Un bambino di 8 anni è stato scartato dalla scuola calcio all’inizio della stagione perché giudicato troppo scarso.
Unimamme, con il rientro a scuola sono ricominciati tutti i vari appuntamenti sportivi dei nostri piccoli.
Sappiamo che gli esperti caldeggiano la scelta di uno sport da parte dei bambini, aspetto che giova alla loro autostima, per esempio, oltre all’indubbio beneficio in termini di salute.
Purtroppo ciò che dovrebbe essere un piacevole e benefico passatempo per un bambino, un modo per socializzare, farsi delle amicizie, ecc… gli è stato negato.
“Papà, ho già capito tutto. Qui non mi vogliono più perché sono scarso…” ha commentato, mestamente, un bambino di 8 anni, escluso da una scuola di calcio brianzola che frequentava già da 2 anni.
Il bimbo, nei due anni precedenti, ha giocato nei primi calci, ma ora al momento dell’esordio coi pulcini è arrivata la doccia fredda. In realtà non si tratta di un caso isolato, perché già nelle scorse settimane in una scuola milanese erano stati scartati decine di piccoli atleti delle categorie pulcini.
Una mamma molto delusa ha voluto denunciare quella che ritiene essere una vera discriminazione avvenuta a Cernusco Lombardone. “Approfitto dello scandalo emerso grazie al vostro giornale riguardo i bambini scartati dalle scuole calcio per raccontarvi anche la storia di mio figlio, classe 2011. Giocava da due anni in una società della provincia di Lecco, ma al termine della scorsa stagione, quando già erano iniziati gli allenamenti con i nuovi tecnici, ci è stato comunicato che nostro figlio non era “più gradito per l’anno successivo perché troppo scorso”.
I genitori hanno chiesto se potevano, almeno, portare il piccolo agli allenamenti per giocare con i coetanei, ma questa è stata la risposta: “no, perché avrebbe abbassato il livello della squadra“.
Il padre del bambino ha voluto precisare: “eravamo convinti che non ci sarebbero stati problemi, anche perché la scuola calcio è affiliata al Monza. Iscrivemmo M. a 6 anni, nel 2017, nella categoria “primi calci”: 350 euro escluso l’abbigliamento. Vero, sapevamo che in quella società si facevano delle selezioni, ma non con bambini così piccoli. E poi i dirigenti ci assicurarono: “Nessun taglio”. E invece siamo stati convocati a giugno, dopo la riunione di fine anno in cui erano stati presentati i nuovi allenatori. Neppure hanno avuto il coraggio di dirglielo in faccia, mio figlio l’ha capito da solo. Non è stupido, sapeva di non essere un fenomeno ma voleva continuare a giocare coi suoi amichetti. Gli hanno impedito pure questo.” “Portatelo da un’altra parte, qui rallenta la crescita degli altri ragazzi...” ha detto il responsabile dell’area tecnica giovanile a un altro giovane.
La mamma di M., comprensibilmente, è su tutte le furie. “Scandaloso questa situazione va fermata”. “Ci siamo sentiti presi in giro: prima il presidente ha fatto finta di non sapere, poi abbiamo mandato mail alla Figc ma nessuno ci ha mai risposto” rincara il papà.
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Per fortuna M. ha trovato accoglienza in un’altra squadra. “Doveva essere il suo primo anno nei “pulcini”, partite 5 contro 5. E l’abbiamo iscritto in una scuola calcio di Merate. Abbiamo parlato chiaramente con la società e ci hanno detto che non ci sono problemi. Vogliamo solo che nostro figlio si integri e si diverta”.
Unimamme, cosa ne pensate di questa vicenda di cui si parla su Il Giorno?
Voi avete avuto esperienze simili coi vostri figli?
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