Le principali 10 cause di morte nel mondo, quali sono e come prevenirle riducendo i rischi.
Come si è evoluta la mortalità nel tempo, grazie ai progressi della scienza medica, e quali sono le principali 10cause di morte nel mondo. I dati di uno studio internazionale e le indicazioni del Cnr su come prevenire i rischi o almeno ritardare i decessi. Cosa bisogna sapere.
Sull’Almanacco della Scienza a cura dell’ufficio stampa dl Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) è stato pubblicato un Focus monografico sulle 10 principali cause di decesso della popolazione nel mondo. I dati sono vengono dai ricercatori del Cnr che a loro volta richiamo uno studio globale, il Global Burden of Disease Study, un progetto internazionale coordinato dall’Institute for Health Metrics and Evaluation dell’Università di Washington che classifica le principali cause di morte per frequenza percentuale sul totale.
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Malattie cardiovascolari
La prima causa di morte è legata ai problemi cardiovascolari, in particolare nel mondo occidentale. Sono malattie che colpiscono sia gli uomini che le donne, soprattutto dopo i 60 anni. Le malattie ischemiche del cuore colpiscono soprattutto gli uomini, mentre quelle cerebrovascolari, le ischemie cardiache e le altre patologie del cuore interessano le donne. Sempre più determinanti, tuttavia, sono i fattori di rischio legati a comportamenti e stili di vita, come fumo, abuso di alcol, scorretta alimentazione e vita sedentaria.
In Europa 4 milioni di persone ogni anno muoiono per problemi cardiaci, di cui un milione muore prematuramente, prima dei 75 anni, come spiega Giorgio Iervasi, direttore dell’Istituto di fisiologia clinica (Ifc) del Consiglio nazionale delle ricerche. A livello mondiale, invece, la mortalità è tra i 17 e i 18 milioni di casi all’anno, circa il 30-40% di tutte le cause di morte (American College of Cardiology 2012). In particolare, le donne non devono sottovalutare la cardiopatia ischemica che sebbene, abbia più casi di ricovero in ospedale tra uomini, ha più alti numeri di decessi tra le donne. In Italia ogni anno muoiono per eventi cardiovascolari acuti 96 mila uomini e 124 mila donne.
Per la diagnosi precoce delle crisi cardiache, e in particolare dell’infarto del miocardio, sono allo studio modelli predittivi del rischio che in una piattaforma raccolgono tutti i fattori locali e sistemici individuali del paziente, da elaborare con modelli statistici complessi, per poi validare, in una popolazione con diversi gradi di severità di malattia e frequenza di eventi, uno strumento di supporto alla decisione clinica. Poi, per ridurre i rischi di malattie cardiovascolari è fondamentale seguire corretti stili di vita.
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Malattie cerebrovascolari
Tra le prime cause di morte al mondo ci sono le malattie cerebrovascolari, alle quali sono particolarmente esposte le donne, come abbiamo accennato sopra. La diffusione di queste malattie dipende in primo luogo dall’invecchiamento della popolazione. Anche in questo caso per prevenirle sono fondamentali le abitudini di uno stile di vita corretto a cominciare dall’alimentazione. Gli esperti consigliano di seguire la dieta mediterranea, scegliendo dunque frutta, verdura, legumi, cereali integrali, fibre alimentari, olio di oliva e noci. Da limitare i cibi trasformati e la carne rossa. Preferire, poi, gli alimenti di stagione e i prodotti locali. Molto importante, poi, è che la dieta mediterranea sia seguita sempre, già da giovani, e non solo in età avanzata. “Solo così questo regime alimentare manifesta la sua capacità di contrastare il cosiddetto inflammaging, definizione con la quale si fa riferimento allo stato pro-infiammatorio di basso grado, alla base di tutte le maggiori patologie croniche che, pur manifestandosi in età avanzata, sono presenti in forma subclinica già decenni prima e che sono le principali cause di mortalità e disabilità (cardiovascolari, cerebrovascolari, neoplastiche, neurodegenerative, ecc)”, spiega Stefania Maggi, ricercatrice dell’Istituto di neuroscienze (In) del Cnr. Infatti, “se si adotta un’alimentazione sana per tutta la vita, si evita l’insorgenza dello stato di infiammazione cronica. Se invece si adotta una dieta ricca di grassi saturi e alimenti trasformati e poi si cambia e si segue una dieta sana, si diminuisce l’infiammazione sistemica, ma l’infiammazione cellullo-mediata resta elevata (trained immunity): il danno, quindi, già instaurato nel nostro organismo non è completamente eliminabile”, aggiunge la ricercatrice.
Demenza e Alzheimer
Per quanto riguarda la demenza e l’Alzheimer, valgono le stesse indicazioni per le malattie cerebrovascolari, a cominciare dai corretti stili di vita e dall’alimentazione. L’Alzheimer, è una malattia sempre più diffusa nel mondo e nel nostro Paese colpisce circa 600mila persone. Altri fattori di rischio per questa malattia, come hanno rilevato recenti studi, possono derivare da agenti infettivi come quelli della pertosse e della difterite, che causano una infiammazione delle mucose che “potrebbe interessare i nervi olfattivi e coinvolgere anche il sistema nervoso centrale, aumentando il rischio di malattie neurodegenerative, quali l’Alzheimer”, spiega Stefania Maggi. Contro pertosse e difterite c’è il vaccino, da fare con il richiamo per il tetano, la vaccinazione trivalente dTpa raccomandata ogni 10 anni.
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Broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco)
La broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco) è una infezione respiratoria grave, caratterizzata da un’ostruzione irreversibile delle vie aeree, di entità variabile a seconda della gravità. Solitamente è progressiva ed è associata a uno stato di infiammazione cronica del tessuto polmonare, che provoca una riduzione consistente della capacità respiratoria. L’occlusione persistente delle vie aeree è dovuta a enfisema e/o bronchite cronica e si manifesta con tosse e respiro affannoso. Per contenerla sono fondamentali l’astensione dal fumo e l’assunzione di farmaci che mantengano aperte le vie aeree. La broncopneumopatia cronica ostruttiva colpisce soprattutto le persone sopra i 64 anni di età, tra le quali si verifica oltre il 97% delle morti per Bpco, le donne e il 15% dei fumatori. I casi di Bpco nel mondo sono in aumento e tra le cause ci sono in particolare il tabagismo e l’esposizione alle tossine dei combustibili da biomassa, come legna ed erbe.
Il Cnr conduce studi per accertare come l’inalazione di fattori ambientali, quali inquinanti atmosferici e fumo di sigaretta, possa influire sulla salute dell’apparato respiratorio. A questo scopo, uno studio, condotto da Giusy Daniela Albano del gruppo di lavoro di Mirella Profita dell’Istituto per la ricerca e l’innovazione biomedica (Irib) del Cnr, “ha messo in evidenza, con un modello sperimentale 3D di epitelio bronchiale, che l’inalazione di Difenil eteri polibromurati (Pbde) potrebbe compromettere la salute umana del polmone, causando gravi alterazioni cellulari che innescano meccanismi patogenetici per la Bpco: stress ossidativo, alterata riposta infiammatoria, produzione incontrollata di muco, alterazioni chimico-fisiche di fluidi e perdita di integrità di barriera dell’epitelio delle vie aeree”, spiega Profita. “Tali sostanze, note come ritardanti di fiamma, sono presenti in un gran numero di dispositivi elettrici, tessuti e arredi e riguardano quindi la contaminazione ambientale indoor ed outdoor”.
Cancro ai polmoni
Valgono indicazioni simili quella della Bpco: le cause principali del cancro ai polmoni sono il tabagismo e l’esposizione ai fumi e alle tossine dei combustibili come legna ed erbe. Il primo consiglio è dunque quello di smettere di fumare.
Infezioni delle vie aeree inferiori
Valgono le indicazioni per Bpco e cancro ai polmoni, ricordando che l’apparato respiratorio è quello con la maggiore predisposizione alle malattie infettive, a causa dell’esposizione ad agenti esterni. Può essere colpito da infezioni virali innocue, come raffreddori, rinosinusiti, bronchiti, che si risolvono in maniera spontanea, ma anche da infezioni acute spesso associate a patologie infiammatorie croniche del polmone, quali le infezioni delle vie aeree inferiori, il cancro ai polmoni, ai bronchi, alle trachee e la broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco), tutte patologie presenti tra le principali cause di morte. “L’infiammazione è un fattore comune a molte malattie polmonari. Oltre che la broncopneumopatia, riguarda l’asma, il cancro e la fibrosi, tutte legate anche a fattori esterni“, afferma Mirella Profita. La barriera che protegge i polmoni dalle sostanze esterne è l’epitelio, che è “la prima linea di difesa contro allergeni, batteri, virus e fattori ambientali e la sua esposizione a sostanze irritanti e a patogeni provoca alterazioni cellulari che innescano meccanismi patologici per il polmone“.
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Acqua contaminata
Nei Paesi più poveri lo scarso accesso all’acqua potabile , la mancanza di servizi igienici e la carenza di fognature rappresentano uno dei principali fattori di mortalità. “Attualmente 2,2 miliardi di persone (28,94% della popolazione mondiale) non dispongono di acqua potabile in casa, circa 4,5 miliardi non hanno accesso a servizi igienici sicuri e circa 870 milioni di persone utilizzano acqua contaminata“, afferma Vito Felice Uricchio dell’Istituto di ricerca sulle acque (Irsa) del Cnr. “In particolare, circa un abitante su dieci non ha ancora accesso sicuro all’acqua, inclusi i 144 milioni di persone che per bere attingono da bacini non controllati”.
La carenza fognature e la contaminazione dell’acqua da batteri patogeni e virus sono alla base della diffusione di malattie come colera, dissenteria, epatite, poliomielite, tifo e di malattie tropicali trascurate, tra cui tracoma, parassitosi intestinale e schistosomiasi, che portano alla morte 840mila persone all’anno, di cui 1.000 bambini al giorno al di sotto dei cinque anni. Inoltre, 3 miliardi di persone non hanno in casa i servizi per lavarsi le mani.
Diabete di tipo 2
Nel 2016, il diabete ha ucciso 1,6 milioni di persone nel mondo. Sono i dati dell’ultimo rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), contenente i dati del Global Health Observatory sulle stime dei decessi per causa, età, sesso e Paese del periodo 2000-2016. La mortalità per diabete è aumentata a causa dell’aumento nella popolazione di sovrappeso e obesità, le cause principali del diabete di tipo 2. Come spiega Rosalba Giacco dell’Istituto di scienze alimentari (Isa) del Cnr: “Il diabete mellito è una malattia cronica caratterizzata da un’alterazione del metabolismo del glucosio, che determina livelli elevati di glicemia. È associata inoltre a complicanze vascolari invalidanti a carico di diversi organi, dall’infarto del miocardio all’ictus, a danni oculari e renali. Esistono due diverse forme di diabete mellito, il tipo 1 poco frequente, colpisce prevalentemente i giovani ed è causato da un deficit assoluto di insulina, l’ormone prodotto dalle cellule beta del pancreas, che regola il metabolismo dei carboidrati; il tipo 2, causato da un utilizzo inadeguato del glucosio anche in presenza di livelli circolanti d’insulina normali o elevati, è molto più diffuso, ha la maggiore incidenza in età adulta ed è associato nell’80-90% dei casi a obesità localizzata a livello viscerale. È conosciuto come diabete dell’anziano, ma negli ultimi anni colpisce anche i giovani a causa dell’incremento di sovrappeso e di obesità in questa fascia d’età. Chi soffre di diabete tipo 2, presenta spesso anche pressione arteriosa elevata, alti livelli di trigliceridi e un basso livello di colesterolo Hdl, tutti fattori di rischio per le malattie cardiovascolari”.
In Italia, circa il 5,8% della popolazione soffre di diabete, sono 3.516.333 persone di cui solo una su 10 è affetta da diabete tipo 1. Per evitare il diabete e suoi rischi è fondamentale cambiare lo stile di vita, a cominciare dall’alimentazione, con la riduzione del consumo di zuccheri, della carne rossa e dei formaggi, aumentando il consumo di verdura, legumi soprattutto, e frutta. Va praticata anche attività fisica.
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Incidenti stradali
Una delle cause di morte molto diffuse al mondo è rappresentata dagli incidenti stradali. Solo in Italia nel 2018, sono morte sulla strada 3.325 persone. Nonostante un leggero calo, si tratta pur sempre di cifre elevate. Tra le cause principali degli incidenti stradali c’è la distrazione, che provoca il 75% dei sinistri, come riferisce l”Automobile club d’Italia (Aci). E tra le fonti di distrazione ci sono soprattutto i telefoni cellulari. Troppe persone telefonano, inviano messaggi o addirittura scattano selfie mentre guidano, senza rendersi conto del pericolo. Cattive abitudini che appartengono anche agli adulti. Infatti il 51% delle persone tra i 18 e i 64 anni ammette di aver guidato con il cellulare in mano. Il consiglio da dare è naturalmente quello di mettere via il cellulare mentre si guida.
Tubercolosi
Nonostante sia una malattia praticamente scomparsa nei Paesi sviluppati è ancora molto diffusa nel resto del mondo, con elevati tassi di mortalità. La tubercolosi è una malattia infettiva e contagiosa causata dal Bacillo di Koch (BK) o Mycobacterium tuberculosis (MT), e colpisce soggetti di tutte le età, in tutto il mondo. È prevenibile con misure di isolamento dei casi contagiosi e programmi di screening in categorie selezionate. la diagnosi precoce dell’infezione è la vera prevenzione della malattia, al momento. Negli anni dal 1955 al 2008 il numero annuale di casi di tubercolosi registrati nel sistema di notifica nazionale Italiano è passato da 12.247 a 4,418. Recentemente, però, si è avuta una nuova, lenta e progressiva ripresa della malattia.
Il Focus sulle principali cause di morte presenta dunque le patologie cardiache e cardiovascolari in testa, seguite da quelle dell’apparato respiratorio, dal cancro alla broncopneumopatia cronica ostruttiva; poi le malattie cerebrovascolari, le demenze e l’Alzheimer; ma anche quelle diarroiche e la tubercolosi, ancora diffuse in molte aree del mondo; quindi il diabete mellito e gli infortuni stradali. La conclusione è che numerosi decessi sono in parte dovuti a cause che si possono evitare, come il fumo, l’alcol, l’inquinamento, i comportamenti a rischio, la cattiva alimentazione. Dunque si tratta di elementi su cui ognuno di noi può intervenire. L’obiettivo ultimo è quello sì di allungare la vita ma soprattutto migliorarne la qualità. Al di là dei progressi scientifici della ricerca e della pratica medica, la diffusione di buone abitudini, dall’igiene all’alimentazione sana, è fondamentale.
Per ulteriori approfondimenti: Focus – Principali cause di morte
Che dite unimamme? Conoscevate queste cause di mortalità?
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