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Salute e benessere bambini

Un bambino italiano su tre è obeso o in sovrappeso, il problema della malnutrizione infantile

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valeria bellagamba
Un bambino su tre è obeso o sovrappeso in Italia (Foto repertorio iStock)

Allarme per la salute: un bambino italiano su tre è obeso o in sovrappeso, il problema della malnutrizione infantile.

L’organizzazione no profit HelpCode lancia l’allarme sull’obesità infantile in Italia in vista delle Giornate mondiali contro l’obesità, 10 ottobre, e dell’alimentazione, 16 ottobre, e pubblica la seconda edizione del suo report sulla malnutrizione infantile.

I numeri, purtroppo sono preoccupanti e dovrebbero far riflettere tutti, a cominciare dalle famiglie.

Un bambino italiano su tre è obeso o in sovrappeso, un situazione preoccupante

La cattiva alimentazione nei bambini non è solo un vizio, ma un vero e proprio problema che può avere conseguenze pesantissime sulla loro salute. A lanciare l’allarme è la Ong HelpCode che nel suo secondo e ultimo report sulla malnutrizione infantile pubblica i dati sulla situazione italiana, delineando un quadro preoccupante che richiederebbe più di un intervento e soprattutto un’azione congiunta di famiglie, scuola e istituzioni sanitarie.

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L’Italia, secondo i dati citati da HelpCode, è il Paese che in Europa ha il maggior numero di bambini obesi e in sovrappeso nella fascia di età da 6 a 9 anni. Un triste primato che sfata il mito di Paese della sana alimentazione grazie alla dieta mediterranea. Non perché quest’ultima non sia più valida, ma perché viene abbandonata. Per colpa dei ritmi frenetici, della crisi economica e anche per una scarsa cultura dell’alimentazione, sempre più famiglie fanno ricorso ad alimenti pronti, spesso ipercalorici, grassi e salati, e al cosiddetto junk food, il cibo spazzatura. Sono cibi che si portano in tavola subito, spesso sono golosi e saporiti, ma non fanno assolutamente bene alla salute, soprattutto dei più piccoli.

L’obesità è l’allarme sanitario e sociale dei Paesi occidentali. A contendere il record di bambini più grassi d’Europa ai piccoli italiani tra i 6 e i 9 anni ci sono i bimbi di Grecia, Cipro e Spagna. Una conferma che quello che era lo stile alimentare dei Paesi mediterranei, che tutto il mondo ci ha sempre invidiato, è stato progressivamente sostituito da altre abitudini, purtroppo dannose.

Va detto che negli ultimi anni il numero di bambini obesi e in sovrappeso in Italia è diminuito, ma il problema resta. Infatti, sono circa 100mila i bambini obesi o sovrappeso nel nostro Paese, con una prevalenza dei maschi (21%) sulle femmine (14%). Un problema di portata globale, poiché il numero di bambini di età inferiore ai cinque anni obesi o in sovrappeso è in costante aumento in tutto il mondo e ha superato quota 40 milioni, con 10 milioni in più rispetto al 2000.

Si tratta di un problema sanitario che ha enormi costi sociali ed economici. Solo nell’ultimo anno, infatti, gli effetti di obesità e sovrappeso hanno provocato 4 milioni di decessi nel mondo, mentre l’impatto economico globale è stato stimato in 500 miliardi di dollari l’anno.

Se i genitori non si lasciano impressionare da numeri astratti su larga scala, dovrebbero tenere presente le conseguenze sulla salute provocate da cattiva alimentazione ed eccesso di peso: fegato grasso, diabete di tipo 2 ipertensione e problemi cardiovascolari. Proprio il diabete di tipo 2 è in aumento tra gli adolescenti in Italia.

Nutrizione infantile: la campagna di sensibilizzazione “C’era una volta le cena”

In vista della Giornata mondiale contro l’obesità, l’Obesity Day del 10 ottobre, e di quella dell’alimentazione del 16 ottobre, la Ong HelpCode ha lanciato la campagna di sensibilizzazione sulla nutrizione infantile “C’era una volta la cena”, anche con l’hashtag #ceraunavoltalacena. L’obiettivo è quello di informare il pubblico sulla corretta alimentazione infantile e segnalare i pericoli della cattiva nutrizione, promuovendo le attività di monitoraggio, educazione alimentare e prevenzione della malnutrizione, offrendo al contempo aiuto concreto attraverso un programma di Cash and Voucher concepito per garantire cibo sano alle famiglie in povertà.

La campagna è stata realizzata con la collaborazione scientifica della UOC Clinica Pediatrica ed Endocrinologia dell’Istituto Giannina Gaslini, Università degli studi di Genova, e ha come testimonial d’eccezione Claudia Gerini. L’attrice romana presta anche quest’anno il suo volto per la campagna di HelpCode, invitando tutti a fare la propria parte nella lotta alla malnutrizione infantile donando un pasto sano a chi non può permetterselo: “Molti non hanno le risorse economiche per poter acquistare cibo di qualità per i propri figli. Molti altri non sanno quale sia la scelta giusta per un’alimentazione corretta”.

Uno dei rischi maggiori della malnutrizione nei bambini non è solo la scarsa cultura alimentare della loro famiglia, ma soprattutto la povertà economica. Con la crisi e con l’aumento delle famiglie povere, e di conseguenza dei bambini poveri, diminuisce il numero di quelle che possono permettersi pasti sani, con cibo nutriente e sano. Una situazione che incide sulle salute dei bambini.

Il consumo di cibi economici ma poco salutari apre la strada all’obesità e al sovrappeso. Oggi, poi, l’eccesso di peso non è indice d benessere, piuttosto è il segnale di una dieta contrassegnata da errori nutrizionali e consumo eccessivo di cibo spazzatura, privo di nutrienti ma altamente calorico.

Campagna 2019 “C’era una volta la cena” di HelpCode

Inoltre, in Italia la cattiva alimentazione infantile e l’obesità nei bambini sono maggiormente frequenti nelle famiglie con basso livello di scolarizzazione. Non a caso quando la madre ha un titolo di studio elevato, l’incidenza dell’obesità nei figli si dimezza.

Sono soprattutto le famiglie del Centro e del Sud Italia quelle con la maggiore incidenza di obesità infantile. Famiglie con livello di istruzione e redditto inferiori rispetto alla media nazionale. Bassa scolarità e povertà sono dunque determinanti. La regione italiana con il maggior numero di bambini obesi e in sovrappeso, oltre il 40%, è la Campania. Seguono Molise, Calabria, Sicilia, Basilicata e Puglia.

Per contrastare il fenomeno della malnutrizione lo strumento più importante è l’educazione alimentare. A questo scopo, il report di HelpCode si arricchisce quest’anno di un contributo importante, il decalogo messo a punto dalla Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) con le 10+1 regole per una corretta alimentazione nei primi due anni di vita. Si tratta di un prontuario che tutti possono scaricare dal sito https://ceraunavoltalacena.it/ e contribuire così a debellare la piaga della malnutrizione infantile.

Alessandro Grassini, segretario generale di Helpcode, avverte che “i numeri della malnutrizione infantile in Italia restano allarmanti. Per questo Helpcode rinnova il proprio impegno con due collaborazioni importanti: una con FIMP e l’altra con il Gaslini“.

Nell’ambito della collaborazione con l’ospedale pediatrico Gaslini di Genova, verrà istituito il prossimo anno l‘Osservatorio nazionale sull’incidenza dell’obesità infantile, con una raccolta di dati che punta a fotografare l’incidenza del fenomeno su tutto il territorio nazionale.

Le ricerche più recenti ci dicono che è necessario intervenire nei primi tre anni di vita. E per farlo dobbiamo conoscere abitudini alimentari e stili di vita dei pazienti a cominciare dalla gravidanza. Ma non basta. Dobbiamo investire nell’educazione alimentare delle famiglie e nella formazione mirata dei medici“, osserva Mohamad Maghnie, responsabile dell’UOC Clinica Pediatrica del Gaslini.

Mattia Doria, segretario nazionale alle attività scientifiche della FIMP, dichiara: “Come pediatri di famiglia abbiamo lavorato molto in questi anni per diffondere i principi di uno stile di vita sano: alimentazione corretta fin dalla nascita e attività motoria. E i numeri ci danno ragione. Il fenomeno negli ultimi anni registra un’inversione di tendenza. Tuttavia l’eccesso ponderale infantile rimane un problema importante lungo tutta la Penisola, con gravi conseguenze sul futuro del Paese“.

Infine, uno studio pilota, del Gruppo di lavoro “Dieta Mediterranea in Pediatria” della FIMP, condotto a Napoli su circa 300 bambini con meno di 36 mesi ha confermato la relazione tra intervento precoce del pediatra nell’introduzione della dieta mediterranea e prevenzione dello sviluppo di obesità e patologie correlate. Dall’analisi dei dati preliminari risulta quanto rilevato nella pratica clinica, ovvero che a tre anni è ancora bassa la prevalenza dell’obesità, mentre è possibile identificare i bambini a rischio (quelli in sovrappeso) attraverso un attento monitoraggio per mettere in atto, già prima dei tre anni, misure di prevenzione adeguate“.

Educazione alla buona alimentazione, prevenzione e cure del pediatra sono dunque i pilastri per evitare obesità e sovrappeso nei bambini. Che ne dite unimamme?

valeria bellagamba

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