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Diabete in gravidanza, le possibili conseguenze per i nascituri

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valeria bellagamba
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Diabete in gravidanza, le possibili conseguenze per i nascituri

Diabete in gravidanza, le possibili conseguenze per i nascituri. Le scoperte di uno studio scientifico italiano.

Una scoperta clamorosa sul diabete gestazionale viene da uno studio scientifico interamente italiano. I ricercatori hanno scoperto che il diabete in gravidanza ha conseguenze negative non solo sul bambino in grembo alla madre ma anche sulle generazioni future. cosa bisogna sapere.

Diabete in gravidanza, le conseguenze per i nascituri

I ricercatori italiani dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, campus di Roma, e della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, hanno condotto uno studio sugli effetti del diabete in gravidanza, che è stato pubblicato sulla rivista scientifica Nature Communications. Secondo lo studio, diabete gestazionale ma anche una dieta ad alto contenuto di grassi possono compromettere le funzioni cognitive del nascituro, come la capacità di apprendimento e la memoria. Ma non finisce qui, gli effetti negativi di questi squilibri metabolici si trasmetterebbero anche alle generazioni successive, fino alla terza.

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I ricercatori hanno condotto i loro test su modelli animali e hanno scoperto che i problemi metabolici durante la gravidanza possono ridurre la plasticità del cervello del nascituro e perfino delle generazioni seguenti. Lo ha spiegato il professor Claudio Grassi, che ha coordinato i ricercatori dell’Istituto di Fisiologia Umana dell’Università Cattolica.

I test sugli animali hanno mostrato che i cuccioli delle femmine che avevano avuto il diabete in gravidanza avevano ridotte capacità di apprendimento e memoria e la stessa condizione ha poi colpito anche i figli dei figli e le generazioni successive. I ricercatori hanno stabilito che il diabete in gravidanza incide sulle capacità cognitive di ben tre generazioni.

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Studiando i cuccioli di topo, gli studiosi hanno scoperto che il diabete gestazionale può lasciare un segno sul Dna, alterando per sempre il funzionamento di alcuni geni. Inoltre, a questa alterazione dell’attività dei geni corrisponde anche la carenza nel cervello nei cuccioli del fattore di crescita BDNF, importante per lo sviluppo e il funzionamento del cervello stesso.

Il BDNF (da Brain-derived neurotrophic factor) o fattore neurotrofico cerebrale è un polipeptide (una catena di aminoacidi) presente nel cervello dei mammiferi che agisce su determinati neuroni del sistema nervoso centrale e del sistema nervoso periferico, contribuendo a sostenere la sopravvivenza dei neuroni già esistenti e favorendo la crescita e la differenziazione di nuovi neuroni e sinapsi. Nel cervello, il BDNF è attivo nell’ippocampo, nella corteccia cerebrale e nel prosencefalo basale, aree vitali per l’apprendimento, la memoria e il pensiero. Il BDNF, poi, ha un ruolo importante per la memoria a lungo termine.

Si può comprendere, dunque, quanto sia grave la carenza di questo fattore nel cervello. A prova di ciò, i ricercatori hanno ripristinato concentrazioni sufficienti di BDNF nel cervello dei topi impiegati nei test e da quel momento, le cavie hanno recuperato le funzioni cognitive che mancavano. Dunque, i segni lasciati sul Dna dei nascituri dal diabete gestazionale interferiscono sul funzionamento del cervello. Tuttavia, questa condizione non è irreversibile. Può essere ridotta o perfino cancellata con un corretto stile di vita.

L’esrecizio fisico e l’allenamento mentale possono correggere il danno, ripristinando le capacità cognitive e interrompendo la trasmissione dello stesso alle generazioni successive. Ciò può avvenire mediante un’azione esercitata sui bersagli molecolari alterati dal diabete gestazionale, come ha concluso il professor Grassi.

La notizia dello studio scientifico italiano è stata riportata da Skytg24.

Che ne pensate di queste nuove scoperte unimamme, avete avuto il diabete gestazionale?

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valeria bellagamba

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