Ieri, Tafida Raqeeb è arrivata al Gaslini di Genova per essere curata, come voluto dai genitori che si sono battuti in tribunale.
Unimamme, in questi ultimi mesi abbiamo seguito con grande partecipazione le vicende di Tafida, la bimba inglese che era in coma a causa di un aneurisma cerebrale provocato da una malformazione arteriovenosa e sulla cui sorte si è dibattuto in tribunale.
Bambina in coma: svolta
Il London Royal Hospital, dove era ricoverata, desiderava staccarle i macchinari che la tenevano in vita, perché secondo loro Tafida non sarebbe più potuta migliorare e il suo miglior interesse era quello di finire così la sua vita.
I genitori, invece, erano contrari e desideravano trasferirla al Gaslini di Genova da cui gli avevano teso una mano fin da subito.
Solo poche settimane fa un giudice dell’Alta Corte di Londra ha stabilito che la piccola Tafida, di 5 anni, doveva continuare a vivere.
Ancora però non si sapeva come e quando sarebbe giunta in Italia. Ieri, però, è atterrato presso l’aeroporto di Genova l’aereo ambulanza proveniente da Londra con a bordo Tafida Raqeeb.
Ad accompagnarla nella traversata c’erano la mamma avvocato Shelina Begum e un team di medici specialisti dell’ospedale: il primario del reparto di Rianimazione Andrea Moscatelli, un anestesista rianimatore e personale infermieristico.
Il direttore dell’Ospedale Gaslini giunto presso l’areoporto Cristoforo Colombo per accogliere Tafida ha dichiarato: “non sempre si può guarire, ma sempre si può e si deve prendersi cura dei nostri piccoli pazienti. Questo è quello che il Gaslini fa da oltre 80 anni, perché prendersi cura precede e moltiplica gli effetti delle cure“.
I genitori di Tafida che hanno combattuto come leoni per la figlia, anche contro chi sosteneva che non potevano decidere perché musulmani, ora hanno chiesto la cittadinanza italiana per la bimba per motivi umanitari.
A farlo sapere è Filippo Martini segretario di Giuristi per la vita che ha fatto da mediatore per le questioni giuridiche italiane durante la precedente battaglia legale.