Il 26 settembre si festeggiano i nomi Cosma e Damiano.
State pensando di chiamare il vostro bambino con un nome particolare ma anche classico? Allora questi due fanno per voi.
Cosma, deriva dal greco Cosimo, e significa “ordinato“, “moderato” e, in senso figurato, “disciplinato“, “decoroso“.
Le varianti sono:
Al femminile:
Il nome Cosimo è diffuso particolarmente in Puglia, per via della devozione ai Santi Medici, ai quali sono dedicati vari santuari (il più famoso è quello di Alberobello), ma è piuttosto diffuso anche a Firenze: è infatti un nome molto comune nella genealogia della famiglia De’ Medici, una delle più note casate principesche nella storia fiorentina.
Come sempre ecco i simboli associati:
Damiano, nome maschile. deriva invece dal nome latino Damianus, a sua volta dal greco Δαμιανός (Damianòs), e il significato è incerto:
Le varianti sono:
Ma veniamo ai simboli :
Una variante particolare dei due nomi è Cosmano, ottenuto unendo i nomi ed elidendo il “dam” di Damiano. È poco diffuso e c’è anche la versione femminile: Cosmana.
Ma parliamo dell’onomastico che ricorre il 26 settembre. I santi Cosma (o Cosimo) e Damiano, noti anche come santi medici, sono ritenuti dalla tradizione:
Questi 2 fratelli erano in grado di operare prodigiose “guarigioni” in maniera completamente gratuita, da qui l’appellativo “Anàrgiri” (dal greco anargyroi, “senza denaro”).
Secondo le scritture agiografiche (insieme cioè delle testimonianze relative alla vita e al culto di un santo), i due erano appartenenti ad una ricca famiglia. Il padre si convertì al Cristianesimo dopo la loro nascita, ma morì durante una persecuzione in Cilicia; mentre la madre, Teodota (o Teodora), da più tempo cristiana, si occupò della loro prima educazione.
Dopo aver appreso l’arte medica nella provincia romana di Siria, praticarono la loro professione in Cilicia, prestando la loro opera con assoluto disinteresse, senza mai chiedere retribuzione alcuna, né in denaro, né di altro genere, sia dai ricchi e sia dai poveri, in applicazione del precetto evangelico: “Gratis accepistis, gratis date“. Uno dei loro più celebri miracoli, tramandati dalla tradizione, fu quello di aver sostituito la gamba ulcerata di un loro paziente con quella di un etiope morto di recente.
In realtà, secondo la tradizione, in una sola occasione era stata elargita ai santi una ricompensa, di tre uova nelle mani del fratello minore Damiano, da parte di una contadina, Palladia, un’emorroissa (donna che soffre di flussi sanguigni), miracolosamente guarita. Cosma era rimasto tanto deluso e mortificato per quel gesto da esprimere la volontà che le sue spoglie fossero deposte, dopo la morte, lontane da quelle del fratello.
Durante le persecuzioni dei cristiani promosse da Diocleziano furono fatti arrestare dal prefetto di Cilicia, Lisia. e furono sottoposti a un feroce martirio, così atroce che su alcuni martirologi è scritto che essi furono martiri cinque volte. I supplizi subiti da Cosma e Damiano, furono diversi, a seconda delle fonti:
Dopo il loro martirio coloro che avevano assistito al macabro spettacolo vollero dare loro degna sepoltura, cercando anche di rispettare la volontà di Cosma circa la separata sepoltura: ciò fu loro impedito da un cammello che, secondo la leggenda, prese voce dicendo che Damiano aveva accettato quella ricompensa solo perché mosso da spirito di carità, onde evitare che quella povera donna potesse sentirsi umiliata dal rifiuto. I presenti diedero dunque sepoltura ai loro corpi deponendoli l’uno a fianco dell’altro.
Il culto dei santi Cosma e Damiano iniziò subito dopo loro la morte, passando dall’Oriente all’Europa, e “si mantenne straordinariamente vivo fino a tutto il Rinascimento, dando luogo a un’iconografia tra le più ricche dell’Occidente, specie in Italia, Francia e Germania“. A più di mille anni dalla loro morte, si dà il nome di uno di loro a quello che poi i fiorentini chiameranno padre della patria: Cosimo de’ Medici il Vecchio. E la casata chiama a illustrare la vita dei due santi guaritori artisti come il Beato Angelico, Filippo Lippi e Sandro Botticelli.
Sono considerati patroni di:
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