Per un’anomalia cromosomica una mamma ha perso il figlio ma decide di donare il latte per salvare altri bambini.
Una mamma americana ha deciso di donare il suo latte materno dopo che il figlio che aspettava è morto appena nato. Un gesto di commovente generosità che viene dagli Stati Uniti.
Sierra Strangfeld è una coraggiosa e generosa mamma che dopo un dolore immenso come quello della morte del figlio neonato ha deciso di donare il suo latte che sarebbe rimasto inutilizzato. Sierra ha pensato a tutte quelle mamme in difficoltà che non possono dare il proprio latte ai figli e ormai tutti sappiamo quanto sia importante il latte materno per i neonati, per la proprietà nutrizionali e protettive.
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La giovane donna ha voluto in questo modo onorare la memoria del suo bambino, Samuel, morto prematuramente a sole tre ore dalla nascita a causa di una rara condizione patologica di origine genetica, la Trisomia 18. La patologia, che colpisce un bambino su 6.000, è stata scoperta dai medici quando Sierra era a metà della sua gravidanza. Il piccolo non sarebbe sopravvissuto a lungo nell’utero della mamma, così i medici hanno deciso di farlo nascere in anticipo con un parto cesareo. Samuel, purtroppo, è vissuto solo per tre ore.
La mamma, che con il marito e l’altro figlio vive a Neillsville, in Wisconsin, ha raccontato la sua drammatica storia alla popolare trasmissione tv “Good Morning America“. Della nascita di Samuel ha detto: “Le sue mani erano serrate, i suoi piedi erano chiusi, era così piccolo ma così perfetto. Ha combattuto duramente per poterci conoscere“.
Nonostante un’esperienza così tragica, Sierra Strangfeld ha scelto di andare oltre il suo dolore e di essere generosa verso altre mamme. Il primo figlio della donna, Porter, era stato a sua volta nutrito con latte donato e così mamma Sierra ha voluto ricambiare a sua volta donando il suo latte.
“Ho sempre desiderato aiutare un’altra mamma bisognosa – ha detto Sierra -: Samuel avrebbe avuto una degna degenza in terapia intensiva se fosse sopravvissuto e so che avremmo dovuto usare latte donato. Ora posso essere io ad aiutare gli altri”. Sierra ha donato 16 litri di latte e ha raccontato la sua esperienza in un post su Facebook, pubblicato lo scorso 13 novembre e diventato subito virale.
“Quando ho scoperto di essere di nuovo incinta, non volevo altro che riuscire ad allattare. Ma quando abbiamo scoperto la diagnosi di Samuel, sapevo che non sarebbe successo. Un’altra speranza mi era stata tolta.
Prima che Samuel se ne andasse, mi dissi che avrei tirato il mio latte per donarlo. Dopotutto, a Porter è stato donato latte per più della metà del suo primo anno di vita!
Non ho potuto salvare la vita di Samuel, ma forse potrei salvare la vita di un altro bambino.
Il tiraggio non è per i deboli di cuore. È difficile. Mentalmente e fisicamente. Ed è ancora più difficile quando in realtà non hai un bambino. Ci sono state delle volte in cui ero arrabbiata, perché mai il mio latte doveva uscire quando non avevo un bambino da allattare? Perché mi svegliavo nel cuore della notte per fare questo? L’altra parte di me sentiva che era l’unica cosa che mi legava a Samuel qui sulla Terra. Spero proprio che sia orgoglioso di me!
Ho tirato latte per 63 giorni dopo la sua nascita. Non sono affatto un fornitrice eccessiva, ma l’ho fatto.
E oggi, nella sua data di scadenza, ho donato il mio latte alle banche del latte della NICU (unità di terapia intensiva neonatale, ndr) per la prima e l’ultima volta. Camminare per i corridoi dell’ospedale era solo un altro passo verso la guarigione. E so, (perché l’ho sentito), che Samuel era lì con me”.
Dopo la donazione del latte, Sierra e il marito Lee sperano di poter dar vita a una fondazione nel nome del figlio. Nel frattempo hanno lanciato “Smiling for Samuel“, una campagna per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla Trisomia 18 e hanno aperto una borsa di studio a nome del bambino.
La trisomia 18 è un’anomalia cromosomica: è presente cioé un cromosoma 18 in sovrannumero. Essa è associata a ritardo della crescita, anomalie agli arti, alle viscere, forma allungata e stretta del cranio e aspetto ed espressioni del viso caratteristiche. Purtroppo il 95% dei feti muore durante la gravidanza. Circa la diagnosi essa può essere sospettata durante la gravidanza con le ecografie mentre si può avere conferma con l’analisi del cariotipo fetale. Non esiste cura. La maggior parte dei bambini nati con questa anomali muore entro il primo anno di vita (circa il 90%) si legge su Orphanet.
Questa commovente storia è stata raccontata dal Corriere della Sera.
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Che ne pensate unimamme? Impossibile rimanere indifferenti di fronte alla generosità di questa mamma.
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