Dramma in sala parto: bimba muore prima di nascere per un cesareo rimandato e il padre dà in escandescenze e sfascia tutto.
Una donna di 32 anni ha perso la sua bambina poco prima della nascita. Avrebbe dovuto sottoporsi a parto cesareo il 9 ottobre all’ospedale di Vibo Valentia, ma per mancanza di anestesisti le era stato detto di tornare a casa. Quando la donna è tornata in ospedale il giorno dopo, a bambina era morta. La reazione del padre è stata terribile.
Una tragedia che forse si poteva evitare, quella accaduta il 10 ottobre all’ospedale Jazzolino di Vibo Valentia. Una giovane mamma di 32 anni ha perso la figlia, morta poco prima di nascere. La donna avrebbe dovuto sottoporsi a taglio cesareo per far nascere la bambina.
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Alla visita di controllo del 26 settembre scorso, alla trentanovesima settimana di gestazione, non erano state riscontrate anomalie, ma i sanitari avevano detto alla donna che sarebbe stata chiamata per effettuare il taglio cesareo. Come ha ricostruito l’Ansa. Non ricevendo alcuna chiamata, il 9 ottobre la donne si è recata in ospedale con il marito per chiedere spiegazioni del ritardo nella chiamata. I medici, tuttavia, le hanno spiegato che mancavano anestesisti e non si poteva procedere con il cesareo, così la donna è stata rimandata a casa. Il giorno dopo, il 10 ottobre, la giovane mamma è tornata in ospedale per una nuova visita e purtroppo i medici hanno scoperto che il feto era morto.
Alla drammatica notizia il marito della donna e padre della bambina morta ha avuto una reazione rabbiosa e violenta, scagliandosi contro persone e cose. L’uomo ha dato in escandescenze, prendendo di mira gli strumenti e gli apparecchi della sala parto, che sarebbero andati distrutti e mandando in frantumi anche la vetrata della sala. Una furia che ha terrorizzato il personale del reparto di Ginecologia e Ostetricia dell’ospedale di Vibo Valentia e che solo parenti e amici sarebbero riusciti a placare. Nel frattempo le ostetriche avevano chiamato la polizia.
Secondo un’altra ricostruzione dei fatti, riportata da Repubblica, il parto cesareo era stato già programmato per il 10 ottobre, ma la giovane mamma si sarebbe recata in ospedale con un giorno di anticipo lamentando un forte malessere. I medici, tuttavia l’avrebbero rassicurata, invitandola a tornare il giorno seguente, anche perché, a causa dell’assenza di anestesisti, non sarebbe stato possibile anticipare il parto.
Una versione diversa da quella riportata sopra e che cambia ancora nella nota dell’Asp in cui si spiega l’accaduto. Il direttore generale Elisabetta Tripodi, infatti, riferisce solo di una visita il 26 settembre scorso, necessaria per programmare il cesareo previsto per il 10 ottobre. Ma – si precisa – “alle 10.21 di questa mattina la signora è stata sottoposta a ulteriori controlli dai quali purtroppo è emersa la presenza di un feto premorto“.
Elisabetta Tripodi promettere comunque l’apertura di un’inchiesta interna: “Saranno adottati i dovuti provvedimenti nel caso in cui dovessero scaturire specifiche responsabilità“, ha spiegato. Secondo i genitori della bambina, la colpa è dell’ospedale, a fare chiarezza ci penserà la magistratura a seguito dell’apertura di un fascicolo d’inchiesta a seguito della denuncia presentata dalla coppia.
Nella nota che ha diramato, l’ospedale di Vibo Valentia ha spiegato: “La signora G.M.A., di 32 anni, il 26 settembre, essendo alla 37/ma settimana di gravidanza, si è presentata nel reparto di Ostetricia e Ginecologia del Presidio Ospedaliero di Vibo Valentia per i previsti accertamenti sanitari“. Che continua: “In tale circostanza la paziente, oltre alla visita preventiva, veniva sottoposta agli esami di laboratorio e strumentali (prelievo del sangue, ecografia, flussimetria, elettrocardiogramma, etc.). Non emergendo problemi a carico del feto e della stessa paziente, quest’ultima è stata rinviata al proprio domicilio non prima di concordare con i sanitari un ricovero programmato per il 10 ottobre (39° settimana di gravidanza) al fine di procedere con il parto cesareo. Alle 10,21 di oggi la signora è stata sottoposta ad ulteriori controlli, dai quali purtroppo è emersa la presenza di un feto premorto“.
Il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli, ha sottolineato la necessità di interventi urgenti nella sanità calabrese, anche con la solidarietà di altre Regioni, per colmare, anche in via temporanea, la carenza di medici e personale sanitario.
Che dire unimame, non ci sono molti commenti da fare.
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