Un ragazzino è andato a scuola con le treccine blu. La dirigente scolastica gli ha vietato di entrare ed è nata una polemica sulla sua decisione.
La Dirigente scolastica di un istituto ha impedito l’ingresso a scuola ad un ragazzo che si è presentato il primo giorno di scuola con la testa rasata e le treccine blu elettriche. La vicenda ha creato un enorme scalpore, c’è chi è dalla parte della Dirigente e chi pensa che al ragazzino si stato fatto un torto. La Dirigente scolastica ha voluto spiegare le sue ragioni ed il perché di questo allontanamento.
A scuola con le treccine blu: 13enne non può frequentare le sesse lezioni dei suoi compagni
Qualche giorno fa, quando è iniziata la scuola, ad un ragazzino di 13 anni è stato impedito l’ingresso nell’istituto comprensivo Ilaria Alpi-Carlo Levi di Scampia, in provincia di Napoli, per il suo taglio di capelli. Il ragazzino con la testa pelata e le treccine lunghe di colore blu elettrico avrebbe violato il “dress code” che la dirigente scolastica ha chiesto a studenti e docenti: “Abbiamo un dress code, delle regole che vanno rispettate da quei capelli sono un capriccio“, come riportato da Repubblica.
A parlare è la Dirigente Rosalba Rotondo che da 36 anni, per scelta, è all’istituto di Scampia prima come docente e poi come dirigente scolastica: “Tutti i genitori firmano, ogni anno, un Patto di Corresponsabilità. Ci sono regole che valgono per tutti, alunni e docenti, e i genitori le conoscono“.
Al bando nella scuola sono state messe anche creste, shatush o altre acconciature carnevalesche. Anche no a bermuda, pantaloni stracciati, sandali, trucco pesante, ombelico scoperto, maglie e felpe con simboli che inneggiano alla violenza o a modelli sbagliati, al bando anche i cellulari.
A Repubblica, la Dirigente ha spiegato il perché di questo dress code: “Imparano oggi quello che servirà loro domani. Immagino i miei alunni come i dirigenti di domani. Potranno mai andare a lavorare in bermuda o con l’ombelico scoperto o con treccine blu elettrico? Non credo proprio. Un giorno saranno avvocati, infermieri, medici, artisti, bancari e sapranno che esistono regole da rispettare, sapranno cos’è un dress code“.
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Il 13enne al quale non era stato permesso entrare a scuola, potrà tornare a scuola, ma non in classe fino a quando non avrà tolto le treccine, che sono state un regalo di compleanno: “Il ragazzo mi ha subito promesso che avrebbe tolto le treccine ma la madre ha aggiunto che ci vorrà del tempo, non si possono asportare immediatamente. Non importa, aspetteremo. Fino ad allora però, abbiamo pensato a un percorso alternativo per lui, per dimostrare a tutti quale ragazzo di talento è. Non ha bisogno di attirare l’attenzione con le treccine. Ha già altre peculiarità: la musica, lo sport, gli piace molto la matematica…Non possiamo lasciare tutto come prima. L’importante è che capiscano il nostro gesto, in primis la mamma“. Finché non toglierà le treccine, non entrerà in classe per rispetto a chi ha firmato il “patto di corresponsabilità”. Farà lezione in laboratorio, prove di musica con l’orchestra, palestra con gli altri: “Non lo escludiamo ma non tornerò indietro“.
A seguito della vicenda è esplosa una polemica che ha visto al centro delle critiche la Dirigente scolastica che è stata attaccata attraverso i social: “Trovo gravissimo che tante associazioni si scaglino contro di me con post sui social apostrofandomi come razzista. Si facessero vedere in faccia, venissero a dare una mano a scuola e ai ragazzi bisognosi di attenzioni e cura. Ma io, nel frattempo, mi rivolgerò all’autorità garante per i minori. Denuncerò tutto questo vergognoso speculare sulla sorte di questo allievo a cui io voglio dare un futuro diverso dal background familiare“.
La famiglia del 13enne è contraria alle regole imposte dalla dirigente, la nonna del ragazzino, la prima che ha segnalato il caso ha accusato la dirigente di aver fatto delle dichiarazioni, durante l’assemblea, che non ha trovato giuste: “Ha detto: invece di fare le treccine, comprassero i libri, rivolgendosi palesemente a mio nipote che era l’unico ragazzo con quella acconciatura“. La madre del ragazzo ha racconto di essersi scontrata con la dirigente: “La preside mi ha dato dell’ignorante, mi sono sentita offesa, sono andata a confrontarmi con lei ma ha chiamato la polizia, dicendo che la volevo aggredire. Mio figlio esprime la sua personalità, è stato discriminato“.
A queste parole la Dirigente ha risposto: “Noi non discriminiamo nessuno, ma educhiamo anche alla serietà. La scuola, come la intendo io, è sacra: possono vestirsi come vogliono ma solo se maggiorenni“.
Oggi dopo l’orario scolastico, la preside ha convocato il consiglio di istituto, l’assemblea di classe e un incontro con i genitori.
Come riportato da Inter Napoli, il 13enne questa mattina è arrivato incapucciato con la mamma e la nonna a scola dopo l’orario di ingresso dei suoi compagni. Le due donne dopo un primo colloquio con la preside si sono recate al commissariato di Scampia per un confronto con le Forze dell’Ordine. Intanto il ragazzino è stato trattenuto in presidenza per trovare un compromesso che possa mettere la parola fine all’intera vicenda. Per la Dirigente scolastica la situazione andrà a lieto fine: “La situazione sta evolvendo per il meglio, c’è confronto. Lino è un ragazzo maturo” .
Voi unimamme state seguendo questa vicenda? Cosa ne pensate della decisione della Dirigente scolastica? La ritenete giusta o ha sbagliato?