Tenere tutto dentro può essere molto pericoloso per la salute delle donne. Dice uno studio scientifico.
Sappiamo bene che “tenere tutto dentro“, senza mai esprimere disagio, rabbia o sentimenti negativi, facendo finta che tutto vada bene, fa male alla salute. Ora la scienza ha stabilito fino a quanto possa fare male e soprattutto ha accertato che le prime vittime sono le donne. È infatti un atteggiamento tipicamente femminile quello di auto controllarsi, anche troppo, soffocando i propri sentimenti e fingendo di essere felici o di stare bene. Ecco cosa hanno scoperto gli scienziati.
Tenere tutto dentro può essere mortale: i risultati di uno studio sulla salute delle donne
Costringersi a restare in silenzio e tenere tutto dentro, senza mai tirare fuori la rabbia né sfogarsi, può essere molto dannoso per la salute delle donne, persino mortale. Secondo un recente studio scientifico può aumentare il rischio di ictus e altri problemi cardiovascolari.
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La donne sono più abituate a sopportare le difficoltà e le ingiustizie, ma questo atteggiamento alla lunga danneggia la loro salute. Infatti, secondo questo studio, le donne che “tengono tutto dentro” o si “auto silenziano“, come hanno detto i ricercatori, perché non riescono a esprimere insoddisfazione, rabbia e sentimenti negativi alle persone che hanno accanto, anche all’interno di una relazione, sono più esposte al rischio di ictus. In particolare, lo studio è stato condotto su donne di età compresa tra i 40 e i 60 anni e ha stabilito che coloro che si auto silenziavano, ovvero tendevano a tacere problemi o emozioni negative, avevano un rischio maggiore di avere la placca nelle arterie carotidi.
Dana Jack, professoressa di psicologia alla Western Washington University, e tra i pionieri della ricerca in questo campo, ha spiegato che reprimere i propri sentimenti quando rischiano di minacciare le relazioni o la propria sicurezza, e apparire all’esterno gradevoli, mentre i sentimenti interiori crescono di rabbia e risentimento è ciò che si intende per “auto silenziamento“ (self-silencing) è dannoso.
Karen Jakubowski, ricercatrice post-dottorato all‘Università di Pittsburgh e principale ricercatrice del nuovo studio, ha affermato che la ricerca in questo caso non è stato in grado di mostrare un meccanismo di causa effetto tra il “tenersi tutto dentro” e i rischi per la salute cardiovascolare. Tuttavia, “le donne che si sono sentite meno in grado di parlare dei loro bisogni o sentimenti nelle loro relazioni intime avevano una probabilità maggiore del 14% di mostrare più placca nella loro arteria carotidea“. Al contrario, “le donne senza placca osservabile si sono rivelate maggiormente capaci di esprimersi nelle loro relazioni, rispetto alle donne che avevano più placca“. Pertanto quella placca aggiuntiva potrebbe causare potenzialmente infarto, ictus e altri problemi cardiovascolari, come hanno osservato i ricercatori.
Dana Jack non ha fatto parte del team del nuovo studio, ma ha sviluppato la scala utilizzata per aiutare a misurare l’espressione personale nelle relazioni più strette. La professoressa ha spiegato che chi si “auto silenzia” si sta disconnettendo non solo dall’altra persona ma anche da se stesso. Parlare e confrontarsi con gli altri aiuta ad autodefinirci e confermare noi stessi. Invece, con l’auto-silenzio le donne finiscono per confondersi su quello che provano realmente. In un continuo discorso interno o nel rimuginare, le donne si fanno molte domande, chiedendosi se in loro ci sia qualcosa di sbagliato nel provare rabbia e domandandosi se debbano essere più gentili. Alla lunga questo porta a un grande stress che può avere conseguenze anche sul piano fisico, compromettendo la salute.
Lo studio coordinato da Karen Jakubowski è stato condotto su 304 donne che hanno compilato un questionario basato sulla scala di Dana Jack. Hanno anche completato auto-report su dati demografici, anamnesi, depressione e misurazioni come pressione sanguigna, altezza e peso.
Jakubowski ha ricordato che studi precedenti avevano dimostrato che “le donne che riportano maggiore auto-silenziamento hanno anche più sintomi di depressione e rabbia, entrambe legate alla malattia cardiovascolare“. In merito alla correlazione tra auto-silenziamento e placca, Jakubowski ha spiegato che “gli studi futuri potrebbero considerare la depressione, il conflitto nelle relazioni o i problemi del sonno come il collegamento tra auto-silenziamento e placca. La depressione e il sonno carente sono fattori di rischio per la placca carotidea“, ha sottolineato.
Non tutte le donne che tengono per sé i sentimenti avranno un attacco di cuore o un ictus. Ma le donne in età matura che non hanno altri problemi medici, come ad esempio il diabete, raramente hanno un evento cardiovascolare e questa situazione le espone a un rischio maggiore.
Infine, studiare lo sviluppo della placca può farci capire chi è più a rischio per eventi cardiovascolari successivi, quando è ancora possibile fare qualcosa al riguardo. Karen Jakubowski ha concluso affermando che i risultati dello studio scientifico “suggeriscono l’importanza di sostenere le donne a una maggiore espressione di se stesse, dei loro sentimenti e dei bisogni nelle loro relazioni intime, che possono essere importanti per la loro salute cardiovascolare nella mezza età“.
I risultati dello studio sono stati presentati all’incontro annuale della Menopause Society di Chicago a fine settembre, prima della pubblicazione su una rivista scientifica con peer-review. Dana Jack ha concluso affermando che “questo studio mostra gli effetti fisici dello stress e dimostra che dobbiamo tenere conto sul serio del modo in cui l’auto-silenziamento funziona nel corpo“.
Lo studio è stato riportato da HealthDay.
Che ne pensate unimamme? Condividete le conclusioni dei ricercatori?