In una scuola in provincia di Ancona una circolare circa l’annullamento della recita natalizia solleva un’enorme polemica.
Come di consueto l’avvicinarsi della festa più attesa dell’anno e la sua celebrazione nelle scuole genera polemiche. Questa volta a finire nell’occhio del ciclone è la scuola Gianni Rodari di Moie, in provincia di Ancona.
Festa di Natale a scuola: il caso in una scuola
Gli insegnanti dell’istituto comprensivo Carlo Urbani di Moie avevano deciso di non far svolgere ai loro alunni la recita di Natale per non “offendere” i bambini che seguono un’altra religione e che costituiscono il 10% della popolazione scolastica. I genitori però non erano assolutamente d’accordo e hanno chiesto spiegazioni alla dirigente. La vicenda ha avuto vasta risonanza, tanto che anche il sindaco Tiziano Consoli è intervenuto, parlando “di una presa di posizione troppo forte in un sistema pluralistico come il nostro”. Per sino il Garante dei diritti della persona delle Marche Andrea Nobili ha fatto pressione sulle insegnanti perché ripensassero alla loro decisione. “Mettere in discussione quello che da sempre è un momento di condivisione e crescita, in nome di una presunta discriminazione di cui non si vedono i contorni è poco rispettoso della sensibilità di una comunità“.
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La dirigente scolastica Patrizia Leone, alla fine ha dovuto indire una conferenza stampa spiegando l’accaduto: “è stata una divulgazione prematura da parte della stampa, di informazioni che si trovavano in una comunicazione interna alla scuola ed inoltrata ai genitori. Il mio compito è difendere i docenti e le loro migliori intenzioni: siamo convinti che il simbolo della Natività non possa nuocere o offendere la sensibilità degli altri. La recita si farà“. La Preside ha aggiunto: “sarà una festa davvero inclusiva, in cui anche le famiglie di bambini di altre confessioni religiose potranno portare il loro contributo, con fiabe recite e tradizioni proprie. Perché la vera integrazione non è togliere qualcosa, pensando di urtare con le nostre tradizioni la sensibilità di altre comunità, la vera integrazione è aggiungere, conoscersi, incontrarsi”. A quanto pare la “rivolta” dei genitori che desiderano vedere i loro figlioletti sul palco ha vinto e voi cosa ne pensate di quanto accaduto e riportato sul Corriere?