Don Mazzi, la nuova vita di Erika grazie a suo padre, Francesco De Nardo. La storia di una ragazza che si è salvata.
La vita di Erika De Nardo avrebbe potuto essere molto diversa, se non fosse stato per suo padre Francesco. Oggi, dopo aver scontato la condanna in carcere, Erika è una giovane donna che si è costruita una vita, si è laureata e si è recentemente sposata. Merito del supporto di suo padre e dell’aiuto di Don Mazzi che l’ha accolta nella sua comunità quando è uscita dal carcere. Un esito a cui nessuno avrebbe mai pensato nel lontano 2001, quando Erika, allora sedicenne, e il suo fidanzato Omar uccisero a coltellate la mamma e il fratellino della ragazza. Fu un delitto efferato che sconvolse l’Italia.
Il delitto di Novi Ligure è uno di quei casi che sono rimasti impressi nella memoria di moltissimi italiani e che hanno segnato la storia della cronaca nera in Italia. Una ragazzina di soli 16 anni, Erika De Nardo, e il suo fidanzatino di un anno più grande, Omar Favaro, uccisero a colpi di coltello da cucina la madre e il fratello più piccolo di lei. Un delitto che impressionò l’opinione pubblica per la ferocia e la freddezza dei due minorenni. Susanna, la madre di Erika, fu uccisa con 40 coltellate, Gianluca, il fratello di soli 11 anni ricevette 57 coltellate, ucciso perché testimone dell’assassinio della madre. Sembra che anche il padre di Erika, Francesco De Nardo, fosse nelle mire dei due ragazzi, che tuttavia alla fine rinunciarono. Erika uscì di casa per chiedere aiuto e raccontò che la madre e il fratello erano stati uccisi da alcuni stranieri durante una rapina. Tuttavia, le contraddizioni nei racconti dei due ragazzi e gli elementi emersi sulla scena del delitto insospettirono subito gli inquirenti che grazie alle intercettazioni scoprirono tutto, compreso il piano dei due per sviare le indagini. Il resto è cronaca giudiziaria di un processo al termine del quale Erika fu condannata a 16 anni di carcere e Omar a 14 anni. I due ragazzi hanno scontato meno anni di pena, scarcerati in anticipo grazie ai benefici di legge e alla buona condotta. Omar è uscito dal carcere nel 2010 ed Erika nel 2011, mentre nel 2009 si è laureata in filosofia.
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Dopo il carcere, la ragazza è stata accolta nella comunità Exodus di Don Antonio Mazzi nel bresciano, per intraprendere un percorso di reinserimento nella società. In tutti questi anni, inoltre, il padre della ragazza, Francesco De Nardo è sempre stato accanto alla figlia per proteggerla dalle conseguenze delle sue stesse azioni e perdonandola. Un impegno e una devozione davvero fuori dal comune, che pochissimi altri avrebbero potuto avere dopo, che una figlia adolescente uccide in modo brutale una moglie e in figlio piccolo. È stato proprio grazie al padre che Erika è potuta tornare a una vita normale, mentre senza di lui forse non avrebbe potuto farlo. Un padre che dopo aver perso moglie e figlio non voleva perdere anche la figlia sebbene fosse stata la prima responsabile di quella perdita.
Le ultime notizie sul caso riguardano il matrimonio di Erika e anche in questo caso le discussioni sui media e nell’opinione pubblica sono state numerose. C’è chi non riesce a pensare a quella ragazza con una vita normale, non riesce a perdonarle quello che ha fatto, al contrario di suo padre che dovrebbe essere il primo, in teoria, a non riuscire a perdonare la figlia. Il pubblico è scosso nel vedere una giovane rifarsi completamente una vita dopo il delitto terribile che ha commesso, sebbene quando era minorenne. Così sulle discussioni è intervenuto Don Mazzi, che ha preso le difese di Erika, condannando i giudizi dell’opinione pubblica. In un’intervista a Famiglia Cristiana, il sacerdote, che aveva dato la notizia del matrimonio di Erika De Nardo, si è scagliato contro l’opinione pubblica, accusandola di aver “scaricato cattiveria e fango sull’infinito dolore di un padre e una figlia, senza un minimo di umanità“.
“Nella mia ingenuità credevo fosse consolante pensare come un padre e una figlia usciti da dolori immensi, oggi fossero sereni, per non essere stati travolti dai fatti e soprattutto da tutta la cattiveria e il fango che la cosiddetta opinione pubblica ha scaricato senza un minimo di umanità sull’infinito dolore per un verso e sull’inspiegabile massacro per l’altro“.
Don Mazzi ha criticato duramente anche i giornalisti. “Già la stampa e il prurito sdegnosamente curioso hanno ancora una volta messo a disagio me, tempestato di telefonate, di trappole e di messaggi“. “Non voglio anch’io, aggiungere legna al fuoco – ha spiegato il sacerdote -. Vorrei però che la cosiddetta opinione pubblica, si trasformasse in riflessione e in dignitosa interrogazione non solo su una tragedia, ma su tutto ciò che sta accadendo nell’Italia dei nostri giorni. Per questo ricordo Francesco De Nardo, il padre, che ha seguito la figlia con una costanza, una tenerezza e una bontà degna della stima e dell’ammirazione non solo mia, ma di tutti. Il dolore, il silenzio, gli incontri settimanali con la figlia, il perdono totale, i numerosi colloqui tra noi, hanno dato a quegli anni, un significato enormemente meditativo anche per me. Mi fermo qui. Non voglio andare oltre, perché offenderei l’uomo, il padre, e l’amico“.
Un amore quello di un padre per una figlia che ha commesso un’atrocità che va ben oltre le nostre capacità e la nostra ragione, come scrive Daniele Mencarelli su Avvenire.
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