consulenza tecnica per valutare la capacità genitoriale della coppia, in vista di un rientro del bambino a casa.
Il bambino era stato tolto ai genitori naturali il 30 aprile del 2015 quando, dopo l’intervento dei servizi sociali, il tribunale dei Minori di Bologna decise l’affidamento del bambino agli stessi servizi sociali. Poi nel febbraio del 2016, fu deciso l’affidamento ad un’altra famiglia. L’accusa nei confronti della coppia era di abusi sessuali commessi dal padre nei suoi confronti, che la madre avrebbe “coperto”. Accuse formulate sulla base delle presunte rivelazioni del bambino.
Accuse che tuttavia non trovarono fondamento visto che nel marzo del 2018 il pm Stefania Pigozzi depositò richiesta di archiviazione nei confronti della coppia. Dunque prima che scoppiasse il caso Bibbiano, con le iscrizioni nel registro degli indagati e gli arresti di assistenti sociali e psicologi.
Le relazioni degli assistenti sociali, come risultano dall’ordinanza del Gip, accusavano i genitori di diversi abusi nei confronti de figlio. L’assistente sociale Francesco Monopoli, Nella sua relazione, trasmessa dalla responsabile dei servizi Federica Anghinolfi il 14 maggio 2018, riportava il racconto del bambino di abusi subiti dal padre. In una precedente relazione del 26 agosto 2017, redatta dall’assistente sociale Sara Gibertini, lo stesso bambino avrebbe riferito che la madre compiva atti sessuali davanti a lui.
Ora, per queste relazioni sono stati indagati, con le accuse di falso ideologico, violenza privata, frode processuale e falsa perizia, gli assistenti sociali Monopoli e Gibertini, la responsabile Anghinolfi insieme alla psicoterapeuta di Torino Nadia Bolognini, che secondo gli atti della magistratura si sarebbe addirittura travestita da lupo cattivo davanti al bambino, affinché lo associasse al padre.
Le accuse più gravi sono a carico di Francesco Monopoli che avrebbe fatto di tutto affinché il bambino raccontasse i presunti abusi subiti anche nell’udienza davanti al Gip di Reggio Emilia fissata dopo che i servizi sociali avevano fatto opposizione alla richiesta di archiviazione per i genitori da parte del Pm. Inoltre, Monopoli è accusato di aver contattato direttamente un giudice onorario per convincerlo che il quadro degli abusi subiti dal minore fosse gravissimo, senza tuttavia specificare che la Procura reggiana aveva chiesto l’archiviazione del caso. L’assistente sociale avrebbe contattato anche un altro giudice onorario per convincerlo che il minore stata bene dopo essere stato allontanato dalla famiglia origine. Una ricostruzione che è risultata non vera.
La vicenda è riportata dal Resto del Carlino.
Che dire unimamme, sono fatti a dir poco agghiaccianti, c’è solo da sperare che si faccia giustizia al più presto.
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