L’opinionista del Corriere Massimo Gramellini ha scritto che Giovannino è stato concepito con l’eterologa, ma un medico smentisce.
Unimamme, in questi giorni si sta parlando molto del caso di Giovannino, un bambino che ha una malattia molto rara, l‘ittiosi Arlecchino e che da 4 mesi si trova presso il Sant’Anna di Torino dopo l’abbandono dei genitori quando hanno scoperto la malattia del figlio che non era stata diagnosticata durante la gravidanza.
Nel suo editoriale di ieri, giovedì 7 novembre l’opinionista del Corriere, Massimo Gramellini, ha parlato di questa storia, scrivendo anche che Giovannino è stato concepito attraverso la fecondazione eterologa. “Giovannino ha 4 mesi e un male raro che gli impedisce di stare alla luce. Ma la luce è lui, e tutti vogliono stargli vicino. Tutti, tranne i genitori, che prima lo hanno desiderato, sottoponendosi alla fecondazione eterologa, e poi rifiutato, abbandonandolo all’ospedale Sant’Anna di Torino. “
A smentirlo, però, è Silvio Viale, ginecologo dell’ospedale dove è attualmente ricoverato il piccino. Ecco che cosa ha scritto sul suo profilo Facebook:
“per prima cosa, se nessuno l’avesse ancora fatto, come medico dell’Ospedale Sant’Anna e della A.O.U Città della Salute e della scienza di Torino, sento il dovere di scusarmi con i genitori per la fuga di notizie.
Una vicenda così unica, grave e inattesa, non meritava la gogna mediatica a cui sono sottoposti i genitori. Ma anche gli operatori che si sono occupati del caso. La sofferenza per i genitori è inimmaginabile, non liquidabile con battute da caserma, e ogni inappropriato commento pubblico rischia di lacerarne le ferite. Solo chi si approccia in modo ideologico, deresponsabilizzato, colpevolista, può non immedesimarsi.
Non basta trincerarsi dietro un nome di fantasia per il bimbo e mi aspetto che la segretezza sui genitori sia meglio mantenuta. Metafora per metafora, se tra i “quaranta papà “e le “dieci mamme”, nonché tutti quelli interpellati in questi mesi, nessuno abbia avuto il coraggio di procedere alla adozione di Giovannino, ci sarà pure una ragione.
La seconda cosa, che mi sento di dire, è che #non si è trattato di una fecondazione #eterologa. Un dettaglio che dovrebbe essere irrilevante, ma che è servito da pretesto per accentuare l’ipocrisia degli scandalizzati d’ufficio.
Sin dalla nascita la vicenda è stata “canalizzata” verso una adozione pietosa, che non può che avvenire in una struttura misericordiosa e compassionevole come il #Cottolengo di Torino.
Si può dire, senza timore di essere smentito, che per i genitori occasionali non ci potesse essere altra scelta. Soprattutto nei primi giorni dopo la nascita. Quando personale, sorpreso e smarrito, deve avere anche esitato a mostrare il neonato alla madre. Una immagine completamente diversa dalle foto dei neonati, che accompagnano gli articoli del caso sui giornali.
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Non so cosa augurarmi per Giovannino, ma so che ogni considerazione deve partire dalla onesta constatazione che ognuno di noi avrebbe fatto come i genitori, patito lo stesso calvario e subito le stesse devastanti conseguenze. Non c’è nessun bisogno, tanto meno in nome di Giovannino, di colpevolizzare i genitori”.
Su Open il professor Viale ha spiegato che non c’era possibilità di individuare questa malattia durante la gravidanza. “Ci deve essere un portatore perché si possa prevedere. E questo non era il caso”.
Anche il discorso economico non è assolutamente trascurabile. “Sono costi inimmaginabili, parliamo di migliaia di euro e terapie continue. Sarò molto franco e crudele: non è come avere la sindrome di down, qui si parla di una malattia per cui esistono basse possibilità di sopravvivenza. E chi sopravvive è sottoposto a cicli ininterrotti di controlli, interventi, e chissà che altro. Non è uno scherzo“. Il professore ha parole molto dure anche verso la gara di solidarietà scattata dopo che la storia di questo bimbo è comparsa sui giornali. “La giudico una cosa penosa, mi dispiace dirlo. E troppo facile sorridere, fare i pietosi e mostrare magnanimità a parole, facendo telefonate a vuoto. Il punto è che nessuno si è preso la briga di capirci qualcosa, nessuno sa a cosa sta andando incontro e nessuno ha voluto, per ora, sapere nulla di Giovannino”. Secondo Viale alla fine nessuno adotterà questo piccolino, perché la sua situazione è troppo grave e pesante. Per la coppia che ha lasciato il figlio ha solo parole di comprensione. “Provo solo profonda comprensione per quella coppia. Anche io avrei fatto lo stesso. Chiunque lo avrebbe fatto. Non prendiamoci in giro, per favore”.
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