La denuncia di Unicef: il decennio 2010-2019 è stato caratterizzato da gravi violazioni contro l’infanzia.
I bambini sono le prime vittime di conflitti che non vogliono cessare. Unicef condanna tutte le violazioni ai diritti dell’infanzia avvenute nel decennio 2010-2019. Mentre le innovazioni tecnologiche fanno passi da gigante, con connessioni internet sempre più sofisticate, trasporti veloci e nuove missioni nello spazio, gli abusi contro l’infanzia rimangono gli stessi di sempre, quelli delle epoche buie. In certe zone del mondo, anzi, le condizioni dei bambini sono peggiorate a causa di guerre che non finiscono mai e che colpiscono soprattutto i più piccoli e indifesi, vittime dei combattimenti, della carenza di cibo e medicine e della fuga ed emarginazione nei campi profughi, dove non hanno spazi adeguati per andare a scuola o giocare.
“Gli attacchi contro l’infanzia continuano indisturbati, mentre le parti in conflitto violano una delle regole più basilari del diritto umanitario in tempo di guerra: la protezione dei bambini. E per ogni atto di violenza contro i bambini che finisce sulle prime pagine dei giornali e genera sdegno, ce ne sono molti altri che non vengono neppure segnalati“, denuncia Unicef, l’agenzia delle Nazioni Unite a tutela dell’infanzia.
Troppe violenze e troppi abusi sui bambini nel mondo, il grido di allarme di Unicef. Sono più di 24.000 le violazioni gravi contro i bambini nel mondo e questi sono solo i dati aggiornati al 2018 delle Nazioni Unite. I piccoli e indifesi sono stati vittime di uccisioni, mutilazioni, violenze sessuali, rapimenti, arruolamenti nelle guerre. Bambini e ragazzi sono morti o rimasti gravemente feriti negli attacchi bellici contro scuole e ospedali, i luoghi dove avrebbero dovuto essere al sicuro e protetti. Spesso nemmeno le associazioni umanitarie possono aiutarli, perché viene negato loro l’accesso nelle zone di conflitto. Il numero di questi episodi è stato nel 2018 di oltre due volte e mezzo più alto rispetto a quello registrato nel 2010. Certo, anche perché sono migliorati monitoraggio e segnalazioni. Non è però una scusa, semmai la dimostrazione di una situazione grave che non cambia.
Sempre riferito al 2018 è il dato oltre 12.000 bambini e ragazzi sotto i 18 anni uccisi o feriti nei Paesi in conflitto, denuncia Unicef. Il principale responsabile delle vittime tra i bambini è il ricorso continuo e indiscriminato a bombardamenti aerei e a ordigni esplosivi, come mine, mortai, razzi, bombe a grappolo, ordigni artigianali o attacchi di artiglieria. Nel 2019 le cose non vanno meglio, i bombardamenti e le violenze vanno avanti nelle zone di guerra nel mondo. Nella prima metà di quest’anno le Nazioni Unite hanno accertato oltre 10.000 violazioni gravi contro l’infanzia, ma i numeri reali potrebbero essere molto più alti.
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Tra le violenze e violazioni gravi dei diritti di bambini si segnalano in primo luogo i combattimenti in Siria, che sembrano non voler cessare e che provocano sfollamenti e condizioni estreme che solo nello scorso gennaio hanno provocato la morte di 32 bambini nel Nord-Est del Paese. Ci sono poi Paesi colpiti da emergenze sanitarie gravi come il Congo, con epidemie di ebola e morbillo, a cui si aggiungono purtroppo anche le violenze della guerra civile, con attacchi ai centri si cura che si occupano anche di bambini.
Un’altra gravissima emergenza che va avanti da anni, nell’indifferenza della comunità internazionale, è quella dello Yemen dove le prime vittime di bombardamenti, carenza di cibo e medicine e freddo sono sempre i bambini, privati di tutto, anche del più elementare diritto di andare a scuola. Lo scorso aprile, 14 bambini sono stati uccisi e altri 16 sono rimasti gravemente feriti in un’esplosione vicino a due scuole nella capitale Sana’a. Una tragedia nella tragedia. In Yemen si stima che 2 milioni di bambini non vadano più a scuola.
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Nel Sud Sudan, bambini vengono reclutati con la forza nei gruppi armati. In Camerun le instabilità nelle regioni nord-occidentali e sud-occidentali hanno impedito a oltre 855.000 bambini di frequentare la scuola e hanno portato allo sfollamento di 59.000 adolescenti. Continua a essere drammatica la condizione dei bambini in Afghanistan, Paese martoriato da una guerra perenne, dove 9 bambini vengono uccisi o feriti gravemente ogni giorno, mentre la scorsa estate in 50 sono stati feriti nel bombardamento di una scuola a Kabul.
La situazione non è migliore in Europa. Nell’Ucraina dell’est, dove è in corso il conflitto con i separatisti russi, nel solo 2019 si sono verificati 36 attacchi armati contro le scuole, una è stata colpita addirittura 15 volte. La guerra civile ucraina coinvolge circa 500.000 bambini.
L’elenco di violazioni e abusi non finisce qui, altri dati terribili sono riportati sul sito web di Unicef. L’organizzazione chiede a tutte le parti, in ogni conflitto, di rispettare gli obblighi del diritto internazionale umanitario, ponendo immediatamente fine alle violenze dirette contro l’infanzia e cessando di prendere di mira le infrastrutture civili come scuole, ospedali o impianti idrici. Inoltre, chiede agli Stati che esercitano influenza sulle parti in conflitto di usare questo potere al fine di proteggere i bambini.
Gli appelli di Unicef, purtroppo, non sembrano ascoltati. Che dire unimamme?
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