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Le carezze aiutano i neonati prematuri: uno studio lo dimostra

Published by
Valentina Crea

Uno studio realizzato da un team internazionale ha dimostrato che le carezze aiutano i neonati prematuri. Aumentano i livelli di alcuni fattori fisiologici.

Poco tempo fa uno studio aveva dimostrato come essere coccolati da abbracci, baci e carezze da una sensazione di benessere, questo accade sia per gli adulti e sia per i bambini. Le coccole sono in grado di avere degli effetti antidolorifici.

Adesso, un altro studio ha dimostrato che un tocco prolungato, simile ad una carezza, vada a determinare una riduzione dello stress nei neonati prematuri.

Benefici per i neonati prematuri derivanti dalle carezze: uno studio internazionale

Posizione dei neonati sottoposti alle carezze (Fonte: Science Direct/Developmental Cognitive Research)

Lo studio è stato effettuato da un team internazionale al quale hanno preso parte ricercatori dell’Ospedale Buzzi di Milano, dell’Università di Milano-Bicocca, della Fondazione COME Collaboration di Pescara, dell’Istituto Osteopatia Milano e dell’Università John Moores di Liverpool.

La ricerca è stata pubblicata sulla rivista scientifica Developmental Cognitive Neuroscience. Dai risultati dello studio è emerso che la carezza produce un effetto positivo su diversi parametri fisiologici come:

  • il livello di ossigenazione sanguigna
  • il battito cardiaco

nei neonati pretermine tra le 28 e 37 settimane di gestazione

Dall’università di Milano hanno spiegato: “Lo studio ha preso in esame gli afferenti C-tattili (CT), una classe di fibre nervose non mielinizzate attivate da un tocco continuo a bassa intensità, del tutto simile ad una carezza. Tali fibre sembrano avere un importante ruolo nel modulare diversi aspetti dell’interazione sociale nell’uomo e in molte specie animali. Il tocco, mirato all’attivazione delle fibre CT, attiva aree cerebrali quali la corteccia insulare posteriore ed è in grado di ridurre l’eccitazione del sistema autonomico, generalmente correlata a stress e dolore”.

LEGGI ANCHE > CAREZZE DOLCI: UN ANTIDOLORIFICO NATURALE PER I BAMBINI

Come riportato da Aska news, la ricerca ha messo a confronto l’effetto di cinque minuti di stimolazioni effettuate sulla schiena alla velocità ottimale delle fibre CT con cinque minuti di tocco statico. Si sono andate ad analizzare le differenze dei due parametri, frequenza cardiaca e livelli di saturazione di ossigeno, correlati con il miglioramento delle condizioni cliniche dei neonati pretermine tra 28 e 37 settimane di età gestazionale.

Dai dati si è riscontrato che il tocco in grado di attivare le fibre CT ha prodotto una riduzione significativa della frequenza cardiaca dei neonati e un aumento dei livelli di ossigenazione del sangue. Quest’ultimo fenomeno è andato avanti anche nei 5 minuti dopo il tocco. Invece, con c’è stato alcun cambiamento significativo nella frequenza cardiaca o nei livelli di ossigenazione del sangue dei neonati sottoposti a contatto statico.

Il professore di psicobiologia e psicologia fisiologica dell’Università di Milano-Bicocca, Alberto Gallace, ha spiegato i risultati ottenuti: “Questi risultati supportano l’ipotesi che l’attivazione delle fibre CT determinata da stimoli analoghi alla carezza, sia il substrato neurobiologico degli effetti benefici osservati nelle terapie basate sulle interazioni tattili neonatali, offrendo importanti informazioni per la loro ottimizzazione in futuro. Più in generale, la ricerca arricchisce le nostre conoscenze sull’importanza dell’interazione tattile per il nostro benessere, già a partire dai primissimi mesi di vita”.

Voi unimamme sapevate di questo studio? Forse avete messo già in atto questo comportamento senza sapere di questi effetti benefici delle coccole?

Valentina Crea

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