Una ragazzina violentata in casa è stata salvata da un’insegnante.
Unimamme, quella che vi raccontiamo oggi è una storia di pedofilia in ambito famigliare, una vicenda verificcatasi a Roma e che riguarda una giovanissima vittima.
Bambina vittima di un parente pedofilo
Una bambina di Roma, che oggi ha 13 anni, ha vissuto parte della sua infanzia in un incubo, quello creato da uno zio. Per 2 anni questo zio ha abusato sessualmente di lei, mettendo in atto palpeggiamenti, masturbazione, fino al rapporto completo. Alcune violenze sarebbero state persino filmate con il cellulare. Stando a quanto è emerso gli stupri sarebbero avvenuti nell’abitazione in cui la ragazzina viveva con la mamma, lo zio e la moglie di lui. La casa si trova in un paesino del litorale laziale.
Alla fine questa ragazzina ha deciso di confidarsi con un’insegnante. Un giorno l’alunna, al termine delle lezioni, si è rifiutata di uscire da scuola perché sapeva che c’era lo zio ad attenderla. Così un’insegnante ha potuto attuare il protocollo di ascolto e salvaguardia, è stato attivato il Commissariato Colombo nell’ambito del progetto “scuole sicure” con cui gli agenti incontrano quotidianamente gli alunni delle scuola per favorire l’ascolto e prevenire bullismo e violenze. La bambina quindi è stata raggiunta dai poliziotti e da una psicologa a cui ha raccontato il suo inferno. “In un anno e mezzo mi ha pagato 20 euro e i pantaloni che porto per avere rapporti sessuali con me” avrebbe riferito la ragazzina ai poliziotti diretti da Ida Ambrosoli.
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Con i soldi ricevuti la piccola aveva comprato delle caramelle. Le prime molestie, per lei, erano cominciate tempo fa in doccia, l’uomo inoltre accompagnava la madre della vittima alla stazione ferroviaria e, successivamente, portava la nipote a scuola. Durante quei tragitti avvenivano le molestie. L’uomo minacciava la ragazzina dicendole che non avrebbe piùaccompagnato la mamma dal paesino a Roma, dove la donna lavorava come badante. Tutto doveva rimanere un segreto, altrimenti la loro “amicizia” si darebbe dissolta. Una volta accertata la veridicità dei fatti per l’uomo, un cinquantenne, sono scattate le manette, per disposizione del gip di Roma, Emanuela Attura, il pedofilo è stato rinchiuso nel carcere di Civitavecchia. La mamma e la figlia sono state invece messe in salvo in una località protetta. Unimamme cosa ne pensate di questa vicenda di cui si parla su La Stampa? Noi condividiamo queste storie per mantenere alta l’allerta sul problema.
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