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“Dal diario di una bambina di 2 anni”: le cose che i figli non riescono a dirci a parole

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Redazione Universo Mamma

 

Unimamme, oggi condividiamo con voi una pagina tratta dall’ipotetico diario di una bambina di 2 anni. 

Sappiamo che essere genitori è difficile soprattutto quando i bambini sono ancora piccoli. Chi non pensa alle urla, ai capricci, alle impuntature dei bambini di 2 anni? Quando però ci fermiamo e iniziamo a pensare al perché di tutti questi capricci arriviamo anche a calmarci. Perché i bambini fanno così? I bambini lo fanno con l’intenzione di farci perdere le staffe? No, non lo fanno con intenzione. Una mamma, nonché educatrice, Dejah Roman, ha scritto una poesia che negli anni è diventata virale, nella quale racconta il punto di vista dei bambini. Diverse mamme l’hanno condivisa e ultimamente una blogger americana, Mary Backstrom, che è anche risalita all’autrice.

Diario di una bambina di 2 anni: la poesia condivisa da una mamma

Ho 2 anni, non sono terribile… Sono frustrata. Sono nervosa, stressata, travolta e confusa. Ho bisogno di un abbraccio.

Dal diario di una bambina di 2 anni:

oggi mi sono svegliata e volevo vestirmi da sola ma mi è stato detto: “no, non abbiamo tempo, lascia che lo faccia io”. Questo mi ha resa triste.

Volevo mangiare da sola ma mi hanno detto “no, fai troppa confusione, lascia che lo faccia io”. Questo mi ha reso frustrata.

Volevo camminare fino all’auto e salire da sola, ma mi hanno detto: “no, dobbiamo fare in fretta, non abbiamo tempo, lo faccio io”. Questo mi ha fatto piangere.

Volevo uscire dall’auto da sola ma mi hanno detto: “no, non avviamo tempo, lo faccio io”. Questo mi ha fato venire voglia di scappare.

Più tardi volevo giocare con i mattoncini da costruzione ma mi hanno detto: “no, non in quel modo, in questo… ” così ho deciso che non volevo più giocare con i mattoncini.

Volevo giocare con una bambola che aveva qualcun altro ma mi hanno detto: “no, quella no, devi imparare a condividere”. Non sono sicura di quello che ho fatto ma mi ha reso triste. Quindi ho pianto.

Volevo un abbraccio ma mi hanno detto: “no, stai bene, vai a giocare”.

Mi hanno detto che era il momento di riordinare, lo so perché qualcuno continuava a ripetere: “vai a raccogliere i tuoi giocattoli”. Non sono sicura di cosa fare, aspetto che qualcuno me lo mostri… Che cosa stai facendo? Perché rimani lì ferma? Raccogli i giochi.. ora”.

Non mi è stato permesso di vestirmi da sola o di muovere il mio corpo per andare dove dovevo andare, ma adesso mi chiedono di aiutare a mettere a posto le cose.

Non sono sicura di quello che dovrei fare. Qualcuno non dovrebbe mostrarmi come farlo? Da dove comincio? Dove devo mettere le cose?

Sto ascoltando molte parole, ma non capisco cosa mi viene chiesto. Sono spaventata e non riesco a muovermi.

Mi butto sul pavimento e piango.

Quando era tempo di mangiare volevo farlo da sola ma mi hanno detto: “no, sei troppo piccola, lo faccio io”. Questo mi ha fatto sentire piccola.

Ho provato ad assaggiare il cibo davanti a me ma qualcuno continuava a dire: “questo, prova questo e questo” e a mettermi cose davanti al viso. Io non volevo più mangiare.Questo mi ha fatto venir voglia di gettare le cose e piangere.

Non posso scendere dalla tavola perché nessuno me lo permette, perché sono troppo piccola e non posso.

Continuano a insistere che devo assaggiarne un pezzo. Questo mi fa piangere ancora di più. Ora sono arrabbiata, affamata e frustrata.

Sono stanca e ho bisogno che qualcuno mi tenga in braccio.

Non mi sento al sicuro o in controllo. Questo mi fa paura. Quindi piango ancora di più.

Ho 2 anni. Nessuno mi lascerà vestirmi da sola, nessuno lascerà che io muova il mio corpo dove deve andare, nessuno lascerà che mi occupi delle mie necessità.

Però ci si aspetta che io sappia come condividere, ascoltare, aspettare un minuto. Ci si aspetta che io sappia cosa dire, come agire e gestire le mie emozioni.

Si aspettano che io stia ferma e che sappia che se getto qualcosa quella potrebbe rompersi. Ma io NON conosco quelle cose.

Non mi è consentito fare pratica delle mie capacità, non mi è permesso camminare, spingere, tirare, tirare una cerniera, allacciare un bottone, versare l’acqua, servire, arrampicarmi, correre, gettare cose o fare le cose che so fare.

Cose che mi interessano e che mi incuriosiscono. Queste sono le cose che non mi è permesso fare.

Ma ho 2 anni, non sono tremenda… Sono frustrata. Sono nervosa, stressata, sopraffatta, confusa.  Ho bisogno di un abbraccio.

L’autrice Dejah Roman ha raccontato che a darle l’ispirazione sono stati i suoi figli ma lei è stata per oltre 15 anni operatrice di infanzia per bambini sotto i 5 anni. Montessori è stata inoltre una sua ispiratrice, spingendola a lasciare ai bambini “libertà entro limiti” e di quanto importante sia importante e fondamentale offrire ai bambini esempi di rispetto e gentilezza.

LEGGI ANCHE —> UN PAPA’ RACCONTA LA BELLEZZA DELLA PATERNITA’ CON DEI SIMPATICI POST-IT

Unimamme, voi cosa ne pensate di questo messaggio di Dejah Roman, condiviso sulla pagina Facebook di Mary Katherine Backstrom, The Mom Babble, che ha ricevuto migliaia di mi piace e di condivisioni? Avete mai provato a vedere le cose con gli occhi dei bambini? Anche i vostri bimbi piccoli potrebbero scrivere ciò?

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