L’incendio appiccato a Sarno è opera di una baby gang.
Unimamme, avrete visto le immagini del rogo appiccato a Sarno venerdì scorso. Passata l’emergenza chi ha causato quel disastro ha un volto e, come accade in questi casi, ci lascia sconcertati e turbati.
Una collina è andata a fuoco, i residenti sono stati evacuati e, naturalmente molte persone hanno vissuto momenti di paura se non di vero terrore.
I carabinieri del reparto territoriale di Nocera Inferiore con il sostegno della stazione dei carabinieri Forestale di Sarno hanno condotto le indagini concentrandosi su 6 giovani, 5 dei quali minorenni e identificati.
Fin dalla giornata di sabato le prime immagini dei sistemi di videosorveglianza della zona, le varie dichiarazioni e perquisizioni avevano indirizzato le forze di polizia verso un gruppo di giovani figli di famiglie conosciute in città.
Ora la loro posizione viene analizzata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale dei Minorenni di Salerno e della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Nocera Inferiore.
Due persone del luogo avevano visto la banda aggirarsi in città. Il sindaco di Sarno, Giuseppe Canfora, davanti alle fiamme aveva stabilito di evacuare 200 abitanti con case esposte a rischio e di chiudere gli istituti scolastici.
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Le persone evacuate avrebbero potuto trascorrere la notte presso l’Istituto Baccelli in via Matteotti. Inoltre, sempre il sindaco ha chiesto all’Esercito di fare pattuglie nelle zone pedemontane in questo periodo e farà un esposto alla Repubblica per chiedere lo stato di calamità naturale perché il 90% della pineta è, tristemente, andato distrutto.
Secondo le prime ricostruzioni la spiegazione dei responsabili per il gravissimo danno ambientale e alla popolazione sarebbe stato quello di una bravata poi sfuggita al controllo.
Questo stando a quando dichiarato dal sedicenne, il membro più giovane della banda.
Canfora ha commentato così: “La verità di oggi brucia quanto il fuoco che ha distrutto il nostro amato monte. Chi ha distrutto la nostra terra per uno scherzo merita di essere identificato, giudicato e condannato nella sua singola responsabilità.
Confidiamo nella giustizia alla quale chiediamo pene severissime, esemplari, senza sconti, nella piena consapevolezza del grave crimine commesso“.
Unimamme, cosa ne pensate di questa vicenda di cui si parla su La Stampa?
Secondo voi i giovani stanno comprendendo la gravità delle loro azioni?
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