A Roma cresce il consumo di droga da cui vengono toccati anche i bambini che la assumono perché i genitori la lasciano sparsa per casa, l’ultimo caso è quello di un bimbo di 9 mesi.
Nella capitale è alta l’attenzione riguardante il consumo di droghe, che purtroppo coinvolge anche bambini piccolissimi dal momento che bambini tra i 9 mesi e i 5 anni che la ingeriscono perché i genitori la lasciano sparsa in casa, dopo essersela iniettata, fumata o sniffata.
Un caso di questo tipo si era presentato qualche mese fa, in Agosto, quando una bambina di 9 mesi era stata ricoverata al Pronto Soccorso di Firenze e le erano state trovate tracce di droga nel sangue. I bambini piccoli non si rendono conto dei pericoli in casa, imitano i gesti di mamma e papà e toccano tutti gli oggetti. Se un bimbo passa la mano sul tavolo dove c’era della droga e poi si tocca il viso o si mette le mani in bocca ecco che ha assunto sostanze stupefacenti. Il piccolo sta male e viene portato in ospedale, mentre gli scriteriati genitori finiscono nel registro degli indagati per lesioni colpose e cessione di sostanze stupefacenti.
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Una volta erano pochi i casi estremi come questo, invece ora le forze di polizia di Roma ne registrano con frequenza. Nel 2019 sono state aperte 5 indagini di questo tipo nei confronti di genitori distratti. Anche l’ospedale Bambin Gesù deve confrontarsi con questo fenomeno. I bambini infatti arrivano in condizioni critiche dopo aver assunto sostanze stupefacenti o alcolici. Marco Marano, responsabile del centro Antiveleni del Bambin Gesù ha scritto: “in media i pazienti su cui interveniamo sono otto o nove all’anno. Il numero è abbastanza costante negli ultimi 4 anni. Al pronto soccorso viene portato il bambino di 1 o 2 anni che dorme troppo, che cade o non mantiene l’equilibrio o che ha una tachicardia.” A quel punto i medici gli fanno uno screening tossicologico per capire a quale sostanza è stato esposto il piccino. Gli fanno uno screening tossicologico per capire a quale sostanza è stato esposto . Infine, nei casi più gravi, può finire persino in terapia intensiva. Unimamme, cosa ne pensate di questi gravi casi di cui si parla su Il Messaggero?
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