Armenia, bambini tolti alle mamme e venduti per le adozioni. Un giro di affari gestito dalla criminalità organizzata.
Il mercato illegale delle adozioni è purtroppo presente in tutto il mondo e molto più diffuso di quanto si creda. Bambini che vengono venduti da famiglie bisognose e letteralmente “acquistati” da famiglie benestanti ma senza figli è una pratica vietata ovunque ma ancora frequente, nonostante le collaborazioni tra le polizie di tutto il mondo per fermarla. La storia che stiamo per raccontarvi viene dall’Armenia ed è agghiacciante. La dimostrazione di come la fragilità economica e sociale possa sconvolgere le vite di mamme e bambini.
In Armenia la criminalità organizzata è riuscita a creare un lucroso giro d’affari sulla pelle di tante donne e dei loro bambini, che venivano loro sottratti per darli illegalmente in adozione a coppie senza figli, disposte a tutto pur di diventare genitori. Molte donne si sono viste togliere i figli con l’inganno, altre sono state costrette a portare a termine la gravidanza, anche quando non volevano proseguirla, al solo scopo di prendere i loro figli e venderli ad altri. Quest’ultima circostanza pare si sia verificata in particolare negli ultimi anni. Ma quella di togliere i figli a madri giovani, povere o in condizioni di fragilità non sarebbe una novità in Armenia. Succedeva anche vent’anni fa.
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Stanno emergendo, infatti, storie di donne a cui in passato sono stati sottratti i figli con l’inganno. Nonostante le enormi difficoltà nel fare luce su una vicenda così oscura, alcuni casi stanno venendo allo scoperto, grazie alla testimonianza e al coraggio di mamme che non si sono arrese. Come nel caso di Syuzan Patvakanyan, una donna di 35 anni che vent’anni fa, quando era ancora giovanissima, diede alla luce una bambina, Stella, che purtroppo lo è stata tolta con l’inganno. Stella era nata sana, all’Armenia medical center, tuttavia la portarono via alla madre con la scusa dei problemi di salute. A Syuzan, giovanissima e indifesa, venne fatto firmare un foglio con la rinuncia alla figlia. Alla mamma adolescente fu detto che la figlia sarebbe stata mandata in un orfanotrofio nella città Gyumri, di cui le venne dato un indirizzo. Ma quando la donna si mise a cercare la figlia non la trovò. La bambina molto probabilmente era stata data in adozione. Questa drammatica testimonianza è stata riportata dall’agenzia AFP, che ha indagato sul caso, a sua volta citata da Euronews.
Purtroppo non si tratta di un caso isolato. Si ritiene che molte altre donne e i loro bambini devono aver subito lo stesso destino. Come dicevamo, deve essere stato creato un vero e proprio giro di affari di adozioni illegali e bambini venduti, gestito dalla criminalità organizzata. Marat Kostanyan, avvocato di Syuzan Patvakanyan, ha parlato di una vera e propria rete criminale che strappava i bambini appena nati alle loro mamme e in cui erano coinvolti i membri del personale dei reparti di martenità e degli orfanotrofi, agenti di polizia e funzionari pubblici. Nel reparto dell’ospedale dove Syuzan ha partorito è stato arrestato un ginecologo, nell’ambito dell’inchiesta sui bambini tolti alle mamme.
Recentemente, negli anni dal 2016 al 2018, ad alcune donne armene che volevano interrompere la gravidanza sarebbe stato impedito, costringendole a far nascere il bambino per poi venderlo ad altre famiglie, per lo più straniere. Ad insospettire le autorità armene è stato il numero sospetto di adozioni all’estero, che in alcuni casi avevano la precedenza su quelle interne. Adozioni avvenute senza rispettare le convenzioni internazionali. Tra i destinatari di queste adozioni illegali potrebbero esserci anche delle famiglie italiane. Secondo i servizi segreti armeni, che indagano sulla vicenda, la rete criminale che gestisce questo mercato di bambini avrebbe aiutato anche alcuni italiani ad adottare illegalmente, o forse sarebbe più corretto dire comprare, più di 30 bambini negli ultimi anni.
Ad oggi, le donne armene a cui sono stati sottratti i figli non hanno ancora avuto giustizia, ha affermato l’avvocato Kostanyan, che con amarezza ha aggiunto: “Questa mafia ha trasformato il Paese in un incubatore per la produzione di bambini“.
Una storia davvero sconvolgente, care unimamme.
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