Tumore al seno e prevenzione: esami e controlli da fare e quando. Tutto quello che dovete sapere.
Ottobre è il mese internazionale per la prevenzione del tumore al seno. In tutto il mondo verranno indossate le spillette con i nastrini rosa, simbolo della campagna per la consapevolezza e la sensibilizzazione sul tema, la Breast Cancer Campaign. Inoltre, si illumineranno di rosa centinaia di monumenti in tutto il mondo, per ricordare l’importanza della prevenzione e sostenere la ricerca sul cancro al seno.
Tante iniziative, anche in Italia, con visite e screening gratuiti, incontri pubblici, convegni e manifestazioni.
Il tumore al seno colpisce ancora molte donne, ma migliorano le cure e la sopravvivenza, grazie alle diagnosi precoci e alle terapie sempre più efficaci. Continua ad essere il cancro più diagnosticato in assoluto in Italia, nonostante un calo generale delle diagnosi di tumore nel 2019. Solo nel nostro Paese, infatti, sono più di 52mila le donne che ricevono una diagnosi di tumore al seno in un anno, 145 al giorno, come ha ricordato Fondazione Airc (Associazione italiana ricerca cancro).
Oggi, però, le diagnosi fanno meno paura, perché la sopravvivenza dal cancro al seno dopo cinque anni è aumentata fino all’87% e la mortalità cala ogni anno dello 0,8%. Questi risultati sono il frutto di diagnosi sempre più precoci e accessibili ad un numero più ampio di donne, e di trattamenti più mirati, efficaci e tollerabili. Miglioramenti importanti, raggiunti grazie ai progressi della ricerca scientifica. Non bisogna, tuttavia, abbassare la guardia, per questo è importante la prevenzione fatta di controlli periodici e di uno stile di vita corretto. Così come è importante sostenere la ricerca.
Il tumore al seno è la neoplasia più frequente nelle donne ed è la prima causa di morte per tumore nelle donne, con 12.201 decessi (dati Istat). Il tumore colpisce una donna su 9 nell’arco della vita e fortunatamente la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è in aumento, passando in 20 anni dall’81% all’87%. Nel 2019 circa 53.000 donne si sono ammalate di cancro al seno. Inoltre, il cancro alla mammella colpisce anche gli uomini: nel 2019 si sono avute 500 diagnosi. Come segnala l’Airc, circa il 5-7% dei tumori al seno sono ereditari e di questi, circa un quarto dei casi è caratterizzato dalla presenza di mutazioni nei geni BRCA1 e BRCA2.
Il tumore alla mammella costituisce il 29% di tutte le neoplasie, seguito da quello del colon-retto (13%), polmone (8%), tiroide (6%) e corpo dell’utero (5%), secondo i dati Airtum sui casi di cancro in Italia nel 2018.
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Le autorità sanitarie raccomandano la prevenzione con i controlli periodici quali mammografia ed ecografia al seno. Grazie ai controlli regolari, infatti, è possibile la diagnosi precoce, che permette di prendere in tempo la malattia e ridurre i danni, oltre a ridurre la mortalità.
I tumori al seno possono essere di diversi tipi e possono svilupparsi in diverse parti del seno, spiega il Ministero della Salute. Una prima importante distinzione va fatta tra forme non invasive e forme invasive. Le forme non invasive, dette anche carcinoma in situ, si sviluppano nei dotti e non si espandono al di fuori del seno. Questa forma difficilmente provocherà la formazione di noduli palpabili al tatto, più spesso viene identificata attraverso la mammografia. La più comune forma di carcinoma in situ è il carcinoma duttale in situ. Invece la forma invasiva di cancro al seno ha la capacità di espandersi al di fuori del seno. La forma più comune è il carcinoma duttale infiltrante, che rappresenta circa i 3/4 di tutti i casi di cancro della mammella. Il cancro al seno può diffondersi ad altri organi, in genere attraverso i linfonodi. Raramente causa dolore. Spesso il primo sintomo riconoscibile è un nodulo o un’area ispessita nel seno. Comunque, la maggior parte dei noduli, circa il 90% non sono forme tumorali.
Lo screening per la diagnosi precoce del tumore mammario si rivolge alle donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni e si esegue con una mammografia ogni 2 anni. In alcune Regioni, tuttavia, si sta sperimentando lo screening anche ad una fascia di età più ampia, quella compresa tra i 45 e i 74 anni (con una periodicità annuale nelle donne sotto ai 50 anni).
La mammografia è un esame radiologico della mammella, efficace per identificare precocemente i tumori del seno, in quanto consente di identificare i noduli, anche di piccolo dimensioni, non ancora percepibili al tatto. L’esame viene eseguito visualizzando la mammella sia dall’alto verso il basso che lateralmente. Una maggiore accuratezza nella diagnosi si ottiene con la valutazione della mammografia effettuata separatamente da 2 medici radiologi. In caso di un sospetto di cancro, al primo esame seguono approfondimenti e, se necessario, l’intervento chirurgico. Negli ultimi anni proprio il rilievo di cancri circoscritti ha consentito di ricorrere alla chirurgia conservativa (quadrantectomia). Più del 57% delle donne invitate accetta questa opportunità di salute (anche se in modo difforme tra le varie aree del Paese) .
I numeri: per ogni 1.000 donne di età tra i 50 e i 69 anni sottoposte regolarmente ai programmi di screening e seguite fino a 79 anni di età, i controlli precoci consentono di salvare tra 7 e 9 vite.
Per ulteriori approfondimenti rimandiamo al sito web del Ministero della Salute.
Il sito web della campagna Airc: nastrorosa.it
Che dite unimamme? Li avete fatti e li fate regolarmente i controlli?
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