Ragazze investite a Roma: il dolore dei genitori e la decisione dei giudici. Oggi i funerali.
In questi giorni si sta parlando tanto delle due amiche di 16 anni, Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli, che hanno perso la vita in un incidente la notte del 22 dicembre. Le due ragazze intorno a mezzanotte erano nella zona di Ponte Milvio, a Roma, e secondo le ricostruzioni, dopo aver scavalcato il guard-rail, hanno provato ad attraversare Corso Francia mentre il semaforo era verde e sopraggiungevano alcune macchine, tra le quali il Suv guidato da Pietro Genovese, 20 anni, che le ha prese in pieno. Il ragazzo si è fermato ed ha prestato soccorso ma non c’è stato niente da fare per le due ragazze.
Secondo quanto riportato le ragazze hanno attraversato una strada di Roma nota per la velocità sostenuta delle auto, di notte, con la pioggia e dopo aver scavalcato il guardarail, mentre il ragazzo guidava a velocità sostenuta (100 km/h) ed aveva bevuto e fatto uso di droghe. Responsabilità e leggerezza quindi sembrerebbero da entrambe le parti.
Una storia drammatica che ha travolto tre famiglie e centinaia di persone vicine alle ragazze e al ragazzo. Si perché sicuramente il dolore dei genitori e dei famigliari delle due ragazze è senza fine, ma c’è anche quello dei genitori e della famiglia del ragazzo per il quale il Gip ha disposto gli arresti domiciliari. A prescindere da come andrà avanti la questione processuale, in questa storia sono tre le famiglie distrutte.
Tutto ciò deve però farci riflettere sui nostri figli, su ciò che i giovani spesso non “sanno” o “non vogliono sapere”. Quante raccomandazioni facciamo ai figli, sin da piccolini? Alberto Pellai, psicoterapeuta e genitore, suggerisce di sensibilizzare oltre ai nostri figli anche i loro amici, chiedendo loro di dissuadere l’amico quando sta per compiere una sciocchezza. Arriva infatti un’età a partire dalla quale i figli non ci ascoltano più come prima, in cui il giudizio e il parere dei loro pari conta di più. Ecco quindi che gli amici hanno una responsabilità: diventare “educatori tra pari”, facendo capire l’importanza della prevenzione e il vero valore della vita.
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