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La tradizione del presepe in casa e nelle scuole: l’invito di Papa Francesco | FOTO

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Valentina Crea

La tradizione del presepe che Papa Francesco vuole portare avanti. La visita del Pontefice a Greccio e la spiegazione dei simboli.

La tradizione del presepe in casa e nelle scuole: l’invito di Papa Francesco | FOTO – Universomamma.it

Domenica 1 dicembre Papa Francesco si è recato per la seconda volta, la prima nel 2016, al Santuario di Greccio, in provincia di Rieti. E’ proprio qui che nel lontano 1223, San Francesco di Assisi realizzò il primo presepe vivente della storia con l’aiuto del castellano del paese, Giovanni Velita. Qui Papa Francesco ha voluto ricordare l’importanza del presepe e che venga allestito anche nei luoghi di “lavoro, nelle scuole, negli ospedali, nelle carceri e nelle piazze”.

Papa Francesco ed il presepe: “Riscoprire la tradizione, in case e scuole”

Il Pontefice, per la sua seconda visita a Greccio, dopo quella del 4 gennaio 2016, giunge da Roma in elicottero a poche centinaia di metri dal santuario. Una volta giunto al Santuario e dopo un momento di preghiera e di raccoglimento ha firmato la Lettera apostolica “Admirabile signum“. In questa Lettera apostolica, il Papa vuole “sostenere la bella tradizione delle nostre famiglie, che nei giorni precedenti il Natale preparano il presepe. Come pure la consuetudine di allestirlo nei luoghi di lavoro, nelle scuole, negli ospedali, nelle carceri, nelle piazze… È davvero un esercizio di fantasia creativa, che impiega i materiali più disparati per dare vita a piccoli capolavori di bellezza. Si impara da bambini: quando papà e mamma, insieme ai nonni, trasmettono questa gioiosa abitudine, che racchiude in sé una ricca spiritualità popolare. Mi auguro che questa pratica non venga mai meno; anzi, spero che, là dove fosse caduta in disuso, possa essere riscoperta e rivitalizzata”.

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Il ritorno dopo 26 anni nel luogo dove è nato il presepe è per rifare propria, riappropriarsi, di una tradizione spesso bistrattata, insistere su una “pratica” che si augura “non venga mai meno, anzi, spero che, là dove fosse caduta in disuso, possa essere riscoperta e rivitalizzata”, come riportato anche da Repubblica.

Nella Lettera il Papa ricorda il presepe vivente voluto da San Francesco a Greccio nel Natale del 1223, che riempì di gioia tutti i presenti: “San Francesco, con la semplicità di quel segno, realizzò una grande opera di evangelizzazione. Il suo insegnamento è penetrato nel cuore dei cristiani e permane fino ai nostri giorni come una genuina forma per riproporre la bellezza della nostra fede con semplicità”.

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La Lettera passa in rassegna i vari segni del presepe, come riportato da Vatican News:

  • Il cielo stellato, è la notte che a volte circonda la nostra vita: “Anche quando ci sono nella nostra vita momenti bui, Dio non ci lascia mai soli, ma si fa presente e porta luce dove c’è il buio e rischiara quanti attraversano le tenebre della sofferenza”.
  • I paesaggi, gli angeli, la stella cometa ed i poveri. I paesaggi rovinati sono il “segno visibile dell’umanità decaduta” che Gesù è venuto a guarire e ricostruire. Le montagne, i ruscelli, le pecore, rappresentano il creato che partecipa alla festa della venuta del Messia. Gli angeli e la stella cometa sono il segno che noi pure siamo chiamati a metterci in cammino per raggiungere la grotta e adorare il Signore. I pastori ci dicono che sono o più umili e i più poveri che sanno accogliere l’avvenimento dell’Incarnazione, così come le statuine dei mendicanti e dei poveri.
  • Le statuine dal fabbro al fornaio: ci sono statuine che sembrano non avere nessuna relazione con i racconti evangelici, ma servono per far capire che “in questo nuovo mondo inaugurato da Gesù c’è spazio per tutto ciò che è umano e per ogni creatura”.
  • Maria e Giuseppe: Maria è la “testimonianza di come abbandonarsi nella fede alla volontà di Dio”. Giuseppe è “il custode che non si stanca mai di proteggere la sua famiglia”.
  • Gesù Bambino: è l’amore che cambia la storia: “Nella debolezza e nella fragilità nasconde la sua potenza che tutto crea e trasforma” con l’amore. “Il presepe ci fa vedere, ci fa toccare questo evento unico e straordinario che ha cambiato il corso della storia”.
  • I Magi: sono l’ultimo segno. Vengono collocati sul presepe quando si avvicina la festa dell’Epifania. Sono tre ed “insegnano che si può partire da molto lontano per raggiungere Cristo”.

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Papa Francesco conclude la Lettera apostolica affermando che il presepe “fa parte del processo di trasmissione della fede”. Inoltre non è importante “come si allestisce, ciò che conta, è che esso parli alla nostra vita, raccontando l’amore di Dio per noi, il Dio che si è fatto bambino per dirci quanto è vicino ad ogni essere umano, in qualunque condizione si trovi e a dirci che in questo sta la felicità”.

Voi unimamme cosa ne pensate delle parole di Papa Francesco? Fate a casa vostra il presepe?

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Valentina Crea

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