Assegno di cura, l’aiuto economico per chi assiste un familiare con disabilità o non autosufficiente.
Con l’assegno di cura chi assiste un familiare disabile o anziano e non autosufficiente riceve un aiuto economico, non potendo lavorare. Viene misconosciuto dai Comuni a chi ne fa domanda. Ecco come funziona e cosa bisogna sapere.
Avere un familiare con disabilità o non autosufficiente e bisognoso di assistenza continua è un problema enorme per molte famiglie. Occorre dedicare molto tempo alla persona cara, disabile o anziana, e molti sono costretti ad abbandonare il lavoro, rischiando di rimanere senza reddito. Per aiutare chi si trova in questa situazione è stato previsto l’assegno di cura, un sostegno economico da chiedere al Comune o alla Regione di residenza. L’assegno viene riconosciuto alle famiglie che assistono una persona disabile o anziana in casa, in alternativa all’inserimento stabile in strutture residenziali. Questa forma di assistenza ha come obiettivo principale proprio quello di promuovere la domiciliarità, riducendo il ricorso ai ricoveri in strutture residenziali. Inoltre, gli assistiti rimangono nel proprio contesto familiare e sociale.
L’assegno di cura non va confuso con l’indennità di accompagnamento, che invece è una prestazione economica, che viene erogata a domanda, a favore degli invalidi civili totali a causa di minorazioni fisiche o psichiche per i quali è stata accertata l’impossibilità di deambulare senza l’aiuto di un accompagnatore oppure l’incapacità di compiere gli atti quotidiani della vita. L’indennità di accompagnamento, così come la pensione di invalidità, viene corrisposta dall’Inps. Invece l’assegno di cura è gestito dal Comune. Si tratta dunque di prestazioni diverse, che non si escludono ma possono essere complementari.
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L’assegno di cura non è disponibile in tutte le realtà locali, occorre dunque informarsi presso il proprio Comune di residenza se è possibile richiedere questo sostegno economico. Una volta accertata la disponibilità, per ottenere l’assegno sono richiesti alcuni requisiti, che non sono uniformi a livello nazionale, ma variano da Regione a Regione.
Tra i requisiti di base, comunque, vengono richiesti: disabilità fisica o mentale della persona da assistere, certificato medico che dichiari la non autosufficienza in base ad un punteggio in centesimi, il patrimonio Isee inferiore a un importo prestabilito; la presenza o no di collaboratori domestici e badanti.
Una volta accertata la presenza dei requisiti, l’assegno viene erogato secondo le modalità stabilite dai diversi enti locali. Il suo ammontare è variabile e in genere è commisurato al reddito determinato in base all’Isee, al bisogno assistenziale certificato dal medico e anche alla presenza di badanti. L’importo dell’assegno di cura varia per ogni Regione, generalmente parte da un minimo a un massimo prestabiliti. Per avere maggiori informazioni sull’assegno di cura ci si può recare presso l’ufficio Urp del Comune di residenza, in un Caf o Patronato.
Diverse Regioni come Valle d’Aosta, Piemonte, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Sardegna hanno regolamenti e delibere specifiche con finanziamenti per l’attuazione di progetti personalizzati autogestiti in forma indiretta. Nelle altre Regioni esistono regolamenti comunali.
Va ricordato, poi che, il Il diritto a ricevere l’assegno di cura non spetta per tutta la vita. Periodicamente, infatti, vengono effettuate verifiche sia dell’Isee, sia degli altri requisiti. Per fare domanda per ottenere l’assegno di cura è necessario seguire le indicazioni dei bandi pubblicati dai Comuni o dalle Regioni, che indicano i documenti da presentare e le scadenze. Una volta raccolte le domande, i Comuni redigeranno delle graduatorie degli aventi diritto. Gli importi dell’assegno di cura verranno corrisposti fino ad esaurimento fondi.
Ulteriori informazioni sugli assegni di cura sono disponibili sul sito di Familgie SMA.
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