Un bambino di 10 anni è stato insultato mentre stava giocando a calcio. Insulti razzisti verso il bambino e la denuncia della società.
Durante una partita di calcio tra due squadre della Brianza, la mamma di un bambino ha insultato con cori razzisti un bambino di colore della squadra avversaria. Un episodio sgradevole che ha fatto si che la società dove gioca il bambino offeso ha subito preso una dura posizione nei confronti della situazione. Nella prossima partita tutti avranno il volto dipinto di nero, la denuncia con un post su Facebook.
Durante un incontro di calcio un giovanissimo giocatore della squadra brianzola Aurora Desio Calcio è stato bersagliato da insulti razzisti durante la partita della categoria Pulcini 2009 contro la Sovicese, come riportato da Repubblica.
Il giovane calciatore, ha solo 10 ani, è stato insultato dalla madre di un avversario che l’ha chiamato “Negro di m…”. La società sportiva ha denunciato l’accaduto su Facebook in un post indirizzato alle istituzioni ed alla società avversaria: “Negro di m… Proprio così. Senza se e senza ma. Senza senso. Senza pudore. Senza cervello. Nel mirino: un bambino di 10 anni. Dieci. Non è un incubo. E’ realtà, tristissima. Andata in scena sabato pomeriggio in Brianza. Attrice protagonista, da oscar dell’inciviltà, una mamma”.
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Un pomeriggio che doveva essere un momento di divertimento e di sport è stato rovinato dagli insulti di una mamma. Il ragazzino insultato ha continuato a giocare come se nulla fosse anche se aveva sentito l’insulto: “Il bambino finge indifferenza. Con grande forza d’animo incassa e continua a fare ciò che più ama, correre dietro il pallone, con i suoi amici. A fine partita, insieme a un compagno, riferisce quelle parole al mister e poi ai genitori, tra l’altro molto attivi nel mondo del volontariato, della cooperazione, della difesa dei diritti umani”.
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La reazione della società è immediata: “Come gesto simbolico di condanna totale del razzismo e di sostegno a tutti coloro che ne sono vittima. Nel prossimo weekend alcune nostre squadre giocheranno con il volto dipinto di nero e con altre squadre faremo dei laboratori, con disegni per far capire che noi l’unica razza che conosciamo è quella umana. Sperando che un giorno, non troppo lontano, sia così ovunque”. Inoltre, nel post si invita la società avversaria ad avviare un’indagine interna affinché si faccia chiarezza: “Certi che i vertici della Società condividano i valori di sportività e condannino ogni forma di razzismo. Ci aspettiamo che venga avviata una indagine interna per individuare chi si è resa autrice di questo gesto vile e indegno, nei confronti di un bambino di 10 anni. Finché non sarà individuata e oggetto di Daspo temporaneo dai campi giovanili, ci rifiuteremo di incontrare la Sovicese in qualsiasi competizione ufficiale, anche a costo di rischiare multe e penalizzazioni”.
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Il post ha fatto il suo effetto, il direttore generale del settore giovanile dell’Aurora Desio, Alessandro Crisafulli, ha dichiarato: “Sono stato contattato dalla Sovicese. Mi hanno comunicato che hanno avviato l’indagine e che sono disponibili a fare con noi un gesto simbolico contro il razzismo. Sabato prossimo le due squadre si incontreranno nuovamente, questa volta per il campionato della categoria Juniores, ovvero quella dei ragazzi di 17/18 anni, e tutti i calciatori scenderanno in campo con il volto dipinto di nero. Lo faranno anche altre società brianzole, che hanno saputo dell’episodio e vogliono dimostrarci così la loro vicinanza“. Inoltre per l’Aurora Desio questo episodio spiacevole è un modo per sensibilizzare i genitori: “La società è notevolmente impegnata sul fronte del coinvolgimento e dell’educazione dei genitori alla sportività. Organizziamo periodicamente laboratori mirati, ci siamo dati un codice etico e del nostro staff fanno parte uno psicologo dello sport e anche un manager etico, che è l’ex arbitro di serie A Angelo Bonfrisco. Episodi del genere ci danno la spinta per continuare a lavorare e fare sempre di più contro il razzismo“.
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