Bambino di 9 anni tenta il suicidio a scuola: salvato in extremis

Un bambino di 9 anni tenta il suicidio mentre era alle prove della recita di Natale a scuola. Il suo passato è ricco di maltrattamenti.

Bambino tenta il suicidio
Bambino di 9 anni tenta il suicidio a scuola: salvato in extremis – Universomamma.it

Una vicenda che poteva finire in tragedia è quella che è avvenuto qualche giorno fa in una scuola elementare nella periferia Nord di Milano. Un bambino di 9 anni ha cercato di buttarsi giù dalla finestra mentre erano in corso le prove per la recita di Natale. Come in molte scuole italiane questo è un periodo di gioia e di festa c’è chi si appresta a fare la recita con canti e balli natalizi e chi sta facendo ancora le prove. Questo bambino che frequenta la terza elementare, invece, sta vivendo un periodo molto difficile. Solo grazie all’intervento delle maestre si è potuto evitare il peggio.

Bambino di 9 anni tenta il suicidio dalla finestra a scuola: le maestre lo salvano

Durante le prove della recita di Natale, un bambino della terza elementare non vuole partecipare e sta in disparte o disturba i suoi compagni. Ad un certo punto, come riportato da Il Corriere, si dirige correndo verso la finestra, avvicina una sedia, ci sale sopra ed alza una gamba sul davanzale come per buttarsi giù. Le maestre, per fortuna, se ne accorgono e riescono a fermarlo. Subito chiamo l’ambulanza ed una volante della Polizia. E’ proprio che ai Poliziotti racconta che è “spaventato” ed “umiliato” da un maestro, mentre le maestre riferiscono che “aveva già detto in passato che vuole morire, andarsene via”. In seguito, è stato informato il Tribunale per i minorenni, e dopo solo un’ora la Procura ha approfondito la storia capendo che il problema non è un maestro, ma la paura e la violenza arrivano da casa.

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La storia del bambino era già nota, a maggio di quest’anno il Tribunale ha affidato il minore era stato affidato ai servizi sociali con limitazione della responsabilità dei genitori e collocato a casa della mamma (che nel frattempo si era separata dal marito), con tanto di assistenza domiciliare quotidiana. Questa decisione è stata presa perché il padre del piccolo era solito maltrattarlo. Purtroppo quest’ordinanza non è stata rispettata ed il piccolo viveva a casa dei nonni paterni. Una casa che il padre accusato di maltrattamenti era solito frequentare.

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Dalle prime indiscrezioni, sembrerebbe che sia stata proprio la madre a lasciare il figlio con i nonni paterni perché ha deciso di trasferirsi in una città del centro Italia.
Al momento la Procura guidata da Ciro Cascone ha emesso un provvedimento d’urgenza. In attesa di decidere, il piccolo resterà in ospedale: “Saranno evitati gli incontri col padre, sul quale gravano sospetti in ordine al reato di maltrattamenti a suo danno (…) e con gli altri parenti. I servizi sociali si attiveranno immediatamente per la vigilanza anche in ambito ospedaliero”.

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La situazione familiare di questo bambino non è semplice e ci sarebbero anche altri figli da proteggere. Il padre da un primo matrimonio ha avuto una figlia, che ora ha 15 anni. La ragazza, a sua volta molto problematica ed è affidata ai servizi, ha appena partorito un neonato per il quale è aperta una procedura di adottabilità. L’uomo con la sua prima moglie non va d’accordo, è violento e di due si lasciano. Dopo un periodo di separazione si riavvicinano e nasce un’altra bambina, che ora ha 10 anni ed anche lei è affidata ai servizi sociali.

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L’uomo poi si separa da sua moglie ed inizia a frequentare un’altra donna dalla quale avrà due figli: il bambino di 9 anni che ha tentato il suicidio ed un altro di 3 anni. Il figlio maschio inizia a frequentare la scuola, ma i suoi voti sono bassi e viene bocciato. Dà segni di irrequietezza e aggressività, arriva in classe con i lividi. La madre del bambino decide di denunciare il compagno che a sua volta sporge denuncia contro di lei, accusandola di lesioni aggravate e inosservanza dell’obbligo dell’istruzione obbligatoria del minore. I due si lasciano e nel maggio del 2019 il Tribunale per i minorenni emette il decreto, con tutte le misure del caso, ma che poi non sono state rispettate.

Voi unimamme eravate a conoscenza di questa vicenda? Possibile che a pagarne le spese siano sempre i bambini e che i tentativi di suicidio riguardino sempre più giovani? Noi speriamo che questo bambino possa ritrovare la serenità persa.

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