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Gli incubi aiutano a combattere l’ansia dice la scienza

Published by
valeria bellagamba

Gli incubi aiutano a combattere l’ansia dice la scienza. Cosa bisogna sapere.

Gli incubi aiutano a combattere l’ansia dice la scienza – Universomamma.it

Quando ci svegliamo di sobbalzo a causa di un incubo oppure ci portiamo addosso durante la giornata tutta la negatività e il cattivo umore di un brutto sogno, dobbiamo sapere che  tutto questo ha uno scopo ben preciso, che ci è di fondamentale aiuto. Secondo uno studio scientifico, infatti, i brutti sogni servono per aiutarci ad affrontare l’ansia. Lo sostengono i ricercatori dell’Università di Ginevra.

Gli incubi aiutano a combattere l’ansia: lo studio durante il sonno

Fare brutti sogni non è certo piacevole ma scoprire che c’è un motivo e che anche i brutti sogni possono aiutarci, forse allora diventeranno più sopportabili. Secondo uno studio scientifico svizzero gli incubi ci aiutano a gestire l’ansia e le paure nella vita di tutti i giorni. Una sorta di allenamento o preparazione ai momenti difficili.

A sostenerlo sono i ricercatori dell’Università di Ginevra e dell’ospedale universitario della città svizzera che hanno condotto uno studio in materia, in collaborazione con i ricercatori dell’Università del Wisconsin. Gli esperti di neuroscienze hanno preso in esame un campione di 18 persone che sono state studiate durante il sonno. Gli esaminati sono stati collegati all’elettroencefalogramma con 256 elettrodi ed è stata monitorata la loro funzione cerebrale mentre dormivano la notte. Le persone venivano svegliate più volte e a ogni risveglio veniva chiesto loro se avessero sognato e soprattutto se avessero provato sensazioni di paura.

Grazie a questi test, i ricercatori hanno potuto individuare le zone del cervello che si erano attivate durante un brutto sogno. Lampros Perogamvros, uno degli autori dello studio e ricercatore presso il Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Ginevra, ha spiegato che analizzando l’attività cerebrale delle persone oggetto dello studio i ricercatori sono stati in grado di identificare “due regioni implicate nell’induzione della paura sperimentata durante il sogno. Si tratta dell’insula e della corteccia cingolata“.

L’insula è implicata anche nella valutazione delle emozioni da svegli e si attiva automaticamente quando si prova paura. Invece, la corteccia cingolata interviene nella preparazione delle reazioni motorie e comportamentali in caso di minaccia. Pertanto, è la conclusione dei ricercatori, i sogni rappresentano”una vera e propria formazione delle nostre reazioni future e possono potenzialmente prepararci ad affrontare i pericoli

Dunque, anche i brutti sogni, per quanto spiacevoli e fastidiosi, hanno una loro utilità e possono aiutarci a gestire l’ansia e a controllarla nella vita quotidiana, da svegli. In qualche modo ci preparano ad affrontare le situazioni che ci spaventano.

Lo studio, inoltre, ha evidenziato per la prima volta che regioni simili del cervello si attivano quando si prova paura sia durante il sonno sia durante la veglia.

Per confermare i risultati dello studio, poi, i ricercatori hanno effettuato un altro test, prendendo in esame in questo caso 89 partecipanti ai quali è stato chiesto di tenere un “diario dei sogni“. Gli esaminati dovevano annotare i sogni e le emozioni che ricordavano al momento del risveglio per un periodo di una settimana. In seguito gli 89 partecipanti sono stati sottoposti a risonanza magnetica, in un test durante il quale venivano mostrate loro immagini negative o neutre. I ricercatori hanno scoperto che più a lungo si era provata paura durante i sogni e meno l’insula, la corteccia cingolata e l’amigdala si attivavano di fronte alle immagini negative. Inoltre, l’attività della corteccia prefrontale mediale, che inibisce l’amigdala in caso di paura, aumentava in proporzione al numero di incubi.

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica Human Brain Mapping. I risultati ottenuti confermano una teoria neuroscientifica secondo la quale si simulano situazioni spaventose nel sogno per reagire meglio e con meno aure da svegli. Lo studio, inoltre, potrebbe aprire la strada a nuove terapie contro i disturbi d’ansia, grazie all’analisi delle sensazioni provocate dai sogni.

La ricerca dell’Università di Ginevra è stata riportata da Skytg24.

Che ne pensate unimamme? Fate spesso brutti sogni?

valeria bellagamba

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