Una mamma ha raccontato tutte le volte in cui le è stato proposto l’aborto per il figlio con la Sindrome di Down, anche a 38 settimane di gravidanza.
Una mamma ha deciso di raccontare la sua storia. La donna è arrabbiata con i medici che dopo la scoperta che il figlio che portava in grembo avesse la sindrome di Down le hanno sempre e soltanto consigliato di abortire. La donna ha deciso di parlare dopo che è stata divulgata la notizia che in Inghilterra il test prenatale non invasivo, il Nipt, ha portato ad un calo delle nascite di bambini con la Sindrome di Down del 30%.
Le donne che dopo essersi sottoposte al test genetico vengono a conoscenza del rischio che i figli potrebbero avere una malformazione genetica possono interrompere la gravidanza. Questa mamma del Lancashire, Cheryl Bilsborrow, di 45 anni, ha raccontato al Sun la sua storia. La donna dopo il test NIPT ha comunque partorito un bambino con la sindrome di down e pensa che questi test siano sbagliati e discriminatori.
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Ha poi spiegato le sue ragioni: “Mio figlio Hector di due anni è un bambino meraviglioso. Ha capelli biondi bellissimi e occhi azzurri e sorride e ride sempre, dando baci e cercando abbracci, ma quando ero incinta mi è stato fatto credere che la sua vita non avrebbe avuto alcun valore e che avrei dovuto abortirlo. Perché? Perché ha la Sindrome di Down”.
Quando è rimasta incinta di Hector questa mamma era alla sua quarta gravidanza ed i medici dell’ospedale che la seguiva le avevano consigliato di sottoporsi ad un test di screening per la Sindrome di Down.
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Dal risultato del test si è riscontrato che era ad alto rischio di partorire un bambino con la sindrome di down, una notizia che in un primo momento l’ha sconvolta: “E’ stato del tutto inaspettato e ho iniziato a piangere alla notizia. Ho telefonato a mio marito David, 53 anni, ed abbiamo deciso di volerlo sapere con certezza e abbiamo trovato una clinica privata che effettua il NIPT per £ 400”.
Dopo la prima notizia ha iniziato a preoccuparsi ed a piangere perché era spaventata, si chiedeva se il bambino stava male e se ce l’avrebbe fatta. Dopo qualche settimana dal prelievo per il test arriva la telefonata: “Mi dispiace davvero, ma ho una brutta notizia, ma c’è una probabilità del 99% che il bambino abbia la Sindrome di Down“.
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Cheryl ha raccontato che da subito i medici e le ostetriche le parlavano solo degli aspetti negativi, come se “fossero una maledizione”: ”Per le settimane successive ho oscillato tra il sentirmi in preda al panico e lo stress per capire cosa dovessi fare. Ha rovinato la mia gravidanza e ho anche iniziato ad arrabbiarmi per essere stata costretta a fare quel primo test in ospedale, che poi mi ha spinto a fare la NIPT”.
Anche quando si recava agli appuntamenti di controllo le ostetriche le ricordavano sempre che avrebbe potuto interrompere la gravidanza: “No, risposi ad un’ostetrica, mai. Non c’è stata assistenza e nessuna consulenza per la scelta di tenere il bambino, abortire sembrava l’unica soluzione”. Questa mamma avrebbe voluto un maggiore apporto dal personale ospedaliero, qualcuno che le avesse detto: “Non allarmarti. Stai avendo un bambino con la Sindrome di Down. Possiamo offrirti un po’ di consulenza e aiutarti per avere un bambino con la sindrome di Down in modo che tu possa saperne di più”. Così non è stato, anche quando è andata a fare l’ecografia di controllo a 38 settimane l’ecografista le ha detto: “Sai che abortiamo i bambini a termine con la sindrome di Down?“, ma lei gli ha risposto che avrebbe fatto finto di non aver sentito.
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La donna ed il marito sono stati irremovibili ed hanno voluto portare a termine la gravidanza. Così è nato Hector, il piccolo è nato con ipotonia, ma con l’aiuto di fisioterapisti e professionisti ora si alza in piedi, le tiene la mano ed ha iniziato a camminare, ha raccontato la mamma: “All’inizio abbiamo dovuto frullare il suo cibo perché continuava a soffocare, ma ora mangia tutto : bastoncini di pesce, patatine fritte, pasta, piselli e molto altro”. Ad Hector piace cantare e suonare il piano ed ha anche iniziato a dire qualche parolina.
A seguito di tutto ciò che Cheryl ha vissuto ha voluto condividere la suo opinione sul test di screening genetico: “Questo test dovrebbe essere vietato in modo che possano nascere più bambini come Hector. Quindi, dato che bambini come mio figlio possono vivere una vita perfettamente felice e normale, perché ogni anno vengono spesi milioni di sterline per lo screening della Sindrome di Down che a sua volta incoraggia le madri ad abortire i loro bambini non ancora nati?. In molti ospedali già è possibile fare il test NIPT, ma nel prossimo futuro sarà offerto ad ancora tante altre madri. Penso che questo sarebbe disastroso”.
Voi unimamma che ne pensate della storia di questa mamma? Cosa ne pensate dell’atteggiamento del personale dell’Ospedale? Alle mamme non dovrebbero essere date tutte le informazioni per poter decidere? Noi pensiamo di si.
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