Il comportamento della mamma va ad influenzare la produzione dell’ormone dell’amore, l’ossitocina. Questo influenza il carattere e le relazioni dei figli.
E’ ormai risaputo che l’ossitocina è un ormone importante che è coinvolto nelle interazione sociale e nei legami che ci sono tra gli essere umani. Questo ormone aiuta le persone a relazionarsi tra di loro, rafforza la fiducia e può essere innescato da un contatto solo visivo, da un tocco o dall’empatia. I livelli di ossitocina di una donna che ha appena partorito sono in grado di influenzare il suo comportamento, ma anche il legame che si instaura con il suo bambino.
Un recente studio ha dimostrato che suggerisce che il comportamento delle madri può anche avere un impatto sostanziale sullo sviluppo dei sistemi di ossitocina dei loro figli.
L’infanzia è un periodo molto importante per qualsiasi bambino. E’ una fase malleabile che va da quando si è ancora in grembo fino ai 2 anni. Molti sistemi dell’organismo stanno diventando maturi o si stanno ottimizzando. Le esperienze che si vivono in questi anni vanno a delineare anche lo stato di salute, fisico e mentale, che si avrà nel futuro. Se da una parte il corredo genetico ha il suo ruolo, dall’altra parte si è influenzati anche dalle interazioni che avvengono con le persone e l’ambiente che ci circonda. Sempre più dati scientifici indicano quanto siano importanti le esperienze dei primi mesi di vita nella “traiettoria di sviluppo” successiva di un bambino.
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Uno studio pubblicato sulla rivista Science Advances da ricercatori del Max Planck Institute per le scienze cognitive e del cervello di Lipsia, mostrano che effettivamenteil tipo di relazione che c’è tra mamma e bambino nei primi mesi di vita può lasciare il segno nei bambini stessi. Lo studio epigenetico è stato condotto da Kathleen Krol e Jessica Connelly dell’Università della Virginia e Tobias Grossmann del Max Planck Institute for Human Cognitive and Brain Sciences.
Il ricercatore Tobias Grossmann ha affermato: “È noto che l’ossitocina è attivamente coinvolta nei primi processi sociali, percettivi e cognitivi e che influenza i comportamenti sociali complessi. Tuttavia, in questo studio ci siamo chiesti se il comportamento della madre potrebbe anche avere un’influenza importante sullo sviluppo dei livelli di ossitocina del bambino stesso. I progressi della biologia molecolare, in particolare l’epigenetica, hanno recentemente consentito di studiare l’interazione tra natura ed educazione”.
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L’ossitocina viene definita anche come “l’ormone dell’amore”. E’ una proteina del cervello che è coinvolta in diverse funzioni, come nella fase di travaglio e nel parto, stimolando la contrazione della muscolatura dell’utero, ed è fondamentale per l’allattamento, stimolando la produzione e secrezione di latte in risposta allo stimolo della poppata.
Per effettuare lo studio, i ricercatori hanno osservato delle madri mentre giocavano liberamente con i loro figli. Sono state studiate 101 coppie mamme-bambino in due età diverse del piccolo e registrati i loro comportamenti:
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Confrontando i dati hanno costatato che i livelli di ossitocina nelle madri erano più o meno gli stessi, mentre quelli dei bambi erano cambiati. In alcuni casi erano aumentati in altri erano diminuiti. Questo va a supportare che la prima infanzia sia una fase importante per lo sviluppo dell’ossitocina. Inoltre si è notato che le mamme che erano più coinvolte nella sessione di gioco, i bambini a 18 mesi mostravano una maggior diminuzione dell’espressione di OXTR e quindi un aumento di ossitocina.
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Infine, si è visto che i livelli della modificazione chimica di OXTR a 18 mesi correlano con il temperamento dei bambini secondo quanto riferito dai genitori: in questo caso, modificazioni più intense (e dunque meno OXTR e livelli più bassi di ossitocina) si associavano a un temperamento meno equilibrato e con più “crisi emotive”. Lo studio è importante perché fornisce degli esempi di come non siamo solo legati ai nostri geni, ma siamo il prodotto di una delicata interazione con gli altri e le nostre esperienze. E’ molto probabile che meccanismi analoghi entrino in gioco anche con i papào in generale con chiunque si prenda attivamente cura dei piccoli.
Voi unimamme cosa ne pensate di questo studio?
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